Un esperto delle Nazioni Unite condanna la “punizione collettiva dei Palestinesi” da parte di Israele

Il blocco israeliano di Gaza rappresenta “gravi violazioni contro i Palestinesi”, afferma il Relatore Speciale.

Descrizione: entre Israele non ha più una presenza militare permanente a Gaza, continua a esercitare il controllo
Anche se Israele non ha più una presenza militare permanente all’interno di Gaza, continua a controllarne il territorio. AFP / File

dalla Redazione MEE

Middle East Eye,17 luglio 2020

Un esperto delle Nazioni Unite per i diritti umani ha invitato Israele a porre immediatamente fine al blocco di Gaza, aggiungendo che si tratta di una “punizione collettiva” contro il popolo palestinese.

Michael Lynk, relatore speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi, ha definito il blocco che dura da 13 anni una “grave violazione contro i Palestinesi” in una dichiarazione pubblicata venerdì dall’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.

“Quanto sia devastante la politica di punizione collettiva esercitata da Israele si può apprezzare appieno considerando il blocco imposto da 13 anni a Gaza, che ora soffre per un’economia completamente crollata, per le infrastrutture devastate e per un sistema di servizi sociali a malapena funzionante” ha detto Lynk.

“Queste pratiche comportano gravi violazioni ai danni dei Palestinesi, tra cui il diritto alla vita, la libertà di movimento, la salute, un alloggio adeguato e un livello di vita dignitoso”, ha affermato Lynk.

Israele ha imposto dal 2007 un blocco devastante su Gaza, lasciando circa l’80% dei Palestinesi della Striscia praticamente dipendenti dagli aiuti internazionali.

Più di un milione di persone vivono con 3,50 dollari o meno al giorno. Il mare, una volta fonte vitale di reddito per i residenti di Gaza, è soggetto a restrizioni in continua evoluzione sui diritti di navigazione e di pesca.

Il sistema sanitario di Gaza è da tempo sull’orlo del collasso, soffre per carenza di farmaci e materiali sotto il blocco di Israele, mentre le strutture sanitarie sono stremate per le numerose campagne militari israeliane.

Il relatore speciale ha affermato che la strategia di Israele per controllare la popolazione palestinese e i suoi movimenti ha violato le regole fondamentali di ogni moderno sistema legale.

La punizione collettiva imposta a Gaza da Israele

Lynk ha invitato Israele a interrompere immediatamente tutte le azioni che equivalgono a “punizioni collettive contro il popolo palestinese, con milioni di innocenti danneggiati quotidianamente e con l’unico risultato di tensioni più profonde e un clima favorevole a ulteriori violenze”.

La chiusura israeliana di Gaza è un “affronto alla giustizia e allo stato di diritto”, ha detto Lynk.

“Mentre la giustificazione di Israele per imporre il blocco a Gaza era quella di contenere Hamas e garantire la sicurezza di Israele, il risultato reale della chiusura è stata la distruzione dell’economia di Gaza, causando una sofferenza incalcolabile ai suoi due milioni di abitanti”, ha affermato il relatore.

“La punizione collettiva è stata chiaramente vietata dal diritto internazionale umanitario ai sensi dell’articolo 33 della Quarta Convenzione di Ginevra. Non sono ammesse eccezioni.”

Il rapporto di Lynk ha anche criticato la politica israeliana di demolizione punitiva delle case di famiglie palestinesi.

“Dal 1967, Israele ha distrutto più di 2.000 case palestinesi, allo scopo di punire le famiglie residenti per atti che alcuni dei loro membri potrebbero aver commesso, ma certamente non tutti loro”, ha detto.

“Questa pratica viola chiaramente l’articolo 53 della Quarta Convenzione di Ginevra”, ha aggiunto.

https://www.middleeasteye.net/news/israel-collective-punishment-gaza-palestinian-un

Traduzione di Donato Cioli – AssopacePalestina

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