Hip hop smash the wall è un progetto pensato per unire giovani italiani e palestinesi attraverso l’hip hop e l’incontro diretto. Negli anni ce ne sono state molte di collaborazioni a distanza, ma questa volta si è voluta dare maggiore enfasi anzitutto al rapporto umano, face to face. Per questo il viaggio appena concluso degli otto artisti italiani è solo la prima fase del progetto, che non chiude così, ma si pone l’ambizioso obiettivo di replicare l’esperienza in Italia, con i giovani hip hoppers palestinesi e poi, chissà, di nuovo in Palestina.
Un progetto nato da un’idea, portato avanti dalla passione di oltre trenta persone. Nessun grande finanziatore alle spalle, solo tanto impegno e l’appoggio di Assopace Palestina, che ha avuto l’intelligenza di captare il profondo significato di simili attività. Tra i ragazzi coinvolti nel progetto, ci sono giovanissimi alle prime armi, esperti e professionisti. Per la sezione rap hanno preso parte gli italiani Coez, Kento, Lucci e Prisma insieme ad Anan Ksym e altri giovani promettenti MC – Al Basha, Younan e Hadi – seguiti dalla label UG Records e dalla casa di produzione Mazaj Production, fondate dallo stesso Anan a Nazareth; poi Achelous, MC e beatmaker di Ramallah e i ragazzi del crew Sound World dall’Askar Refugee Camp. Attraverso un album musicale, che uscirà verso fine dicembre, e una raccolta fondi online si cerca di reperire i fondi necessari a replicare l’esperienza in Italia.
Tutto questo ha anche lo scopo di dare una spinta all’aggregazione tra i giovani palestinesi di aree geografiche diverse. Il progetto comprende partecipanti di Nazareth, Ramallah, Nablus e della Striscia di Gaza. Lo stringente sistema dei permessi imposto da Israele e i check point limitano notevolmente la libertà di movimento dei ragazzi. Non è stato possibile far arrivare a Ramallah i Camp Breakerz, gruppo di ballerini di Nurisat Camp (Striscia di Gaza). Abbiamo trovato un modo per collaborare a distanza con loro. I ballerini italiani Xedo, Telemare e Chimp, e i breakdancers palestinesi di Nablus – Ameer, Abood, Yusef, Mohameed, Ibrahem, Ahmad e i tre giovanissimi del crew Dance Boys – hanno studiato la stessa coreografia per giorni. Provando e riprovando per ore senza mai stancarsi, con la voglia di realizzare qualcosa di speciale. Hanno provato e imparato anche la coreografia realizzata dai breakers gazawi. E nello show che ha chiuso la settimana di attività, attraverso un maxischermo sul parco abbiamo sfondato un altro muro della vergogna. Quello che sigilla in un ghetto i ragazzi della Striscia, tormentando i loro sogni e il loro futuro. In quel momento, su quel palco, italiani e palestinesi hanno distrutto qualsiasi muro. A volte la passione fa volare talmente alto che niente la può fermare. Arriva ovunque, scavalcando in un attimo muri, filo spinato, carri armati e check point.
Anche con i graffiti siamo riusciti a stabilire una connessione con la Striscia, il giovane Mosab è parte del team insieme all’italiano Gojo e ai palestinesi Ahmad, dall’Askar Camp di Nablus e Hamza da Ramallah. Entro aprile 2015 sarà disponibile un documentario sul progetto, che mostrerà questa primo step delle attività e il live show che abbiamo realizzato al Ramallah Cultural Palace, grazie al supporto del Comune di Ramallah.Inoltre, Hip hop smash the wall significa contribuire all’empowerment dei giovani. L’hip hop è anche un potente ammortizzatore per una lunga serie di traumi e un supporto notevole in situazioni di disagio. Promuovere la diffusione dell’hip hop nei campi profughi della Cisgiordania, ad esempio, significherebbe dare enfasi ad un nuovo strumento di lotta e resistenza quotidiana. Nella Striscia i Camp Breakerz ci hanno insegnato che anche durante i bombardamenti l’hip hop è capace di funzionare e dare un apporto estremamente positivo. Hanno sistemato un piccolo locale, in cui insegnano la breakdance ai bambini. Da alcuni partecipanti italiani è nata l’idea di dare il via ad una raccolta di abiti hip hop per spedirli ai loro amici laggiù, perché in Palestina non è molto facile reperire vestiario hip hop. Questo non significa beneficenza. Tutto ciò non nasce per aiutare i palestinesi vittime. Significa semplicemente creare una comunità.
