Roma, 19 Novembre 2014
Assopace Palestina è preoccupata dalla condanna di Abdallah Abu Rahme (41 anni). Avrà la sentenza l’1 dicembre per aver esercitato il suo diritto legittimo di protesta in modo non violento contro le violazioni di diritti umani e abusi perpetrati dallo Stato d’Israele sui territori palestinesi occupati.
Come sottolineato dal precedente Special Rapporteur sulla promozione e protezione del diritto alla libertà di opinione e di espressione, Frank La Rue, in seguito alla sua visita in Israele e nei territory palestinesi occupati nel dicembre 2011, l’ordine militare israeliano 101[1] è usato dall’esercito israeliano per “restringere i diritti palestinesi alla libertà di espressione e di assemblea”. Come spiegato da La Rue, l’ordine “criminalizza l’espressione e le attività politiche, incluse l’organizzazione e la partecipazione a proteste; il prendere parte ad assemblee o veglie; tenere, sventolare o mostrare bandiere o altri simboli politici; e stampare e distribuire ogni materiale “avente un significato politico”. Ogni infrazione dell’ordine è punibile con 10 anni di imprigionamento e/o multa.” La Rue ha criticato la “vaga” “indiscriminata proibizione di espressione ritenuta politica” in aggiunta al “considerevole spazio per la discrezione” [che] l’ordine lascia all’esercito israeliano riguardo al livello di forza da usare per far rispettare l’ordine con un “potenziale per l’uso eccessivo della forza.”[2]
Il diritto all’assemblea pacifica riconosciuto nell’Articolo 21 del Patto Internazionale sui diritti politici e civili, del quale Israele è un signatario, afferma:
“Il diritto all’assemblea pacifica deve essere riconosciuto. Nessuna restrizione può essere posta sull’esercizio di questo diritto altro che quelle imposte in conformità con la legge e che sono necessarie in una società democratica negli interessi della sicurezza nazionale o sicurezza pubblica, dell’ordine pubblico, della protezione della salute pubblica o della morale o della protezione dei diritti e delle libertà degli altri “
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ai suoi articoli 19 e 20 afferma:
Article 19.
- Ciascuno ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include la libertà di avere opinioni senza interferenza e cercare, ricevere e impartire informazioni e idee attraverso i media e indipendentemente dalle frontiere.
Articolo 20.
- (1) Ciascuno ha il diritto all’assemblea pacifica e all’associazione.
- (2) Nessuno può essere costretto ad appartenere a una associazione.
Inoltre, il procedimento di Abdallah viola anche gli articoli 3, 7, 9, 10, 22, 25, 27 e 28 della Dichiarazione[3] e gli articoli 1, 2, 5, 6, 10 e 11 della Dichiarazione Europea dei Diritti Umani[4].
Le linee guida dell’Unione Europea sui Difensori dei Diritti Umani[5] e la Dichiarazione ONU sul Diritto e la Responsabilità degli individui, gruppi e organi della società di promuovere e proteggere i diritti umani universalmente riconosciuti e le libertà fondamentali[6], nonostante non siano documenti legalmente vincolanti per gli stati, conferiscono alla comunità internazionale un obbligo morale di offrire supporto e protezione ai difensori dei diritti umani nel contest del loro lavoro.
Comunque, le linee guida ONU contengono una serie di principi e diritti che sono basati su diritti umani standards contenuti in altri strumenti internazionali che sono legalmente vincolanti – come il Patto internazionale sui diritti politici e civili, di cui Israel è membro signatorio. Inoltre, la Dichiarazione è stata adottata per consenso dell’Assemblea Generale e perciò rappresenta un fortissimo impegno da parte degli Stati al suo adempimento.
Per tutte le ragioni summenzionate, facendo appello all’obbligo di proteggere e promuovere i diritti umani, i firmatari chiedono con questa l’assoluzione di Abdallah Abu Rahme da tutte le accuse e urgono il Governo israeliano ad adempiere ai suoi obblighi, rispettando la legge umanitaria internazionale e la legge internazionale dei diritti umani, assicurando la protezione dei diritti umani e dei suoi difensori.
In solidarietà,
[1] IDF Order No. 101 Regarding Prohibition of Incitement and Hostile Propaganda Actions (Military Order 101).
[2] A/HRC/20/17/Add.2 at para. 77 and 78.
[3] http://www.un.org/en/documents/udhr/
[4] http://www.echr.coe.int/Documents/Convention_ENG.pdf
[5] http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cmsUpload/GuidelinesDefenders.pdf
[6] http://www.ohchr.org/EN/Issues/SRHRDefenders/Pages/Declaration.aspx