Erekat: l’annessione porterà al disastro, Israele si muove come un impero in rovina

L’alto funzionario dell’Autorità Palestinese accusa gli Stati Uniti di bloccare i colloqui diretti tra le due parti e di comportarsi come un intermediario di Israele; dice che Netanyahu vede la presidenza di Trump come “un’opportunità che Dio gli ha dato per imporre la propria volontà” ai Palestinesi, ma che questo non accadrà.

di Alexandra Lukash e Nir Cohen |

Ynetnews, 10 giugno 2020

L’alto funzionario dell’Autorità Palestinese Saeb Erekat ha avvertito mercoledì 3 giugno che l’annessione a Israele degli insediamenti in Cisgiordania e della Valle del Giordano porterebbe a un “disastro” e ha paragonato Israele a un impero destinato a crollare a causa delle sue stesse azioni.

“Quello che Benjamin Netanyahu sta facendo con l’annessione … mentre manda all’aria la soluzione a due stati, mette Palestinesi e Israeliani sulla strada del conflitto”, ha detto Erekat a Ynet.

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Saeb Erekat (Photo: AP)

“Nel corso della storia dell’uomo, delle entità politiche e degli imperi, gli imperi sono crollati e le nazioni sono crollate, semplicemente perché pensavano, come [Israele] fa ora, che se hai il potere puoi avere la prosperità. Ciò di cui abbiamo bisogno tutti noi, Israele compreso, è la pace. E la pace non può essere fatta con la continuazione dei tuoi insediamenti, dell’apartheid e dell’occupazione”, ha detto.

Erekat, che ha guidato i negoziati con Israele per l’Autorità Palestinese, ha affermato che la soluzione a due stati era l’unica opzione praticabile per una soluzione pacifica del conflitto, mentre l’annessione significherebbe la fine di tale opzione.

“Ciò di cui Palestinesi e Israeliani hanno bisogno è sapere che ognuno ha il proprio stato e i propri confini, per vivere come buoni vicini, ognuno all’interno del suo stato”, ha affermato.

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Saeb Erekat e Mahmoud Abbas partecipano a una riunione di emergenza della Lega Araba al Cairo per discutere del piano di pace di Trump, 1 febbraio 2020 (Foto: Reuters)

L’ex negoziatore e capo dell’OLP ha smentito le notizie secondo cui l’Autorità Palestinese intendeva dichiarare lo Stato Palestinese se Israele avesse approvato il piano per imporre la propria sovranità agli insediamenti in Cisgiordania e alla Valle del Giordano.

“Non esiste una dichiarazione, non abbiamo bisogno di una dichiarazione”, ha detto Erekat. “Il nostro status legale è quello di uno stato sotto occupazione. La risoluzione 67/19 del 2012 dell’Assemblea Generale [delle Nazioni Unite] ha specificato la composizione geografica dello Stato della Palestina come l’insieme di Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est e ci ha dato lo status di Stato Osservatore o di Stato Non Membro. Quindi … quelli che parlano di dichiarare uno stato non sanno di cosa stanno parlando. “

Erekat ha respinto l’affermazione secondo cui i Palestinesi si rifiuterebbero di negoziare con Israele, direttamente o attraverso gli Stati Uniti, ed ha accusato la leadership israeliana di ostacolare i colloqui diretti e di incolparne l’AP.

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Il primo ministro Benjamin Netanyahu e il presidente Donald Trump alla presentazione del piano di pace degli Stati Uniti alla Casa Bianca in gennaio (Foto: AP)

Ha anche accusato l’amministrazione Trump di lavorare di fatto per Israele durante il processo diplomatico.

“Ci siamo seduti con il presidente [Donald] Trump e la sua squadra, e voglio che gli Israeliani ascoltino la verità, ascoltino i fatti e smettano di ascoltare le bugie che i loro leader dicono su di noi”, ha aggiunto.

“Abbiamo tenuto 37 incontri con il presidente Trump e il suo team nel 2017. Quattro incontri con Trump e 33 incontri al mio livello con [il consulente senior di Trump] Jared Kushner. In ogni singolo incontro, ho chiesto di incontrare le mie [controparti] israeliane.”

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Jared Kushner e Mahmoud Abbas si incontrano a Ramallah nel 2017 (Foto: Getty Images)

Ma, ha affermato Erekat, gli Stati Uniti non facilitano i colloqui diretti tra Israele e l’Autorità Palestinese.

“In ogni singolo incontro ho chiesto agli Americani di mettermi in contatto con gli Israeliani; ho detto loro che dovevamo sederci con gli Israeliani, abbiamo bisogno di discutere e negoziare, ascoltare le loro posizioni e mettere [sul tavolo] le nostre, in modo che si possa fare un compromesso. Gli Americani hanno rifiutato”, ha detto.

“Oggi Israele non ha un negoziatore israeliano. I negoziatori di Israele sono [l’ambasciatore degli Stati Uniti in Israele] David Friedman, [l’inviato internazionale di Trump] Avi Berkowitz e Jared Kushner”, ha detto.

“Il 24 aprile 2014, è stato il signor Benjamin Netanyahu a interrompere i negoziati con noi, questa è la verità. Non vuole negoziare; crede che Trump sia un’opportunità che Dio gli ha dato di dettare [a] noi la sua volontà, ma questo non accadrà. Ci sta portando tutti sulla strada della perdizione e del disastro”.

https://www.ynetnews.com/article/Hki4vDA2L

Traduzione di Donato Cioli – AssopacePalestina

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