APPELLO
“Io sto con Mohammad Bakri”
Il regista di Jenin Jenin è di nuovo sotto processo in Israele
per aver documentato il massacro del 2002
Tra i primi firmatari del mondo del cinema, hanno aderito:
Bertolucci, Martone, Maselli, Montaldo, Taviani, Giordana
e i direttori dei festival di Venezia e Berlino
Noi, sottoscritti, esprimiamo pieno appoggio e solidarietà a Mohammad Bakri. Chiediamo che si ponga fine alla sua persecuzione e invitiamo i mezzi di comunicazione a offrire un’informazione basata sui fatti in difesa della libertà di espressione.
Il regista e attore palestinese di cittadinanza israeliana, Mohammad Bakri, è di nuovo al centro di una campagna di diffamazione e persecuzione giudiziaria in Israele per aver raccontato in un docu-film la distruzione da parte dell’esercito israeliano del campo profughi di Jenin.
Jenin Jenin è un documentario realizzato da Bakri pochi giorni dopo la fine dell’offensiva militare israeliana contro il campo profughi di Jenin, nel nord della Cisgiordania. Documenta il punto di vista palestinese su una delle pagine più tragiche dell’operazione “Scudo difensivo”, lanciata tra marzo e aprile del 2002 dall’esercito israeliano, che ha comportato oltre 500 morti, migliaia di feriti, invasioni nelle diverse città palestinesi, blocchi stradali e coprifuoco. A Jenin vennero uccisi oltre 50 palestinesi e il campo fu raso al suolo. Come disse un soldato israeliano, grande tifoso di calcio, intervistato dal quotidiano Yediot Ahronot il 31 maggio “Gli abbiamo lasciato un enorme campo da calcio”.
Jenin Jenin è uscito a giugno del 2002 e Bakri è diventato subito oggetto di campagne diffamatorie da parte di parlamentari israeliani ed estremisti. La proiezione del film è stata vietata per due anni e il regista ha dovuto subire un processo per vilipendio e diffamazione, istruito sulla base delle denunce di alcuni militari israeliani che chiedevano centinaia di migliaia di euro di risarcimento. Nel 2006 Bakri è stato assolto, ma la sua odissea non è finita. Nel 2016 è stato denunciato di nuovo, da un capitano dell’esercito israeliano, e il 3 gennaio del 2019 dovrà affrontare una nuova udienza.
“Questo incubo è nato perché ho osato raccontare la mia storia. Una storia diversa dalla loro” ha spiegato Mohammad Bakri. La storia di Jenin deve poter essere raccontata da ogni punto di vista, senza preclusioni o censure.
Una dichiarazione di Mohammad Bakri è disponibile in video: https://youtu.be/3rposPnJjTQ
Tutti sono invitati ad aggiungere la loro firma a quelle che sono arrivate dal mondo del cinema.
Per sottoscrivere l’appello inviare una mail all’indirizzo: conbakri@gmail.com
Potete inviare e condividere anche un vostro video o foto con l’hashtag #IoStoConBakri
Prime adesioni:
Alberto Barbera,
Bernardo Bertolucci,
Barbora Bobulova,
Carlo Chatrian,
Davide Ferrario,
Tonino De Bernardi,
Guido De Monticelli,
Gianni Di Luigi,
Elio Germano,
Marco Tullio Giordana,
Wilma Labate,
Mario Martone,
Citto Maselli,
Valerio Mastandrea,
Antonio Medici,
Giuliano Montaldo
Moni Ovadia,
Ottavia Piccolo,
Roberto Perpignani,
Silvano Piccardo,
Isabella Ragonese,
Michele Riondino,
Gianfranco Rosi,
Giovanna Taviani,
Paolo Taviani,
Roberta Torre,
Sandro Veronesi,
Daniele Vicari