di Wasem AA,
ICSPR, 27 giugno 2025.
L’occupazione israeliana continua a commettere atti di genocidio, trasformando la Striscia di Gaza in un’area devastata, colpita da disastri e inabitabile, utilizzando tutti gli strumenti di sterminio, tra cui la diffusione della fame, della sete, del caos, dello sfollamento e delle malattie.
La Commissione Internazionale per il Sostegno ai Diritti dei Palestinesi (ICSPR) segue con forte condanna e grave preoccupazione la continua perpetrazione per il 21° mese consecutivo di orribili genocidi e crimini contro l’umanità da parte della potenza occupante israeliana contro più di due milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza. Ciò avviene in un contesto di palese fallimento internazionale che raggiunge il livello di complicità e con una significativa negligenza globale e mediatica per il genocidio in corso, che le forze di occupazione israeliane persistono nel compiere. Contemporaneamente, la carestia si aggrava e gli aiuti umanitari e medici vengono deliberatamente ostacolati, distruggendo le fondamenta della vita a Gaza e rendendo la Striscia inabitabile. Si profila il collasso dei servizi essenziali, mentre le Nazioni Unite avvertono di una catastrofe umanitaria imminente, oltre il punto di non ritorno.
Tra i crimini più recenti, dall’alba di oggi i continui bombardamenti israeliani in tutta la Striscia di Gaza hanno portato al martirio di 72 palestinesi e al ferimento di 174, in una serie di massacri che hanno preso di mira i civili nelle loro case, nelle tende degli sfollati e di fronte ai centri di distribuzione degli aiuti americano-israeliani. Tra le vittime di questa mattina c’erano 10 civili in attesa in via Salah al-Din, vicino al centro di aiuti americano-israeliano nel centro di Gaza, vicino all’asse Netzarim. Un attacco di droni israeliani su una tenda che ospitava sfollati a Khan Younis ha ucciso 3 civili, tra cui due bambini. Altre sei persone sono state uccise vicino alla rotonda dei martiri nel campo di Al-Bureij. Altri morti e feriti si sono verificati a causa degli attacchi a un appartamento residenziale vicino al ristorante Thai a Gaza City, a un edificio scolastico nella zona di Al-Daraj vicino a Jabalia e alla scuola Osama bin Zaid, che ospita sfollati nell’area di Al-Saftawi nel nord di Gaza.
Ad oggi, il numero di martiri confermati che hanno raggiunto gli ospedali dall’inizio dell’aggressione il 7 ottobre 2023, ha superato i 56.331, con oltre 138.260 feriti, secondo il Ministero della Salute. Inoltre, decine di migliaia di corpi rimangono sotto le macerie. Solo dal 18 marzo 2025 ci sono stati 6.008 martiri, di cui 570 davanti ai centri di distribuzione degli aiuti americano-israeliani.
L’ICSPR afferma che l’occupazione israeliana continua a ridurre le “zone di sicurezza” di Gaza, con l’82% dell’area della Striscia ora in zone di combattimento attive o sotto ordini di evacuazione forzata, per cui i civili sono costantemente esposti al pericolo. Migliaia di sfollati vivono ora tra le macerie, per le strade o in aperta campagna senza accesso a cibo, acqua o medicine, in condizioni catastrofiche.
L’ICSPR esprime profonda preoccupazione per i continui e deliberati massacri commessi dalle forze israeliane contro civili affamati, in particolare di fronte ai centri di distribuzione degli aiuti che sono diventati trappole mortali. Secondo un’indagine di Haaretz, i soldati israeliani hanno ammesso di aver ricevuto l’ordine di sparare a persone disarmate in cerca di aiuti usando varie armi, nonostante che questi civili non rappresentassero alcuna minaccia. Ciò conferma la documentazione precedente dell’ICSPR e di altre organizzazioni umanitarie secondo cui si tratta di atti di genocidio intenzionali. Le forze israeliane hanno ucciso 570 persone e ne hanno ferite 4.066, con 39 dispersi, tra i quali 10 uccisi solo questa mattina.
L’ICSPR condanna inoltre i continui attacchi ai giornalisti da parte delle forze israeliane per impedirne la copertura mediatica. Oggi è stato ucciso il giornalista Ahmad Saad, portando il numero totale dei martiri dei media a 227.
L’ICSPR condanna il violento attacco al Nasser Medical Complex, descrivendolo come un crimine la cui responsabilità deve essere accertata. Un gruppo di individui, secondo quanto riferito affiliati a una certa famiglia, ieri ha aperto il fuoco all’interno dell’ospedale, ha aggredito il personale e i pazienti, ha vandalizzato i locali e ha dato fuoco a diverse ambulanze. L’ICSPR mette in guardia contro l’aumento degli attacchi alle istituzioni pubbliche e la diffusione dell’illegalità, tra cui l’aumento dei prezzi, i saccheggi, le faide familiari e l’uso della forza da parte di individui armati –alcuni dei quali sarebbero affiliati a imprecisate fazioni– contro i civili, che minano lo stato di diritto e lacerano il tessuto sociale.
L’ICSPR riferisce che l’occupazione israeliana ha continuato a chiudere i valichi di frontiera con Gaza per quasi quattro mesi, consentendo l’ingresso solo a un numero molto limitato di camion di aiuti, che non soddisfano i bisogni umanitari minimi. Questo ha messo 2,4 milioni di persone – 1,1 milioni di bambini e oltre 500.000 donne – a rischio di disastri umanitari senza precedenti. Più recentemente, due bambini sono morti all’ospedale Nasser a causa della malnutrizione e della mancanza delle cure necessarie, portando il numero totale di decessi legati alla fame e alla penuria di farmaci a 244.
