dal Coordinamento Campagne Rete Italiana Pace e Disarmo,
Rete Pace e Disarmo, 18 marzo 2025.
Siamo inorriditi per il terrore e la morte scatenati oggi sulla terra martoriata di Gaza. Di nuovo a morire sono bambini e bambine, tutt’altro che “danni collaterali” ma volutamente ricercati per costringere la popolazione della Striscia a lasciare la propria terra. La rottura degli accordi sul cessate il fuoco da parte israeliana è un atto inaccettabile, grave che l’amministrazione Trump l’abbia avallata e che non ci sia ancora una energica presa di posizione di ferma condanna da parte dell’Unione Europea e del governo italiano.
Assistiamo di nuovo alla politica dei “due pesi e due misure”, a tal punto che la vicenda palestinese era scomparsa dall’agenda politica degli ultimi vertici della UE. Questo ennesimo massacro si inserisce dentro una serie d’ipotesi apertamente rivendicate, come quella di trasformare Gaza in un grande resort a gestione statunitense, o fatte artatamente trapelare nei giorni scorsi come la deportazione della popolazione della Striscia in Siria, Somalia e Sudan. Si tratta d’ipotesi agghiaccianti che ripropongono scenari di pulizia etnica che rappresentano veri e propri crimini contro l’umanità. La ripresa delle ostilità pregiudica inoltre anche la vita stessa degli ostaggi, dei quali continuiamo a chiedere la liberazione così come chiediamo la liberazione di tutti i prigionieri palestinesi illegalmente detenuti.
La Rete Italiana Pace e Disarmo nel condannare questo ennesimo e brutale eccidio rinnova le proprie richieste per un cessate il fuoco immediato e duraturo, la fine del blocco degli aiuti e la fine dell’assedio alla popolazione da parte israeliana, il varo di sanzioni economiche nei confronti d’Israele, la sospensione dell’accordo di partenariato UE/Israele, il blocco reale di tutte le commesse di armamenti, il riconoscimento da parte dell’Italia e della UE dello Stato di Palestina; l’adozione di “provvedimenti ombrello da parte della UE” a protezione dei giudici internazionali della Corte e del tribunale dell’Aja dalle sanzioni e dalle ritorsioni decise dall’amministrazione USA.
La vicenda del conflitto in Medio Oriente, dove interi arsenali vengono scaricati su una popolazione inerme, dimostra ancora una volta come la logica delle armi porti in un vicolo cieco e sia foriera solo di barbarie. I valori democratici sono incompatibili con la guerra di occupazione.
Chiediamo alla società civile e alle amministrazioni locali di mobilitarsi per la pace e per far cessare il massacro, affinché si levi dal basso quel sentimento d’indignazione verso gli aggressori e di solidarietà verso le vittime. Occorre costringere le nostre istituzioni, nazionali ed europee, ad assumersi la responsabilità di una vera iniziativa politico-diplomatica tesa al ripristino del diritto internazionale e alla tutela della popolazione civile.