Donatello Santarone di Assopace Palestina risponde alla lettera du Claudio della Seta pubblicata sul Manifesto il 25 aprile 2018 (vedi sotto)
Scrivo queste righe in risposta alla lettera di Claudio Della Seta che definisce “intrusi” i palestinesi residenti in Italia che partecipano alle celebrazioni del 25 aprile. Ma un popolo che lotta da 70 anni contro l’occupazione militare, l’espropriazione e la colonizzazione delle sue terre e che vive in un perenne stato di precarietà e insicurezza, circondato da muri e check points, non ha diritto di manifestare a fianco di chi sostiene la legittimità della lotta condotta dai partigiani contro un’altra occupazione, quella nazifascista? Mi sia consentito ricordare le parole che Franco Lattes Fortini, un poeta e un intellettuale figlio di un ebreo fiorentino antifascista, scrisse in una “Lettera agli ebrei italiani” apparsa su “il manifesto” del 24 maggio 1989: “Ogni casa che gli israeliani distruggono, ogni vita che quotidianamente uccidono e persino ogni giorno di scuola che fanno perdere ai ragazzi di Palestina, va perduta una parte dell’immenso deposito di verità e sapienza che, nella e per la cultura d’Occidente, è stato accumulato dalle generazioni della Diaspora, dalla sventura gloriosa o nefanda dei ghetti e attraverso la ferocia delle persecuzioni antiche e recenti. Una grande donna ebrea cristiana, Simone Weil, ha ricordato che la spada ferisce da due parti.”
Lettera al Manifesto del 25 aprile 2018:
“…I padri e i nonni degli attuali palestinesi erano invece alleati di Hitler, il cui esercito comprendeva anche la famigerata 13 divisione SS Handshar formata da truppe musulmane, il cui stemma era estremamente simile alla bandiera palestinese. Ecco perché quelle due bandiere non possono sfilare insieme nello stesso corteo, soprattutto il 25 aprile, la prima combatteva contro Hitler, la seconda per Hitler.
Viva il 25 aprile, viva la resistenza, no agli intrusi. “
Claudio della Seta