L’ICSPR respinge le ripetute affermazioni israeliane secondo cui “Hamas controlla e ruba gli aiuti”, descrivendole come accuse false e fuorvianti non supportate da alcuna prova. Queste affermazioni contraddicono i rapporti delle organizzazioni internazionali che operano a Gaza, come ANERA (American Near East Refugee Aid), che ha confermato che gli aiuti hanno raggiunto senza problemi i suoi magazzini, messi in sicurezza dalle tribù locali nel nord di Gaza. Allo stesso modo, il Programma Alimentare Mondiale (WFP) ha espresso l’intenzione di interrompere il coordinamento degli aiuti a causa del caotico sistema di distribuzione imposto dall’occupazione israeliana.
L’ICSPR è profondamente preoccupato per il deliberato saccheggio degli aiuti da parte di bande presumibilmente dirette dall’occupazione israeliana. Israele si rifiuta di organizzare il processo di distribuzione e prende di mira intenzionalmente gli agenti di polizia e le squadre di protezione degli aiuti umanitari. L’ultimo incidente è avvenuto ieri, giovedì 26 giugno 2025, quando le forze israeliane hanno preso di mira un gruppo di personale di sicurezza e civili a Deir al-Balah durante la distribuzione di aiuti vicino alla rotonda di Al-Baraka, uccidendo 17 persone, per lo più donne e bambini. Questo porta il numero di addetti alla protezione degli aiuti uccisi a oltre 800.
L’ICSPR esprime anche allarme per le segnalazioni di pillole narcotiche (ossicodone) trovate in sacchi di farina distribuiti nei centri di aiuto americano-israeliani. Quattro cittadini hanno testimoniato di aver scoperto queste pillole all’interno di sacchetti di farina. Si sospetta che le pillole siano state deliberatamente collocate dall’occupazione israeliana per diffondere la dipendenza e distruggere il tessuto sociale palestinese. Il dottor Hossam Hamouda ha rivelato che i sacchetti di farina contenevano ossicodone ad alto rischio, che può causare insufficienza respiratoria, perdita di coscienza, allucinazioni e comportamenti aggressivi. L’ICSPR chiede un’indagine internazionale sull’uso degli aiuti come strumento di genocidio e di danno alla popolazione da parte dell’occupazione israeliana e delle società israelo-americane di distribuzione degli aiuti.
L’ICSPR condanna l’incapacità e l’inazione internazionale nel fermare il genocidio, la fame e l’aggressione a Gaza, così come l’escalation dei crimini contro i civili in Cisgiordania e a Gerusalemme, che costituiscono crimini di guerra e crimini contro l’umanità. L’ICSPR ritiene l’occupazione israeliana e l’amministrazione statunitense pienamente responsabili di tutte le violazioni in corso, che rappresentano palesi violazioni del diritto umanitario internazionale, della Convenzione sul Genocidio del 1948, dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale e delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e della Corte Internazionale di Giustizia.
L’ICSPR sottolinea che il silenzio e la paralisi della comunità internazionale di fronte al genocidio non è solo un tradimento dei valori umani e del diritto internazionale, ma equivale anche a una complicità diretta, che minaccia il collasso delle norme giuridiche e dei principi umanitari.
L’ICSPR invita:
- I media globali e arabi e tutte le persone libere a rompere il silenzio e denunciare il genocidio e la fame sistematica di Gaza.
- La fine dei saccheggi e degli attacchi agli aiuti umanitari, che sono l’ancora di salvezza della popolazione affamata di Gaza.
- Tutti gli attori internazionali ad affrontare le strategie israeliane volte a smantellare il tessuto sociale di Gaza, a favorire il caos e il conflitto interno e a trasformare la Striscia in una zona inabitabile piena di fame, malattie e criminalità, il tutto parte di un piano per spopolare Gaza e costringere alla migrazione dai territori palestinesi.
L’ICSPR chiede:
- Un’azione internazionale immediata da parte degli Stati firmatari della Convenzione sul Genocidio e delle Convenzioni di Ginevra per fermare il genocidio e garantire la consegna illimitata di aiuti umanitari e medici sotto la supervisione delle Nazioni Unite, ponendo fine al meccanismo di aiuto illegale e immorale di Stati Uniti e Israele.
- Sanzioni globali e boicottaggio della potenza occupante israeliana, tra cui un embargo sulle armi e l’incriminazione dei leader politici e militari israeliani davanti ai tribunali internazionali.
- Protezione internazionale urgente per la popolazione di Gaza ai sensi del Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite e nella cornice di “Uniting for Peace”, per creare un’alleanza umanitaria internazionale e una forza di pace che ponga fine all’occupazione e protegga i civili e le infrastrutture.
- Consentire all’UNRWA e alle altre organizzazioni umanitarie di svolgere i loro compiti senza ostacoli da parte dell’occupazione israeliana e garantire la protezione degli operatori umanitari.
- La società civile e i gruppi per i diritti umani negli Stati Uniti devono intraprendere azioni legali contro individui e aziende americane complici di crimini contro i civili palestinesi, in particolare quelli coinvolti nella gestione dei centri di aiuto americano-israeliani.
- Tutti i popoli liberi in tutto il mondo di continuare i movimenti di base e la pressione pubblica sugli stati terzi affinché adempiano ai loro obblighi etici e legali per porre fine al genocidio e all’aggressione israeliana e per sostenere il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione, la fine dell’occupazione e lo smantellamento del regime coloniale di apartheid.
Traduzione a cura di AssopacePalestina
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