Il Centro Media e Comunicazione di Gerusalemme (JMCC) ha pubblicato i risultati del suo sondaggio n° 90 (settembre 2014) su vari aspetti politici, sociali e culturali della realtà palestinese.
Tra le novità emerse: pessimismo sul ruolo dell’amministrazione Trump nei negoziati; caduta della fiducia nei vari partiti; aumento della popolarità di Marwan Barghouthi.
Un sondaggio d’opinione condotto dal Jerusalem Media and Communication Centre (JMCC) in collaborazione con la Friedrich-Ebert-Stiftung, indica che, a sei mesi dall’elezione di Trump, i Palestinesi sono pessimisti sul ruolo degli Stati Uniti nel processo di pace. La maggior parte (79,3%) ha detto che l’appello di Trump per una ripresa del processo di pace non era serio, contro l’11,9% per i quali era serio. Allo stesso tempo, il 42,9% ha detto che c’è un declino nell’interesse americano per il processo di pace in Medio Oriente, mentre per il 42,8% non c’è stato cambiamento rispetto alla precedente amministrazione USA.
Inoltre, la maggior parte degli intervistati (54%) raccomanda alla leadership palestinese di riprendere i negoziati se Trump li sostiene (a condizione che sia interrotta la costruzione degli insediamenti), contro il 30,6% secondo i quali la leadership palestinese non vi dovrebbe partecipare.
Sono stati intervistati 1199 Palestinesi (749 in Cisgiordania e 450 a Gaza) di cui 462 maschi e 737 femmine.
Negoziati al posto di operazioni militari
La maggioranza dei Palestinesi (54,2%) è ancora favorevole in via di principio a una ripresa dei negoziati con Israele, mentre il 41,9% è contrario. Tuttavia, il 35,6% dice che il processo di pace è morto e non può essere resuscitato, mentre il 39,6% dice il processo di pace è in difficoltà ed ha un futuro incerto. Il 19,7% dice che il processo di pace è ancora in vita e può essere ripreso.
La percentuale di coloro che sostengono la ripresa di operazioni militari contro obiettivi israeliani come risposta appropriata nelle attuali condizioni politiche è sceso al 28,6%, contro il 42,7% in ottobre 2014 e il 50,9% in dicembre 2012.
Inoltre, la maggioranza degli intervistati (54,7%) continua a sostenere l’Iniziativa Araba di Pace, rispetto al 36,1% che la avversa e il 9,2% che non ha un’opinione in proposito.
Dichiarazione Balfour
In occasione dei 100 anni dalla Dichiarazione Balfour, il 40,6% degli intervistati dice che la Gran Bretagna è largamente responsabile dell’attuale situazione palestinese, mentre il 19.6% dice che è parzialmente responsabile e il 30,4% che non ha alcuna responsabilità.
Opposizione allo scioglimento dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP)
Malgrado un declino della percentuale di coloro che giudicano buone o molto buone le prestazioni dell’ANP, la maggioranza degli intervistati è contraria la suo scioglimento. La percentuale di coloro che giudicano buone le prestazioni dell’ANP scende dal 61,6% in novembre 2013 al 54,1% in settembre 2017. Allo stesso tempo, la percentuale di coloro che giudicano cattive le prestazioni dell’ANP sale al 45,9% dal 33,6% del novembre 2013. Tuttavia, la maggior parte degli intervistati (65,5% ) è contraria al suo scioglimento e ritiene necessario mantenerla.
Fiducia nei partiti
L’inchiesta mostra un aumento senza precedenti di coloro che non hanno fiducia in alcun partito politico, che raggiungono una percentuale del 42,8%. Da notare che tale percentuale è molto più alta in Cisgiordania (49,9%) che nella Striscia di Gaza (30,9%).
La fiducia in Fatah cade al 25% in questo sondaggio dal 33,1% del luglio 2016. Da notare che la fiducia in Fatah nella Striscia di Gaza (34,7%) è più alta che in Cisgiordania (19,2%). Quanto alla fiducia in Hamas la fiducia rimane al 14,5%, contro il 14,3% del luglio 2016. Comunque, la fiducia in Hamas è molto più alta a Gaza (22,9%) che in Cisgiordania (9,5%). Tuttavia, alla domanda di chi fosse responsabile dell’aggravata crisi elettrica a Gaza, la maggioranza degli intervistati di Gaza (52,6%) la attribuisce al governo di Hamas a Gaza, mentre il 16,9% la attribuisce a Israele. In Cisgiordania, invece, la maggioranza (51,1%) la attribuisce a Israele e il 17,8% ad Hamas.
Aumento della popolarità di Marwan Barghouthi
Se si tenessero elezioni politiche e l’attuale presidente Mahmoud Abbas non si ripresentasse, una maggioranza di Palestinesi (26,1%) dice che voterebbe per Marwan Barghouthi (il 25,8% in Cisgiordania e il 26,7% a Gaza), mentre il 12% dice che voterebbe per Ismail Haniyeh (il 9,3% in Cisgiordania e il 16,7% a Gaza). Un altro 7,7% dice che voterebbe per Mohamad Dahlan (il 1,5% in Cisgiordania e il 18% a Gaza).
Tuttavia, se i candidati fossero solo Marwan Barghouthi e Ismail Haniyeh, circa metà degli intervistati (50,2%) dice che voterebbe per Marwan Barghouthi mentre il 19,5% voterebbe per Ismail Haniyeh. Se invece si presentassero solo Mahmous Abbas e Ismail Haniyeh, il 34,8% voterebbe per Abbas e il 27% per Haniyeh.
Uguaglianza di genere in Palestina
La maggioranza degli intervistati (47,5%) dice che l’uguaglianza tra uomo e donna è migliorata negli ultimi 10 anni, mentre il 32,4% dice che è rimasta uguale e il 16,8% dice che è peggiorata.
Trattamento delle donne da parte della polizia
La maggioranza degli intervistati (59%) dice che, secondo loro, la polizia si è comportata in modo appropriato verso le donne maltrattate che si sono presentate alla polizia, mentre il 27% dice il contrario.
Tuttavia, gli intervistati erano divisi circa l’orientamento generale della polizia verso le donne. Circa la metà (49,2%) ha detto che le politiche adottate erano corrette, mentre per il 47,1% non lo erano. In generale, quasi i due terzi degli intervistati (63,5%) ha fiducia o abbastanza fiducia nella polizia, mentre il 32% ha solo limitata fiducia.
Come ridurre la violenza domestica
I Palestinesi si son mostrati divisi circa i migliori provvedimenti per ridurre i livelli di violenza domestica. Per il 29,9% degli intervistati, la migliore soluzione è approvare leggi più severe, mentre per il 26,2% è migliorare l’applicazione delle leggi esistenti, mentre per il 39,3% bisogna migliorare l’educazione e la consapevolezza dei diritti delle donne.
La maggioranza considera la religione come una parte importante della propria vita
La maggioranza dei Palestinesi (97,4%) considera ancora la religione come una parte importante della propria vita, mentre non è così per il 2,6%. Inoltre, il 90,1% dice di aver sempre fatto le preghiere nel mese di Ramadan, mentre il 5,1% dice di aver pregato solo il venerdì. La maggioranza (94,2%) dice di aver digiunato per tutto il mese o per una parte di esso, mentre il 4,8% dice di non aver digiunato affatto o solo per qualche giorno. Quanto all’Umra (pellegrinaggio), il 28,1% dice di averlo fatto, mentre il 71,9% non l’ha fatto o non l’ha fatto ancora.
Il sondaggio del marzo 2016 è stato da noi pubblicato QUI
Traduzione di Donato Cioli