Rapporto OCHA 2 – 15 luglio 2019.

Rapporto sulla Protezione dei Civili nei Territori Palestinesi occupati

per il periodo:  2 – 15 luglio 2019.

La versione in italiano dei rapporti ONU OCHA è a cura dell’Associazione per la pace – gruppo di Rivoli: https://sites.google.com/site/assopacerivoli/materiali/rapporti-onu/rapporti-settimanali-integrali

Nota per chi ha poco tempo: gli aspetti salienti di ciascuna notizia sono scritti in grassetto

Nella Striscia di Gaza, durante il periodo di riferimento, 359 palestinesi sono stati feriti da forze israeliane in manifestazioni svolte nel contesto della “Grande Marcia di Ritorno”, un calo significativo di feriti da quando, nel marzo 2018, iniziarono le dimostrazioni.

In almeno undici occasioni, non collegate alla “Grande Marcia di Ritorno”, le forze israeliane hanno aperto il fuoco [di avvertimento] verso agricoltori e pescatori, allo scopo di far rispettare le restrizioni di accesso ai terreni [della Striscia] prossimi alla recinzione perimetrale con Israele e, in mare, alle zone di pesca interdette [ai palestinesi]; non sono stati segnalati feriti. Due pescatori, di cui uno minorenne, sono stati arrestati e la loro barca confiscata; uno è stato rilasciato il giorno stesso. In un altra occasione, le forze israeliane sono entrate nella Striscia ed hanno svolto operazioni spianatura del terreno e di scavo in prossimità della recinzione. In un altro episodio, un palestinese è stato arrestato mentre tentava di infiltrarsi in Israele.

L’undici luglio, un 28enne palestinese, membro di Hamas, è stato ucciso con arma da fuoco dalle forze israeliane vicino alla recinzione perimetrale, ad est di Beit Hanoun, nel nord della Striscia. Secondo fonti dell’esercito israeliano, l’uomo è stato ucciso per una errata identificazione.

A Kafr Qaddum (Qalqiliya), durante la protesta settimanale contro l’espansione degli insediamenti colonici e le restrizioni di accesso [imposte ai palestinesi], le forze israeliane hanno colpito con arma da fuoco un ragazzo di 10 anni, ferendolo alla testa. Testimoni oculari palestinesi hanno dichiarato che il ragazzo non era coinvolto negli scontri quando è stato colpito. Complessivamente, durante proteste e scontri in Cisgiordania, le forze israeliane hanno ferito 18 palestinesi, tra cui almeno nove minorenni [di seguito il dettaglio]. Questi 18 ferimenti includono: quattro palestinesi feriti nella zona di Al Isawiya a Gerusalemme Est, durante scontri con forze israeliane che stavano rimuovendo un memoriale di un palestinese ivi ucciso da un poliziotto israeliano il 27 giugno; una madre ed il figlio 14enne, aggrediti fisicamente e feriti da forze israeliane nella zona di Ras al Amud, a Gerusalemme Est, mentre resistevano all’arresto del ragazzo per presunto lancio di pietre; tre palestinesi feriti a Kafr Qaddum (Qalqiliya), durante la dimostrazione settimanale; cinque palestinesi, tra cui quattro minori, sono stati feriti in scontri innescati da tre operazioni di ricerca e arresto (le forze israeliane hanno condotto 142 di tali operazioni, arrestando oltre 167 palestinesi, tra cui sei minori); due palestinesi sono rimasti feriti da forze israeliane negli scontri che hanno fatto seguito all’ingresso di israeliani in un sito religioso nella città di Nablus.

Il 6 luglio, cinque soldati israeliani di pattuglia nei pressi del checkpoint di Hizma (Gerusalemme), sono stati investiti e feriti da un veicolo guidato da un palestinese. Le forze israeliane hanno svolto operazioni di ricerca nella zona e, ad un checkpoint volante vicino a Gerusalemme, hanno arrestato la persona sospettata.

Il 10 luglio, dopo 24 anni di procedure legali, le autorità israeliane hanno sfrattato una madre e i suoi quattro figli adulti dalla loro casa nella zona di Wadi al Hilweh del quartiere di Silwan, a Gerusalemme Est. La casa è stata consegnata ad una organizzazione israeliana di coloni, Elad, che ne aveva rivendicato la proprietà.

Citando la mancanza di permessi di costruzione rilasciati da Israele (quasi impossibili da ottenere), le autorità israeliane hanno demolito o sequestrato undici strutture di proprietà palestinese nella zona C e Gerusalemme Est; non ci sono stati sfollati, ma 1.270 persone hanno subìto ripercussioni di varia entità. Tre delle strutture prese di mira dal provvedimento erano cisterne per acqua finanziate da donatori e si trovavano in Area C, nelle comunità di Dkaika, Kashem al Karem ed An Najada. Circa 1.200 persone, tra cui 400 bambini, sono state colpite dalle demolizioni o sequestri delle cisterne. Dieci delle [11] strutture prese di mira si trovavano in otto diverse Comunità dell’Area C [di seguito il dettaglio]. Era inclusa una struttura commerciale nel villaggio di Idhna (Hebron), demolita poiché si trovava all’interno di un’area designata da Israele come “zona 309A per esercitazioni a fuoco”. Le restanti nove strutture interessate in Area C [delle 10 citate] includevano una residenza disabitata, quattro strutture di sostentamento e quattro strutture agricole. Altri due edifici in costruzione sono stati demoliti nella città di Az Zaayyem ed in As Sawahira ash Sharqiya, in aree situate all’interno della zona definita da Israele come municipalità di Gerusalemme.

In otto episodi, di cui sono stati autori coloni israeliani, sono stati feriti due palestinesi e danneggiati 200 ulivi di proprietà palestinese [segue dettaglio]. Due palestinesi, tra cui un minore, sono stati aggrediti fisicamente e feriti da coloni in due diversi episodi avvenuti nella zona H2 della città di Hebron e vicino alla città di Hizma (Gerusalemme). In altri due episodi separati, fonti della Comunità locale palestinese hanno riferito che sospetti coloni israeliani hanno vandalizzato 200 ulivi e fichi e alberelli appartenenti a contadini dei villaggi di Susiya (Hebron) e dell’Area B di Turmus’ayya (Ramallah). In altri episodi, avvenuti nei villaggi di Deir Jarir (Ramallah) e Yanun (Nablus), è stato riferito che coloni hanno fatto pascolare le loro pecore su terreni agricoli palestinesi, vandalizzando circa 3,5 ha di terra coltivata a grano e orzo. In altri due episodi, coloni israeliani sono entrati nei villaggi di Awarta (Nablus) e Deir Qaddis (Ramallah), entrambi in Area B [cioé, con amministrazione palestinese e controllo israeliano per la sicurezza], hanno bucato le gomme di 25 veicoli palestinesi e spruzzato graffiti tipo “questo è il prezzo [che dovete pagare]” su quattro case, una scuola ed un asilo nido.

Media israeliani hanno riferito di nove episodi di lancio di pietre da parte di palestinesi contro veicoli israeliani; due coloni sono rimasti feriti e diversi veicoli sono stati danneggiati.

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