Ginevra, 24 giugno 2025.
Oggetto: Israele-Territori Palestinesi Occupati

Palestinesi disperati e affamati a Gaza continuano ad affrontare la scelta disumana di morire di fame o rischiare di essere uccisi mentre cercano di procurarsi il cibo.
Da quando la Gaza Humanitarian Foundation ha iniziato a operare il 27 maggio 2025, l’esercito israeliano ha cannoneggiato e sparato ai palestinesi che cercavano di raggiungere i punti di distribuzione, provocando molte vittime. Secondo quanto riferito, oltre 410 palestinesi sono stati uccisi in queste circostanze. Almeno altre 93 persone sarebbero state uccise dall’esercito israeliano mentre tentavano di avvicinarsi ai pochissimi convogli di aiuti dell’ONU e di altre organizzazioni umanitarie. Almeno 3.000 palestinesi sono stati feriti in questi incidenti.
Ognuno di questi omicidi deve essere indagato in modo tempestivo e imparziale, e i responsabili devono essere chiamati a risponderne. L’uccisione e il ferimento di civili a causa dell’uso illegale di armi da fuoco costituiscono una grave violazione del diritto internazionale e un crimine di guerra.
I palestinesi di Gaza soffrono la fame e la mancanza di altri beni di prima necessità. La Striscia di Gaza rimane sull’orlo della carestia a causa della chiusura e del blocco israeliano, nonché delle continue restrizioni illegali all’ingresso e alla distribuzione di assistenza umanitaria. Ciò si aggiunge alla sistematica distruzione da parte di Israele della produzione alimentare locale e dell’economia, nonché ai ripetuti spostamenti forzati di massa negli ultimi 20 mesi.
Israele continua inoltre a imporre severe restrizioni al lavoro delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni umanitarie, impedendo loro di portare e distribuire cibo, carburante e assistenza salvavita a Gaza. Dal 2 marzo 2025 sono stati ammessi solo pochissimi camion.
Stiamo assistendo a scene di caos intorno ai punti di distribuzione del cibo della Gaza Humanitarian Foundation e intorno ai pochi convogli umanitari delle Nazioni Unite che vengono lasciati entrare. Le donne, i bambini, gli anziani e i disabili in particolare si trovano ad affrontare molteplici sfide in questi momenti e sono potenzialmente a rischio di forme aggravate di sfruttamento e abuso.
Il meccanismo militarizzato di assistenza umanitaria di Israele è in contraddizione con gli standard internazionali sulla distribuzione degli aiuti. Mette in pericolo i civili e contribuisce alla catastrofica situazione umanitaria a Gaza. L’uso del cibo per i civili come arma, oltre a limitare o impedire il loro accesso ai servizi di sostentamento vitale, costituisce un crimine di guerra e, in determinate circostanze, può costituire elementi di altri crimini ai sensi del diritto internazionale.
L’esercito israeliano deve smettere di sparare alle persone che cercano di procurarsi il cibo. Israele deve anche consentire l’ingresso di cibo e di altra assistenza umanitaria necessaria per sostenere la vita dei palestinesi a Gaza, in conformità con il diritto internazionale e i principi umanitari. Deve immediatamente revocare le restrizioni illegali imposte al lavoro delle Nazioni Unite e di altri attori umanitari. Gli stati terzi hanno l’obbligo di adottare misure concrete per far sì che Israele, la potenza occupante di Gaza, rispetti il suo dovere di garantire che alla popolazione siano forniti cibo sufficiente e beni di prima necessità.
Thameen Al-Kheetan, Portavoce dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani
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