Decisa presa di posizione di Amnesty International.
5 settembre 2018
In seguito alla decisione della Corte Suprema israeliana (la seconda in meno di due mesi) di approvare la demolizione di Khan al-Ahmar, rigettando le disperate petizioni dell’ultimo momento dei residenti di questo villaggio cisgiordano, il capo dell’Ufficio di Amnesty International a Gerusalemme, Saleh Higazi, ha detto:
“Con questa sentenza vergognosa e chiaramente illegale, la Corte Suprema ha confermato la sua tendenza a farsi complice nel crimine di trasferimento forzato di comunità palestinesi per favorire l’espansione di colonie per soli Ebrei. La Corte non solo ha rifiutato completamente ai residenti la protezione prevista per loro dalla Legge Umanitaria Internazionale, ma ha anche convalidato le politiche discriminatorie delle autorità israeliane.”
“Se la comunità internazionale non intraprende immediatamente i passi necessari per impedire che questo crimine sia compiuto, migliaia di altri Palestinesi che vivono intorno a Gerusalemme o nella Valle del Giordano dovranno ora affrontare un rischio imminente di trasferimento forzato.
I bambini palestinesi sono tornati alla loro scuola in anticipo per impedire che fosse demolita.
di Laith Abu Zeyad
Addetto campagne di Amnesty International per Israele e Territori Palestinesi Occupati.
6 settembre 2018
Se vi siete goduti le vostre vacanze estive, dedicate un momento di riflessione ai bambini della scuola di Khan al-Ahmar nella Cisgiordania occupata, che quest’anno hanno accorciato le vacanze e sono tornati alla loro scuola in anticipo per cercare di evitare che l’esercito israeliano la distruggesse.
In giugno, quando ho visitato il villaggio di Khan al-Ahmar, costruito più di 60 anni fa dalla tribù beduina Jahalin, quei bambini mi dissero che la loro maggior paura era che arrivassero le forze israeliane per demolire le case e la scuola. Un mese dopo, le loro paure hanno cominciato ad avverarsi.
Khan al-Ahmar è una delle 46 comunità palestinesi della Cisgiordania centrale che Israele vuole traferire forzatamente per far posto a colonie illegali per soli Ebrei. Il 24 maggio, la Corte Suprema israeliana ha sentenziato a favore della demolizione del villaggio. Il 4 giugno, l’esercito israeliano ha tentato di sloggiare con la forza gli abitanti di Khan al-Ahmar, attaccando violentemente sia loro che gli attivisti solidali che erano presenti. In risposta a questo attacco, gli abitanti del villaggio hanno cercato di prendere misure energiche. Il 16 luglio, il ministero palestinese dell’istruzione ha stabilito che l’inizio dell’anno scolastico a Khan al-Ahmar sarebbe avvenuto con due mesi di anticipo. Gli studenti hanno sacrificato le loro vacanze estive per protestare contro la minacciata distruzione della scuola e nel tentativo di proteggerla dai bulldozer.
Khan al-Ahmar si trova ad est di Gerusalemme, vicino alle colonie illegali di Maale Adumim e Kfar Adumim. Il fatto che Israele trasferisca i suoi cittadini ad abitare in queste colonie –e in più di 200 altre– è una violazione del diritto internazionale e un crimine di guerra.
La prima cosa che si nota avvicinandosi a Khan al-Ahmar è che non ci si può arrivare in macchina. Non c’è un accesso dall’autostrada che connette senza soluzione di continuità la zona delle colonie con il resto di Israele. Abbiamo invece dovuto parcheggiare la macchina, attraversare l’autostrada e scavalcare una piccola barriera per arrivare al villaggio. Oltre ad essere circondata dalle colonie israeliane, Khan al-Ahmar si trova vicino a una base militare israeliana e a una zona di insediamenti industriali.
Da più di 60 anni, la comunità beduina Jahalin lotta per mantenere il proprio stile di vita. Scacciati negli anni ’50 dalle loro terre tribali del Negev, sono stati incessantemente molestati, pressati e trasferiti ad opera dei governi israeliani che si sono succeduti, tutti evidentemente decisi a farli scomparire.
L’ultima decisione di Israele di espandere le colonie illegali nell’area ad est di Gerusalemme, dividendo effettivamente in due la Cisgiordania occupata, causerà ulteriori disagi alle comunità locali.
Ci sono 20 comunità simili di Beduini Jahalin nella zona, per un totale di 2.300 rifugiati, molti dei quali sono minori.
Queste comunità si trovano in una zona designata come Area C in base agli Accordi di Oslo firmati nel 1993 da Israele e dall’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). In quest’area, che rappresenta più del 60% della Cisgiordania occupata, l’esercito israeliano ha il completo controllo sulla popolazione palestinese che ci vive. L’Amministrazione Civile israeliana, in realtà un ente militare, controlla piani regolatori e destinazioni d’uso, impedendo ai Palestinesi di costruire e sviluppare le loro comunità. L’Amministrazione Civile israeliana si è rifiutata di fornire a Khan al-Ahmar (e ad altre comunità palestinesi nell’area C) acqua, elettricità, strade o una rete fognaria. Ha bloccato la costruzione di case e negli ultimi 10 anni ha demolito più di 25 abitazioni a Khan al-Ahmar. Nel villaggio ci sono più di 160 strutture, tra cui una scuola, una moschea e una clinica, costruite per lo più con metallo ondulato e legno.
La scuola
La scuola di Khan al-Ahmar, che fu costruita nel 2009 usando fango e copertoni d’auto usati, serve più di 150 studenti (tra i 6 e i 15 anni) provenienti da cinque villaggi che non avrebbero altrimenti accesso all’istruzione.
“I ragazzi non hanno altro posto dove giocare, oltre a questo della scuola. Questo è il posto dove studiano, giocano e si divertono di più,” mi ha detto Abu Khanes, il portavoce della comunità, mentre mi portava a giro per il villaggio.
Ma tutto questo è destinato ad essere distrutto.
I ragazzi di Khan al-Ahmar non hanno avuto il lusso di una vacanza questa estate, e presto potrebbero non avere il lusso di andare affatto a scuola in pace e comodità.
Gli abitanti di Khan al-Ahmar non devono essere lasciati soli in questa battaglia. Fate sentire la vostra voce e mobilitatevi per impedire a Israele di scacciare migliaia di Palestinesi dalla loro terra per poi usarla illegalmente allo scopo di creare insediamenti che ospitano esclusivamente coloni ebrei israeliani.
Israele deve cancellare immediatamente i suoi piani di evacuazione dei Jahalin dalla loro terra e cancellaretutti gli ordini di demolizione delle loro case. Israele deve invece trasferire la responsabilità per le politiche di pianificazione e costruzione nei territori occupati dalle autorità israeliane alle comunità palestinesi locali.
Traduzione di Donato Cioli