Gli alti comandi israeliani che hanno dato disposizioni per uccidere i Palestinesi, ora mollano nei guai l’assassino di Hebron.

Mondoweiss, 25 marzo 2016.

di Dan Cohen.

Elor Azraya, il soldato che ieri ha ucciso a sangue freddo Abed al-Fattah Yusri al-Sharif che era steso a terra immobile e disarmato, è ora sotto accusa per assassinio.

Elor Azraya (Foto: Twitter)
Elor Azraya (Foto: Twitter)

Il suo avvocato difensore Eyal Beserglick ha detto che Azraya “ha agito secondo le regole d’ingaggio suggerite dai suoi superiori.”

È vero.

Non è chiaro a quali superiori si riferisca l’avvocato, ma potrebbe essere uno dei tanti personaggi dell’autorità politica o militare che hanno ordinato ai soldati israeliani di sparare e uccidere su due piedi ogni Palestinese che sembri in procinto di attaccare.

Questo è esattamente ciò che Azraya ha fatto. E ora le medesime autorità mollano nei guai l’assassino.

Dopo l’immediata risonanza avuta dal video pubblicato dal gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il Ministro della Difesa Moshe Ya’alon hanno preso le distanze dall’uccisione, anche se non sono arrivati a condannare l’uccisore. Ma solo qualche mese fa incitavano i soldati ad uccidere e garantivano loro piena assistenza legale.

Ecco alcune dichiarazioni fatte in ottobre e tradotte da video ufficiali pubblicati sul sito Youtube di Netanyahu, insieme ad altre dichiarazioni fatte dopo l’uccisione.

Moshe Ya’alon, Ministro della Difesa

9 ottobre 2016: “In questo momento bisogna rispondere rapidamente a ogni singolo attacco, per eliminare il terrorista col coltello, l’attentatore che tira sassi e simili personaggi, e farlo immediatamente, sul posto.”

24 marzo 2016: “Anche se siamo costretti a combattere i nostri nemici e a sconfiggerli in battaglia, siamo ugualmente obbligati a tener fede ai nostri costumi. Ad essere umani.

Benjamin Netanyahu, Primo Ministro

14 ottobre 2015, in un discorso alle unità paramilitari della polizia di confine: “So che occorre discrezione da parte vostra, ma non dovete avere dubbi: voi avete il completo sostegno –completo!- da parte mia, dal governo israeliano e, io credo, dal popolo di Israele.”

24 marzo 2016: “Quello che è successo a Hebron non rispecchia i valori dell’IDF (Israel Defense Forces, l’esercito israeliano). L’IDF si aspetta che i suoi soldati si comportino con equilibrio e rispettando le regole d’ingaggio.” [Poco dopo, rispondendo agli attacchi di Naftali Bennett e altri parlamentari di destra, Netanyahu ha modificato il suo atteggiamento, dicendo di essere sicuro che l’inchiesta dell’esercito terrà debito conto del fatto che “i soldati dell’IDF hanno a che fare con assassini sanguinari e operano in un difficile contesto.” NdT]

Gadi Eizenkot, Capo di Stato Maggiore dell’esercito israeliano

8 ottobre 2015: ”Le nostre scelte sull’uso della forza sono molto chiare. L’IDF ha piena libertà di azione nel compiere la sua missione, che è quella di ristabilire la sicurezza.”

25 marzo 2016: un portavoce dell’esercito israeliano che parlava a nome di Eizenkot: “Il Capo di Stato Maggiore sta esaminando l’incidente con la dovuta severità e ha ordinato un’inchiesta a tutto campo. Perché questo non è l’IDF, questi non sono i valori dell’IDF e non sono i valori del popolo ebraico.”

Altri uomini politici che hanno sostenuto la direttiva dello sparare-per-uccidere, non si son fatti sentire dopo l’uccisione di ieri.

Yair Lapid, membro della Knesset e capo del partito “centrista” Yesh Atid, non ha fatto ieri una dichiarazione pubblica. Ma in ottobre aveva incoraggiato i vigilantes ad uccidere, dicendo al pubblico israeliano: “Per chiunque tira fuori un coltello, un cacciavite o qualunque altra cosa, la direttiva deve essere quella di sparare per uccidere. Non quella di esitare. Ci sarà pieno sostegno legale. Lo stato assicura pieno sostegno legale.”

