Sabato 23 Aprile alle ore 17 in Piazza dei Ciompi Firenze
Rilancio della Campagna per la liberazione di Marwan Barghouti e di tutti i prigionieri politici palestinesi.
La mobilitazione italiana nasce nell’ambito della campagna internazionale per chiedere la liberazione dei detenuti palestinesi nelle carceri israeliane. Simbolo di questa battaglia è Marwan Barghouti, da molti considerato il Mandela della Palestina, primo deputato palestinese ad essere stato arrestato e detenuto da anni nelle carceri israeliane con condanne a 5 ergastoli e 40 anni di reclusione, pur non avendo commesso alcun atto di terrorismo contro civili.
L’appello per la sua liberazione è partito dalla cella di Robben Island dove scontò i suoi anni di carcere uno dei più grandi simboli di libertà del nostro tempo, Nelson Mandela. Questo appello, firmato il 27 ottobre 2013 da 120 delegati internazionali di alto livello, sottolinea come la discriminazione portata avanti per anni da Israele in Palestina è simile a quella che i neri hanno subito in Sud Africa durante l’Apartheid.
Marwan Barghouti si è sempre opposto agli attacchi contro civili israeliani, difendendo però il diritto del popolo palestinese a resistere contro l’occupazione, come riconosciuto dal diritto internazionale e sostenendo con forza che solo con la fine dell’occupazione vi potranno essere pace e sicurezza. Egli inoltre è uno dei fautori della resistenza popolare non violenta contro la colonizzazione e l’occupazione israeliana.
I prigionieri politici nelle carceri israeliane sono 6.945, dei quali 415 minorenni, con un forte incremento nel 2015 e l’inasprimento dell’occupazione israeliana in Gerusalemme Est. “Così come il rilascio di Mandela e dei prigionieri anti-apartheid ha aperto la strada alla libertà, pace e riconciliazione in Sud Africa – scrive Fadwa Barghouti, moglie del leader palestinese – il rilascio di Marwan e di tutti i prigionieri palestinesi sarà fondamentale per raggiungere questi scopi. La libertà è precondizione della pace”… “chiedere il rilascio di Marwan significa contribuire a denunciare un vergognoso sistema che viola i diritti di tutti i prigionieri”.
Nella Dichiarazione di Robben Island, si legge che il loro trattamento, “dal momento dell’arresto, durante gli interrogatori e il processo, nonché durante la loro detenzione, viola le norme previste dalla legge internazionale. Queste violazioni tra cui l’assenza di garanzie per un giusto processo, il ricorso alla carcerazione arbitraria, il maltrattamento dei prigionieri, l’uso della tortura, il disprezzo per i diritti dei bambini, la mancanza di assistenza sanitaria per i detenuti malati, il trasferimento dei detenuti nel territorio dello stato occupante e la violazione del diritto a ricevere visite, così come l’arresto di rappresentanti eletti, richiede la nostra attenzione e il nostro intervento”.
Aderire alla campagna significa ribadire alla comunità internazionale e al nostro Governo che l’occupazione della Palestina è stata dichiarata illegale da ben 87 risoluzioni dell’Onu, che il muro dell’Apartheid costruito da Israele nei Territori Palestinesi è stato condannato dall’Assemblea Generale Onu e dalla Corte di Giustizia Europea e che il Consiglio dei Diritti umani dell’Onu ha lanciato un appello con cui intima a Israele “di fermare tutte le attività di insediamento senza precondizioni e avviare un processo di ritiro di tutti i coloni dai Territori Palestinesi occupati”.
L’evento è organizzato da Assopace Palestina, Associazione Amicizia Italo-Palestinese, ARCI, COSPE