Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti
Sig. Ministro,
con questa lettera desideriamo esprimere il nostro sostegno e la nostra condivisione all’appello a Lei rivolto dalla Società per gli Studi per il Medio Oriente SeSaMO in merito all’inclusione dell’Università di Ariel tra le istituzioni accreditate dal Council for Higher Education di Israele. Tale appello fa seguito al comunicato congiunto del Ministero Palestinese dell’Istruzione Superiore, del Consiglio dei Presidenti delle Università palestinesi, della Federazione palestinese dei sindacati dei professori e dei dipendenti universitari, del Consiglio delle Organizzazioni Palestinesi per i diritti umani PHROC, che chiede :
- ai governi e all’unione europea il non riconoscimento e il non accreditamento dell’Università di Ariel;
- ai Ministeri dell’Istruzione di tutto il mondo di non accreditare diplomi dell’Università di Ariel;
- alle Istituzioni accademiche internazionali e Centri di ricerca di porre fine a tutti i link istituzionali dell’Università di Ariel;
- agli Accademici internazionali di non partecipare a qualsiasi attività o progetto organizzato o sponsorizzato dall’Università di Ariel;
- alle riviste accademiche di non riconoscere l’Università di Ariel.
Non riconoscere e non collaborare con organismi e istituzioni illegali è un precetto fondamentale del diritto internazionale, in particolare per quanto riguarda gli insediamenti israeliani, condannati più volte dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite come una “flagrante violazione del diritto internazionale”. Inoltre secondo la quarta Convenzione di Ginevra gli insediamenti israeliani e il trasferimento di coloni israeliani in territorio occupato possono configurarsi come “crimini di guerra”.
L’insediamento di Ariel, fondato nel 1978 al centro della West Bank, è uno dei più grandi della Cisgiordania ed è stato costruito su terra confiscata ai vicini villaggi palestinesi, che è stata coltivata da famiglie di contadini per generazioni. Il muro che difende Ariel, progettato in modo tale da facilitare l’annessione degli insediamenti ad Israele e dichiarato illegale nel 2004 dalla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia, limita la libertà di movimento dei palestinesi, sottrae ai contadini terra coltivabile e li separa spesso dalle loro terre e anche dai loro affetti. Gli insediamenti come quello di Ariel, derubando il popolo palestinese della propria terra, sono parte integrante del sistema israeliano di occupazione militare e di oppressione coloniale, che domina tutti gli aspetti della vita palestinese, in particolare l’istruzione e ne impedisce di fatto il diritto all’autodeterminazione.
Come Associazione impegnata sul fronte della difesa dei diritti umani e della giustizia per il popolo palestinese sotto occupazione militare e regime di apartheid da oltre 70 anni, non possiamo restare in silenzio dinanzi ad una ennesima violazione della legalità internazionale.
Confidando che queste nostre sollecitazioni possano servire a farle prendere la decisione più giusta, Le porgiamo distinti saluti.
Con stima
A cura di Assopace Palestina