Appello globale di donne leader contro l’annessione e per la pace in Palestina

Lug 1, 2020 | Notizie

Il 30 giugno è stato lanciato un appello contro l’annessione a Israele dei territori occupati palestinesi da parte di circa 40 donne del mondo che sono state prime ministre, cape di Stato, parlamentari, premi Nobel per la pace, dirigenti delle Nazioni Unite. Dall’ Italia, c’è la firma di Luisa Morgantini, già Vice Presidente e Presidente della Commissione Sviluppo del Parlamento Europeo, attualmente Presidente di AssopacePalestina. L’appello è stato lanciato in concomitanza con un analogo appello lanciato da donne palestinesi e donne israeliane. AssopacePalestina ribadisce il suo no all’annessione, al razzismo, all’apartheid e il suo sì alla fine dell’occupazione israeliana e al riconoscimento dello Stato di Palestina. 

Mentre la Carta delle Nazioni Unite segna il suo 75° anniversario, il conflitto più protratto del mondo sta prendendo una piega assai pericolosa con l’annuncio del piano israeliano di annettere parti vaste e vitali del territorio palestinese sulla base del piano Trump per il Medio Oriente che contraddice i parametri concordati a livello mondiale per la pace e il diritto internazionale. Una simile mossa sconvolgerebbe mezzo secolo di sforzi per la pace nella regione e il progetto di due stati sovrani, Israele e Palestina, che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, sulla base dei confini pre-1967, ed avrebbe conseguenze di vasta portata.

È in questo contesto, e in questo ventesimo anniversario dell’adozione della risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU su donne, pace e sicurezza, che le donne israeliane e palestinesi hanno ricordato al mondo quanto sia importante ascoltare e tener conto della voce delle donne in situazioni di conflitto. Abbiamo ricevuto urgenti appelli contro l’annessione inviati sia da donne palestinesi che israeliane. I loro forti appelli, sebbene diversi e distinti, hanno in comune un senso di umanità condivisa e un comune rifiuto di qualsiasi sottomissione, discriminazione, oppressione e violenza.

Entrambi gli appelli sono fondati sul diritto internazionale e sulla risoluzione 1325 che prevede la protezione dei civili, in particolare donne e ragazze, l’importanza critica delle voci delle donne e la loro partecipazione significativa alla risoluzione dei conflitti e ai negoziati di pace, nel garantire una pace duratura e la costruzione di un giusto futuro di speranza per entrambi i popoli basato sul rispetto del diritto internazionale e sull’assunzione delle proprie responsabilità.

Queste donne insistono a gran voce che l’annessione è una minaccia esistenziale per i Palestinesi, gli Israeliani, per la stabilità regionale e un per ordine globale già fragile. Non dobbiamo lasciare senza risposta il loro appello perché chiedono il nostro “sostegno e impegno in una partnership globale per salvare la prospettiva di una soluzione giusta, equa e duratura del conflitto”, per il benessere delle generazioni presenti e future. Ci ricordano che abbiamo “il potere della nostra volontà collettiva di sfidare l’aggressività, la coercizione e la violenza e di porre fine all’impunità e all’ingiustizia affinché prevalgano la libertà e la pace”.

L’annessione costituisce una violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite, nonché delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dell’Assemblea Generale. Contravviene alla norma internazionale fondamentale che vieta l’acquisizione di territorio con la forza e mira a perpetuare l’impresa illegale di insediamento israeliano, rafforzando l’occupazione invece di porvi fine. Metterà gravemente a repentaglio la prospettiva di pace, sicurezza e stabilità regionale, con gravi conseguenze per i popoli palestinese e israeliano, ma anche per la Giordania e la regione in generale. Frammenterà la terra palestinese e destinerà di fatto le enclave palestinesi al controllo militare israeliano permanente.

Sono in gioco la dignità e i diritti del popolo palestinese, la capacità di Israele di essere parte integrante e accettata della regione, così come la pace, la sicurezza e la prosperità regionale e il più ampio ordine internazionale basato sulla legge. L’annessione non può passare incontrastata e un forte impegno internazionale è più che mai necessario, anche attraverso misure efficaci per scoraggiare le azioni unilaterali illegali e raggiungere una pace giusta e duratura.

Sosteniamo l’appello delle donne palestinesi e israeliane contro l’annessione unilaterale e appoggiamo i loro sforzi per prevenire le sue conseguenze disastrose. Il progetto di annessione è stato concepito quasi interamente da uomini, senza alcun riferimento alle prospettive diverse delle donne. Dobbiamo essere guidati dall’umanità e dalla risolutezza delle donne coraggiose che hanno sofferto molto per il conflitto e tuttavia rifiutano di essere accecate dall’odio. Le loro parole prospettano il futuro di cui la regione ha bisogno e che merita. Le nostre azioni devono far sì che questa visione prevalga.

