Il ministro israeliano Smotrich lancia un piano di insediamento per “seppellire” l’idea di uno stato palestinese

di Rami Amichay e Alexander Cornwell

Reuters, 14 agosto 2025.  

Il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich e una donna mostrano una mappa che illustra il progetto di insediamento E1, da tempo congelato, che dividerebbe Gerusalemme Est dalla Cisgiordania occupata, durante una conferenza stampa vicino all’insediamento israeliano di Maale Adumim, nella Cisgiordania occupata. 14 agosto 2025. REUTERS/Ronen Zvulun

MAALE ADUMIM, Cisgiordania/TEL AVIV- Il ministro delle Finanze israeliano di estrema destra Bezalel Smotrich ha annunciato l’avvio dei lavori per un insediamento a lungo rinviato che dividerebbe la Cisgiordania e la separerebbe da Gerusalemme Est, una mossa che secondo il suo ufficio “seppellirebbe” l’idea di uno stato palestinese.

Il governo palestinese, i suoi alleati e i gruppi di attivisti hanno condannato il piano, definendolo illegale e affermando che la frammentazione del territorio distruggerebbe i piani di pace per la regione.

Giovedì, sul luogo del previsto insediamento a Maale Adumim, Smotrich, egli stesso colono, ha affermato che il primo ministro Benjamin Netanyahu e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump hanno concordato la ripresa del progetto E1, anche se non vi è stata alcuna conferma immediata da parte di nessuno dei due.

“Chiunque nel mondo cerchi oggi di riconoscere uno stato palestinese riceverà la nostra risposta sul campo. Non con documenti, decisioni o dichiarazioni, ma con i fatti. Fatti di case, fatti di quartieri”, ha detto Smotrich.

Israele ha congelato i piani di costruzione a Maale Adumim nel 2012 e poi di nuovo dopo una ripresa nel 2020, a causa delle obiezioni degli Stati Uniti, degli alleati europei e di altre potenze che consideravano il progetto una minaccia per qualsiasi futuro accordo di pace con i palestinesi.

La ripresa del progetto potrebbe isolare ulteriormente Israele, che ha visto alcuni dei suoi alleati occidentali condannare la sua offensiva militare a Gaza e annunciare che potrebbero riconoscere uno stato palestinese.

I palestinesi temono che la costruzione di insediamenti in Cisgiordania, che si è notevolmente intensificata dopo l’attacco di Hamas contro Israele nel 2023 che ha portato alla guerra di Gaza, li privi di qualsiasi possibilità di costruire un proprio stato nella zona.

In una dichiarazione intitolata “Seppellire l’idea di uno stato palestinese”, il portavoce di Smotrich ha affermato che il ministro ha approvato il piano per la costruzione di 3.401 case per coloni israeliani tra un insediamento esistente in Cisgiordania e Gerusalemme.

A Maale Adumim, Smotrich ha dichiarato alla Reuters che il piano entrerà in vigore mercoledì.

Breaking the Silence, un gruppo israeliano per i diritti umani fondato da ex soldati israeliani, ha affermato che quella che ha definito una “appropriazione di terra” “non solo frammenterà ulteriormente il territorio palestinese, ma rafforzerà ulteriormente l’apartheid”.

Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente palestinese, ha invitato gli Stati Uniti a fare pressione su Israele affinché interrompa la costruzione degli insediamenti.

“L’UE respinge qualsiasi modifica territoriale che non sia parte di un accordo politico tra le parti coinvolte. Pertanto, l’annessione di territori è illegale secondo il diritto internazionale”, ha affermato la portavoce della Commissione Europea Anitta Hipper.

Il ministro degli Esteri norvegese Espen Barth Eide ha affermato che la mossa di Smotrich, un ultranazionalista della coalizione di destra al potere che da tempo sostiene la sovranità israeliana sulla Cisgiordania, dimostra che Israele “cerca di appropriarsi delle terre di proprietà dei palestinesi per impedire una soluzione a due stati”.

COSTRUZIONE DI CASE “ENTRO UN ANNO”

Peace Now, che monitora l’attività degli insediamenti in Cisgiordania, ha affermato che prima della costruzione sono ancora necessari alcuni passaggi. Ma se tutto andrà come previsto, i lavori infrastrutturali potrebbero iniziare entro pochi mesi e la costruzione delle case entro circa un anno.

“Il piano E1 è letale per il futuro di Israele e per qualsiasi possibilità di raggiungere una soluzione pacifica a due stati. Siamo sull’orlo di un abisso e il governo ci sta spingendo avanti a tutta velocità”, ha affermato Peace Now in una dichiarazione.

Secondo il gruppo israeliano per i diritti umani Yesh Din, i governi israeliani che si sono succeduti hanno avviato, approvato, pianificato e finanziato gli insediamenti.

Alcuni coloni si sono trasferiti in Cisgiordania per motivi religiosi o ideologici, mentre altri sono stati attratti dai costi inferiori delle abitazioni e dagli incentivi governativi. Tra loro figurano cittadini con doppia cittadinanza americana ed europea.

I palestinesi erano già demoralizzati dalla campagna militare israeliana che, secondo le autorità sanitarie locali, ha causato la morte di oltre 61.000 persone a Gaza, e temono che Israele finirà per cacciarli da quel territorio.

Circa 700.000 coloni israeliani vivono tra i 2,7 milioni di palestinesi della Cisgiordania e di Gerusalemme Est. Israele ha annesso Gerusalemme Est con una mossa non riconosciuta dalla maggior parte dei paesi, ma non ha formalmente esteso la sua sovranità sulla Cisgiordania.

L’ONU e la maggior parte delle potenze mondiali affermano che l’espansione degli insediamenti ha compromesso la fattibilità di una soluzione a due stati, frammentando il territorio palestinese. Il piano a due stati prevede uno stato palestinese a Gerusalemme Est, in Cisgiordania e a Gaza, che coesista con Israele.

Israele invoca legami storici e biblici con l’area e sostiene che gli insediamenti garantiscono profondità strategica e sicurezza.

La maggior parte della comunità internazionale considera illegali tutti gli insediamenti, secondo il diritto internazionale.

Israele respinge questa interpretazione, affermando che la Cisgiordania è un territorio “conteso” piuttosto che “occupato”.

Nel mese di giugno, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda hanno imposto sanzioni a Smotrich e a un altro ministro di estrema destra che sostiene l’espansione degli insediamenti, accusando entrambi di incitare ripetutamente alla violenza contro i palestinesi in Cisgiordania.

Ulteriori informazioni fornite da Gwladys Fouche a Oslo, Ahmed Elimam a Dubai e Charlotte Van Campenhout a Bruxelles; testo di Michael Georgy; revisione di Andrew Heavens.

https://www.reuters.com/world/middle-east/israels-smotrich-launches-settlement-plan-bury-idea-palestinian-state-2025-08-14

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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