Rapporto sulla Protezione dei Civili nei Territori Palestinesi Occupati 14-20 aprile 2015

Apr 27, 2015 | Rapporti Palestina OCHA

ochaI Rapporti ONU OCHAoPt vengono pubblicati settimanalmente in lingua inglese, araba ed ebraica;

contengono informazio-ni, corredate di dati statistici e grafici, sugli eventi che riguardano la protezione dei civili nei territori palestinesi occupati.

ð sono scaricabili dal sito Web di OCHAoPt, alla pagina: http://www.ochaopt.org/reports.aspx?id=104&page=1

31 palestinesi, tra cui 12 minori, sono stati feriti dalle forze israeliane in Cisgiordania. La metà di tutti i ferimenti (16) sono avvenuti durante scontri con palestinesi che lanciavano pietre nel corso di manifestazioni per la Giornata dei Prigionieri Palestinesi, nonché di manifestazioni settimanali contro la Barriera, a Bil’in e Ni’lin (Ramallah); contro l’espansione degli insediamenti, ad An Nabi Saleh (Ramallah); e contro la chiusura della principale strada di accesso a Kafr Qaddum (Qalqiliya). La maggior parte degli altri ferimenti si sono verificati in scontri scoppiati durante operazioni di ricerca-arresto, soprattutto nel Governatorato di Gerusalemme.

Nella Striscia di Gaza sono stati registrati almeno 22 episodi di apertura del “fuoco di avvertimento” da parte delle forze israeliane verso civili palestinesi nelle Aree ad Accesso Riservato (ARA), in terra ed in mare; in uno degli episodi sono stati feriti tre palestinesi, tra cui un minore. In almeno un caso, le forze navali egiziane hanno aperto il fuoco verso barche palestinesi che si avvicinavano alle acque egiziane, ad ovest di Rafah, costringendole al rientro a riva.

Un 25enne israeliano è morto poche ore dopo essere stato investito in una stazione di autobus a Gerusalemme Est da un’auto guidata da un palestinese; nello stesso incidente è rimasta gravemente ferita anche una donna israeliana. Mentre i media palestinesi riferiscono che il guidatore sostiene sia stato un incidente, i media israeliani riportano che lo stesso ha confessato una aggressione pianificata. I media israeliani hanno inoltre riportato quattro episodi di lancio di pietre da parte di palestinesi contro veicoli israeliani che viaggiavano in Cisgiordania, causando un ferito e danni ai veicoli presi di mira.

Un minore palestinese è morto nell’incendio della sua casa, a nord della città di Gaza, appiccato dalle candele utilizzate durante un’interruzione di corrente. Nella Striscia di Gaza, nel 2015, altri cinque palestinesi hanno subito lesioni in quattro episodi simili. A causa delle lunghe interruzioni dell’elettricità, attualmente durano 12-16 ore al giorno, le persone ricorrono a metodi e pratiche non sicure per l’illuminazione e il riscaldamento, causando sistematici incidenti.

Sono stati registrati due attacchi di coloni israeliani contro palestinesi e le loro proprietà, tra cui lo sradicamento di 430 alberelli di ulivo nel villaggio di Deir Istiya (Salfit), messo in atto, a quanto riferito, da coloni dell’insediamento di Emanuel. Dall’inizio del 2015, almeno 8.139 alberi e alberelli sono stati sradicati o vandalizzati da parte di coloni israeliani, con un aumento del 7% rispetto all’equivalente periodo del 2014.

Per mancanza di permessi di costruzione rilasciati da Israele, le autorità israeliane hanno demolito tre strutture palestinesi in Area C (una) ed in Gerusalemme Est (due); tre famiglie sono state colpite da tali provvedimenti. Le strutture demolite includevano un edificio commerciale in Silwad (Ramallah), una roulotte residenziale ed un edificio di quattro piani in costruzione, a Beit Hanina e nella zona di Wadi al Joz rispettivamente (Gerusalemme Est). Le autorità israeliane hanno inoltre smantellato e confiscato otto pannelli solari forniti da un donatore internazionale: il provvedimento ha interessato due famiglie della Comunità Beduina di Khan al Ahmar Abu al Helu (Gerusalemme). Quest’ultima è una delle 46 comunità a rischio di trasferimento forzato a causa di un piano israeliano di “rilocalizzazione”. Ancora in Area C, in Al Lubban ash Sharqiya (Nablus), sono stati confiscati due veicoli appartenenti a una manifattura per la lavorazione della pietra.

Durante la settimana le autorità egiziane hanno tenuto chiuso il valico di Rafah in entrambe le direzioni. Il valico è rimasto permanentemente chiuso dal 24 novembre 2014, a seguito di un attacco in Sinai, tranne che per 12 giorni, durante i quali è stato aperto, ma con restrizioni. Secondo quanto riferito più di 30.000 persone, tra cui pazienti in attesa di cure e studenti, sono in attesa di attraversare in Egitto. Il Ministero della Salute di Gaza lancia un allarme per il potenziale deterioramento delle condizioni di salute dei malati che necessitano di cure mediche fuori Gaza.

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