Per Gaza, per la vita, terra, libertà della Palestina e dei Palestinesi

AssopacePalestina invita ad iniziative ovunque per ribadire il diritto del popolo palestinese alla terra, alla vita, alla libertà

 e chiedere la protezione della popolazione palestinese da parte delle Nazioni Unite. Basta impunità per  Israele.

A Roma Domenica di  Pasqua  ore 11  raccogliamo l’invito della Comunità Palestinese di Roma e del Lazio e troviamoci in

Piazza San Pietro all’interno della Piazza dove vi è la fontana accanto al balcone dove si affaccia il papa.

FATE CARTELLI PICCOLI CHE POSSANO PASSARE DALLE MAGLIE DEI CONTROLLI CHE CI SARANNO IN PIAZZA,

SE AVETE BANDIERE  PALESTINESI PORTATELE. Leggete sotto invito della comunità palestinese di Roma e del Lazio.

Più sotto richiesta comunità palestinese e comunicato rete romana di solidarietà con la Palestina di cui AssopacePalestina è parte.

 

Comunità Palestinese Roma 

sab 31/03/2018, 07:23

Buongiorno a tutti,

invitiamo tutte le amiche e gli amici della Palestina (chi può), ad un raduno a Piazza S. Pietro.

Domenica ore 11, per poter superare i controlli e trovarci in Piazza.

Chiedo a tutti di portare solo cartelli piccoli con la scritta sotto la bandiera palestinese: Pace giusta in Palestina.

Auguriamo a tutti voi e famiglia, una buona e serena Pasqua.

Dott. Yousef Salman

Presidente Comunità Palestinese di Roma e del Lazio

cell.: 3479013013

Abbiamo bisogno di ponti e non di muri

نحن بحاجة لجسور وليس لجدران

STRAGE A GAZA

Nel momento in cui mandiamo in stampa questo comunicato, almeno 16 sono i palestinesi uccisi a Gaza,  e migliaia i feriti, alcuni gravemente, come ha dichiarato il Ministro della sanità palestinese, che ha lanciato un appello alla popolazione per donazioni di sangue.

La situazione è tanto più grave in quanto gli ospedali di Gaza sono allo stremo per mancanza di presidi sanitari e medicochirurgici, farmaci, energia e rifornimenti idrici a causa del blocco di Israele che dura da 11 anni.

Ieri era il 42 esimo anniversario della “Giornata della Terra”, che commemora i  palestinesi uccisi  dalla polizia israeliana in Galilea, mentre protestavano contro la confisca della propria terra.

In questa occasione diverse organizzazioni politiche palestinesi hanno promosso la “Marcia del ritorno”, iniziativa che si dovrebbe concludere il 15 maggio in occasione dell’anniversario della Nakba, la “catastrofe” allorché oltre 800.000 palestinesi 70 anni fa, nel 1948, furono espulsi dalle loro o trucidati.

Da giovedì 29 marzo decine di migliaia di palestinesi si sono accampati a 700 metri dal confine, e ieri si sono messi in marcia verso la fascia, che per una larghezza di 300 metri dal  muro che separa Gaza da Israele, non può essere calpestata da palestinesi, nemmeno per coltivare le proprie terre, senza  correre il rischio di essere colpiti da armi da fuoco. E infatti, ieri mattina il primo palestinese ad essere ucciso è stato un coltivatore di Gaza.

Questa zona è stata dichiarata “area militare chiusa”, e qui si sono schierate le forze israeliane con oltre 100 tiratori scelti, squadre speciali e carrarmati, dichiarando che chiunque avesse osato penetrare nell’area sarebbe stato colpito con munizioni vive.

E questo è successo: non appena migliaia di palestinesi, tra cui moltissime donne, in numero crescente hanno iniziato a manifestare e camminare pacificamente, sono stati accolti da una pioggia di gas lacrimogeni, pallottole di acciaio ricoperte di gomma e munizioni vere.

Non vi sono stati “scontri” e azioni violente da parte dei palestinesi, come riferiscono i media nostrani che si basano esclusivamente sui comunicatidell’esercito israeliano.

E’ stata l’intera popolazione della Striscia ad andare e venire verso i confini. Da nord a sud della striscia sono arrivati sin dalle prime ore del giorno donne, uomini, bambini, anziani, disabili, a piedi, in moto, in macchina, con il ciuco o il cavallo. Con la sola bandiera palestinese

Per gridare al mondo che hanno voglia di vivere e di andare sulla loro terra anche oltre il confine, che non vogliono e non possono continuare a stare chiusi in una prigione a cielo aperto.

Volti sorridenti, fiori in mano anche se spari e gas cadevano su di loro ferendo e uccidendo.

Nessuna battaglia campale come purtroppo i nostri media stanno descrivendo, nessun provocatore ma una grande forza popolare per la libertà.

La Comunità internazionale non può continuare a voltarsi dall’altra parte. Vi è una sola risposta che deve essere data perché cessi lo strazio odierno e di ben 11 anni di embargo: che Israele tolga il blocco  totale che lentamente sta uccidendo la popolazione di Gaza e che l’ONU intervenga  immediatamente per proteggere la popolazione civile.

31 marzo 2018 – Rete Romana di Solidarietà con il popolo palestinese –

reteromanapalestina

www.assopacepalestina.org

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