Appello di Gerusalemme: con l’unità, la fine delle divisioni e la ripresa della resistenza popolare si ottiene la vittoria!
Ramallah 3 agosto 2017
Dopo la vittoria ottenuta dalla sollevazione popolare di Gerusalemme in difesa dell’Aqsa e della presenza palestinese nella città santa e tenendo ben presenti le lezioni che questa sollevazione ci ha dato, la tutela e la difesa del progetto nazionale palestinese e il consolidamento della resistenza popolare richiedono che vengano fatti passi immediati, seri e sinceri allo scopo di porre fine alla divisione e per ritrovare l’unità.
Su iniziativa di attivisti il giorno 30 luglio 2017, si è tenuto un incontro di consultazione fra le forze politiche e sociali presso la municipalità di Al Bireh allo scopo di por fine alla divisione. L’incontro ha visto una vasta partecipazione di personalità, di dirigenti, di membri del comitato esecutivo dell’OLP, del consiglio nazionale e del consiglio legislativo, di personalità politiche e membri del parlamento, membri di Fatah, Hamas, il Fronte Popolare, il Fronte democratico, il Partito del Popolo, Fida’, il Jihad Islamico e l’Iniziativa Nazionale, il Fronte di lotta popolare, il Fronte di Liberazione Arabo e il Fronte palestinese per la liberazione… Questi oltre a numerose personalità nazionali e di Gerusalemme, rappresentanti delle organizzazioni della società civile e raggruppamenti femminili e giovanili.
Al termine di un confronto e un dialogo approfonditi i partecipanti si sono trovati d’accordo su:
Primo: Chiedere ad Hamas e al governo dell’Autorità Nazionale che venga dichiarato immediatamente lo scioglimento del “Comitato Amministrativo” formato dal Movimento di Hamas nella Striscia di Gaza e, contemporaneamente, vengano annullate tutte le decisioni e le misure amministrative che sono state prese nei confronti di Gaza.
Secondo: Chiedere al Presidente Abu Mazen di dare immediatamente il via a consultazioni con le forze e i gruppi parlamentari e le personalità patriottiche indipendenti al fine di formare un governo di unità nazionale, in ottemperanza alla decisione del comitato preparatorio del Consiglio Nazionale Palestinese. Compito principale di questo governo deve essere il consolidamento della resistenza del nostro popolo in Cisgiordania e in particolare a Gerusalemme, nella Valle del Giordano e in tutte le aree minacciate dalla costruzione del muro e dalla colonizzazione; l’adoperarsi al fine della cessazione dell’assedio di Gaza, la riunificazione delle istituzioni dell’Autorità Nazionale, il sostegno alla resistenza popolare e la preparazione delle elezioni legislative e presidenziali.
Terzo: Richiedere al Presidente del Consiglio Nazionale Palestinese di convocare rapidamente una riunione del comitato preparatorio e la ripresa immediata dei suoi lavori per dar seguito alle decisioni prese nella riunione di Beirut, garantendo la partecipazione di tutte le forze nella formulazione delle decisioni nazionali, nell’assunzione delle responsabilità nazionali che a loro competono nel quadro delle istanze patriottiche all’interno del’Olp e nella decisione di svolgere entro un anno al massimo le elezioni generali (per la presidenza, per il consiglio nazionale e il consiglio legislativo).
Quarto: La richiesta di unire le forze e gli sforzi in patria e nella diaspora per sostenere la resistenza popolare contro l’occupazione e contro i suoi piani di espansione e le continue aggressioni, per rafforzare il ruolo delle figure patriottiche di riferimento che sono emerse grazie alla partecipazione efficace da parte di tutti i settori della popolazione – prime fra tutte le personalità religiose che hanno guidato la lotta dei cittadini durante l’ultima sollevazione. Questo con la conferma, ancora una volta, della cessazione del coordinamento di sicurezza con l’occupazione.
I partecipanti alla riunione si sono infine rivolti a tutte le figlie e i figli del nostro popolo e alle sue forze più vive nel paese e nella diaspora affinché confluiscano nel più grande movimento popolare e di massa al fine di esercitare tutta la pressione necessaria per por fine alla divisone e per la riconquista dell’unità.
Traduzione dall’arabo di Piera Redaelli