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“Hip Hop Smash the Wall” is a project with the aim of connecting young Italians and Palestinians through hip hop and face to face meeting. There have already been a number of long-distance collaborations but this time we wanted to stress the importance of human contact. In fact, this is the reason why the trip taken by the eight Italian artists it’s just the first step of the project, which will not end with this but ambitiously aims at repeating the experience in Italy, with the young Palestinians Hip Hop artists and then, who knows, maybe again in Palestine.
This project rose from an idea carried on by thirty enthusiastic people. No big bakers behind it, just so much effort and the endorsement of Assopace Palestina, which was apt enough to capture the deep meaning of this kind of activities. The participants comprehend both expert and new young artists. Coez, Kento, Lucci, Prisma, Anan Ksym and promising MC- Al Basha, Younan e Hadi- with label UG Records and Mazaj Production company, founded by Anan itself in Nazareth; also Achelous, MC and beatmaker from Ramallah and the members of the Sound World crew from the Askar Refugee Camp. Through a music album, which will come out at the end of December and through an online crowd funding we are trying to collect the funds we need to replicate the experience in Italy.
The project aims also to aggregate the Palestinian youth from different areas. The project includes participants from Nazareth, Ramallah, Nablus and from Gaza strip. The Israeli restrictions and the checkpoints actually limit the guys’ opportunity to move inside Palestine. It was impossible to let the Camp Breakers from Gaza strip reach us in Ramallah; they are a dancer crew from Nurisat Camp (Gaza strip). That’s why we had to find a way to collaborate with them despite the distance, and we did in a different way: the Italian dancers Xedo, Telemare and Chimp, and the Palestinians break dancers from Nablus – Ameer, Abood, Yusef, Mohameed, Ibrahem, Ahmad and the three of the Dance Boys crew – studied the choreography during long days, keeping on trying, with the strong desire of making something special. They also worked on the Gazawi breakers choreography. So, during the final exhibition, they smash another wall with the assistence of a maxi screen. That wall was the one that confines people from Gaza, troubling their dreams and wrecking their future: both Italians and Palestinians, together on that stage, break down all the walls. Sometime passion is so hard to make us believe we can fly. Passion can make us fly everywhere, letting us climbing over walls, wired fences, army tanks and checkpoints.
Graffiti also, connect us with the strip; the young Mosab is a member of the team with Italian Gojo, Palestininas Ahmad from Askar camp (Nablus) and Hamza from Ramallah. Within April 2015, a documentary about the project will come out, showing this first session of activities and reproducing the live show, which took place in the Ramallah Cultural Palace, thanks to the Ramallah municipality.
“Hip Hop Smash the Wall” means contributing to the youth empowerment. Hip hop is also useful to cope with traumatic events, giving a concrete support in uneasy situations. The idea of spreading Hip Hop in refugee camps in West Bank, for instance, would mean providing an instrument for the everyday struggle and resistance. The Camp Breakers from the Gaza strip taught us that hip hop works positively despite air raids, in fact they reorganized a small place in which to teach break-dance to children. Some Italians participants decided to collect hip hop clothes, to send them to their Palestinians friends, because is not easy to find that kind of stuff there. That’s absolutely different from charity, that aims not to help the Palestinians victims: that’s means just create a community.
>>RASSEGNA STAMPA:
Il Manifesto: “Abbattere il muro, storie rap in Palestina”
RaiUno, trasmissione “Il caffè di RaiUno” puntata del 7 novembre 2014
Corriere della Sera: “Palestina, l’hip hop per superare l’esclusione sociale e discriminazione”
Il Fatto Quotidiano: “Palestina, diario di bordo: l’hip hop che abbatte il muro”
Nena News: “Musica. Hip hop tra Italia e Palestina”
Rapburger: “Coez, Kento, Lucci e Prisma raccontano la loro esperienza in Palestina: Hip hop smash the wall”
>>COMUNICATI STAMPA:
I° comunicato stampa: “Al via il progetto “Hip hop smash the wall” del 03/07/2014
II° comunicato stampa: “Hip Hoppers italiani in Palestina. Parte ‘Hip hop smash the wall’ ” del 17/09/2014
RACCOLTA FONDI: Rete del dono
Ameer e gli altri ballerini di Nablus hanno realizzato questo filmato come contributo al progetto. Hip hop smash the wall continua, i ragazzi palestinesi saranno in Italia nel settembre 2015, abbiamo bisogno del supporto di tutti voi per raccogliere i fondi necessari.