Anche Benti Sau, commissario pro tempore della polizia israeliana, si è astenuto dal fare commenti. Ma l’8 ottobre 2015 aveva detto: “Secondo la mia esperienza personale vi posso dire che in questo momento noi abbiamo ricevuto pieno sostegno da parte della politica e pieno sostegno da parte del sistema legale.”

Il ministro dell’educazione Naftali Bennett, il ministro della Scienza Ofir Akunis, i membri della Knesset Bezalel Smotrich e Oren Hazan hanno tutti difeso pubblicamente il soldato che ha ucciso un uomo ferito e disarmato.

Per parte sua, il New York Times si è coscienziosamente concentrato sul fatto che Israele ha arrestato il soldato, tralasciando opportunamente le suddette direttive di sparare-per-uccidere.

La corrispondente del New York Times Diana Hadid ha persino sostenuto che le alte sfere israeliane chiedevano ai soldati di non sparare–per-uccidere. Ho chiesto a Hadid su Twitter a quali dichiarazioni si riferisse, ma non mi ha risposto. Forse si riferiva alla dichiarazione di gennaio del Capo di Stato Maggiore dell’esercito israeliano Gadi Eizenkot in cui diceva di non volere che i soldati e i poliziotti israeliani scaricassero tutto il loro caricatore su ragazzine di 14 anni munite di forbici (cosa realmente accaduta, mentre il poliziotto che l’aveva fatto non fu trovato colpevole di niente). Se è così, l’ironia del caso Eizenkot è evidentemente sfuggita a Hadid, poiché è stata proprio la destra israeliana a metterlo alla berlina per la sua dichiarazione. Eisenkot è l’architetto della Dottrina Dahiya che contempla un uso sproporzionato della forza da usare contro i civili.

Diversi altri importanti dettagli sono venuti alla luce dopo la giornata di ieri.

Azraya è un paramedico della brigata Kfir. Il fatto che qualcuno incaricato di curare i feriti abbia eseguito un’uccisione è abominevole, ma non è sorprendente. Il capo di Magen David Adom [la Stella Rossa di David, ovvero la Croce Rossa di Israele, NdT] a Hebron, che è ufficialmente riconosciuta dal Comitato Internazionale della Croce Rossa, ha detto che “non si deve permettere ai terroristi di uscire vivi dalla scena.” Ho già commentato in queste pagine sulla tendenza che hanno i servizi medici israeliani ad abbandonare ogni valutazione di urgenza, assicurando così la morte dei Palestinesi feriti. L’esecuzione di Abed al-Fattah Yusri al-Sharif va interpretata nello stesso modo.

Azraya ha detto anche di aver ucciso al-Sharif perché pensava che potesse avere una bomba.

“Indossava una giacca pesante e per questo ho temuto che si potesse alzare e azionare una cintura esplosiva,” ha detto alla sua famiglia. “Quando ho visto che il terrorista si muoveva, gli ho sparato. Temevo soltanto che il terrorista si facesse saltare in aria.”

Ma, come ha osservato il giornalista Marian Houk, un video pubblicato ieri mostra un soldato che rigira con un piede il corpo dell’altro attentatore Ramzi Aziz al-Qasrawi, ciò che suggerisce che i soldati non avevano paura di esplosivi. Le foto del corpo che viene caricato senza precauzioni su una lettiga contraddicono ulteriormente la versione di Azraya.

[In un altro video pubblicato successivamente, si vede Azraya che, mentre il corpo del Palestinese ucciso viene portato via dai soldati, sorride e stringe la mano a Baruch Marzel, leader del gruppo di estrema destra Kach, ora fuori legge dopo che uno dei suoi aderenti, Baruch Goldstein, aveva ucciso 29 musulmani nella strage di Hebron del 1994. NdT].

[Un’analisi delle reazioni apparse sui social media israeliani riguardo a questo episodio, mostra una divisione pressoché simmetrica delle opinioni: il 49% critica il soldato, mentre il 46% approva il suo comportamento. NdT]

http://mondoweiss.net/2016/03/top-israeli-officials-who-issued-directive-to-execute-palestinians-hang-hebron-killer-out-to-dry/#sthash.Z1yIMpqh.2OdBPymg.dpuf

(traduzione di Donato Cioli)

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