Firmatarie:

Micheline Calmy-Rey, former President, Switzerland

Tarja Halonen, former President, Finland

Roza Otunbayeva, former President, Kyrgyzstan

Mary Robinson, former UN Commissioner for Human Rights, former President, Ireland

Ellen Johnson Sirleaf, Nobel Peace Laureate, former President, Liberia

Gro Harlem Brundtland, former Director-General of the World Health Organisation, former Prime Minister, Norway

Helen Clark, former UNDP Administrator, former Prime Minister, New Zealand

Jóhanna Sigurðardóttir, former Prime Minister, Iceland

Graça Machel, co-founder of the Elders with Nelson Mandela, International advocate for women’s and children’s rights, first Minister of Education, Mozambique

Baleka Mbete, former Deputy President, former Speaker of the National Assembly, South Africa

Isabel Saint Malo de Alvarado, former Vice President, Panama

Nkosazana Dlamini Zuma, former Chairperson of the African Union Commission

Lena Hjelm-Wallen, former Deputy Prime Minister and Foreign Minister,  Sweden

Margot Wallström, former Deputy Prime Minister and Foreign Minister, Sweden

Benita Ferrero-Waldner, former European Commissioner for External Relations and former Foreign Minister, Austria

Susana Malcorra, former Foreign Minister, Argentina

Asha Rose Migiro, former United Nations Deputy Secretary-General, former Foreign Minister, Tanzania

Barbara Hogan, former political prisoner, former Minister of Health, South Africa

Patricia B. Licuanan, former Chairperson, UN Commission on the Status of Women; former Minister of Higher Education, Philippines

Nathalie Loiseau, Chair of the European Parliament Subcommittee on Security and Defence, former Minister of European Affairs, France

Pia Olsen Dyhr, former Minister of Trade and Investments, Denmark

Sima Samar, former Minister of Women’s Affairs, Afghanistan

Christiane Taubira, former Minister of Justice, France

Melanne Verveer, former Ambassador for Global Women’s Issues, USA

Luisa Morgantini, former Vice-President and former Chair of the Committee on Development of the European Parliament, Italy

Claudia Roth, Vice-President of the German Parliament, former Federal Government Commissioner for Human Rights Policy and Humanitarian Aid, Germany

Shirin Ebadi, Nobel Peace Laureate

Mairead Maguire, Nobel Peace Laureate

Jody Williams, Nobel Peace Laureate

Rebecca Johnson, Co-founding first President of the Nobel Peace Laureate International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN)

Karen AbuZayd, former UN Under-Secretary-General, former Commissioner General for UNRWA

Radhika Coomaraswamy, former UN Under-Secretary-General and Special Representative for Children and Armed Conflict

Noeleen Heyzer, former Executive Director, UN Development Fund for Women, UNIFEM; former UN Under-Secretary-General and Executive Secretary of the Economic and Social Commission for Asia and the Pacific

Angela Kane, former UN High Representative for Disarmament Affairs and UN Under-Secretary-General for Management

Navi Pillay, former UN High Commissioner for Human Rights

Joanne Sandler, former Deputy Executive Director, UN Development Fund for Women, UNIFEM

Fatiha Serour, former Deputy Special Representative of the UN Secretary General, Member of the Africa Group for Justice and Accountability

Farida Shaheed, former UN Special Rapporteur on Cultural Rights

Mary Kerry Kennedy, President of Robert F. Kennedy Human Rights Organisation, USA

Charlotte Bunch, Distinguished Professor and Founding Director, Center for Women’s Global Leadership, Rutgers University, Recipient of the Eleanor Roosevelt Award for Human Rights, USA 

Anne Marie Goetz, former Chief Advisor on Governance, Peace and Security for the United Nations Development Fund for Women, Professor, Center for Global Affairs, New York University, USA

Anne-Marie Slaughter, Former director of policy planning for the US Department of State, Recipient of the Secretary’s Distinguished Service Award, Bert G. Kerstetter ’66 University Professor Emerita of Politics and International Affairs, Princeton University, USA

Nayereh Tohidi, Professor, former Chair of the Department of Gender & Women Studies and founding Director of the Middle Eastern and Islamic Studies, California State University, USA

4 Commenti

  1. Vera Sessi

    Basta soprusi, basta violenza!

    Rispondi
  2. Gianna Dissette

    Lottiamo per impedire ulteriori piani di occupazione dei territori e per restituire Gerusalemme a tutti. Sono solo uomini , americani, israeliani, arabi, quelli che continuano ad allontanare una pace vera e giusta.

    Rispondi
  3. Doretta Pontara

    Mi unisco a questo appello e spero che tante persone, che hanno a cuore la giustizia e la pace, sostengano e promuovano questa iniziativa

    Rispondi
    • Annapaola

      Pace e giustizia per la Palestina

      Rispondi

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