Bruxelles, 27 aprile 2016
Al Comitato di selezione dei candidati al Premio Nobel per la Pace
Lettera di candidatura del leader palestinese recluso Marwan Barghouti al premio Nobel per la Pace
Noi, firmatari di questa lettera, pienamente coscienti dell’importanza decisiva di una soluzione giusta ed equa al conflitto israelo-palestinese, sulla base del diritto internazionale, per l’avvenire della regione e la pace e la sicurezza internazionale e, tenuto conto del simbolo che rappresenta Marwan Barghouti, il Mandela palestinese, e del ruolo che egli ha giocato e che potrà giocare nell’ambito degli sforzi per arrivare alla pace, abbiamo deciso di candidarlo al premio Nobel per la Pace.
Marwan Barghouti ha trascorso più di due decenni della sua vita nelle prigioni israeliane, ivi compresi gli ultimi 14 anni. Ritornando su questi lunghi anni di detenzione, Marwan Barghouti, in un discorso pubblicato nello scorso ottobre sul giornale inglese The Guardian, ha detto: “Ho aderito alla lotta per l’indipendenza 40 anni fa, e sono stato imprigionato per la prima volta all’età di 15 anni. Questo non mi ha minimamente impedito di sostenere la causa della pace in conformità con il diritto internazionale e le risoluzioni dell’ONU…. Ho trascorso 20 anni della mia vita nelle prigioni israeliane, questi lunghi anni non hanno fatto altro che rafforzare la mia fede in questa verità inalterabile: l’ultimo giorno di occupazione sarà il primo giorno di pace”.
Numerose voci si sono levate per chiedere la liberazione di Marwan Barghouti, tra cui quella del Parlamento europeo attraverso una risoluzione votata senza distinzione da tutti i partiti politici. La dichiarazione di Robben Island per la libertà di Marwan Barghouti e di tutti i prigionieri palestinesi, che è stata firmata da 8 premi Nobel per la Pace, tra cui il Presidente Carter, ha sottolineato il ruolo unico che occupa Marwan tra i Palestinesi e sulla scena internazionale, evocando “il prigioniero politico palestinese più importante e riconosciuto, un simbolo della ricerca del popolo palestinese per la libertà, una figura di unità e un difensore della pace fondata sul diritto internazionale”. Questo testo fondante della campagna internazionale per la libertà di Marwan e dei prigionieri palestinesi, lanciata dal grande militante contro l’apartheid Ahmed Kathrada dalla stessa cella di Nelson Mandela sull’isola di Robben Island, avvicina inevitabilmente questi due uomini d’eccezione, Mandela e Marwan, che hanno saputo sfidare la prigionia nella loro ricerca di libertà e di pace.
Marwan Barghouti è un rappresentante eletto dalla nazione palestinese. E’ stato il primo parlamentare ad essere stato imprigionato. Da allora, quasi la metà dei parlamentari palestinesi hanno conosciuto la detenzione. È un democratico che si è speso nella vita parlamentare al servizio dei Diritti dell’uomo, in particolare dei diritti delle donne. Ha sostenuto e operato per il pluralismo politico e religioso. È, a questo titolo, un attore importante per l’avvenire di una regione più frammentata e martoriata che mai.
La pace ha bisogno della libertà di Marwan e di quella dei prigionieri politici e, più in generale, di quella del popolo palestinese che vive da decenni sotto occupazione. Conferendo il premio Nobel a colui che incarna la lotta del popolo palestinese per la libertà, ma anche la sua aspirazione a realizzare la pace, a un leader palestinese che può unificare i palestinesi intorno a un progetto politico che include chiaramente la soluzione dei due Stati sulla base delle frontiere del 1967, più minacciata che mai dalla colonizzazione e dalla mancanza di prospettive politiche, il Comitato per il premio Nobel contribuirebbe a resuscitare la speranza indispensabile per uscire dall’impasse attuale. Ci sono dei segnali che permettono non soltanto di annunciare il cambiamento ma di provocarlo e il premio Nobel per la Pace compirebbe la sua missione primaria non limitandosi a riconoscere l’opera incompleta di Marwan per la pace ma aiutandolo a realizzarla.
Seguono le firme dei parlamentari belgi:
Gwenaëlle Grovonius (PS),
Dirk Vandermaelen (sp.a),
Vincent Van Quickenborne (Open-VLD),
Piet de Bruyn (N-VA),
Nadia El Yousfi (PS),
Jean-Marc Delizée (PS),
Benoît Hellings (Ecolo)
Traduzione di Lucilla Romaniello