di Yuval Abraham,
+972 Magazine, 24 luglio 2025.
All’indomani dei bombardamenti, l’esercito israeliano spara regolarmente sui soccorritori palestinesi, sui paramedici e su altri civili per impedire loro di salvare i feriti, rivela un’indagine.

“Salvatemi! Mi sento debole e non ce la faccio più”. Queste sono state alcune delle ultime parole di Hala Arafat, 35 anni, ripresa in un video mentre era intrappolata sotto le macerie della sua casa nel nord di Gaza la scorsa settimana, dopo essere stata colpita da un attacco aereo israeliano. Ma l’esercito di Israele ha fatto in modo che nessuno potesse salvarla, sparando con dei droni contro chiunque si avvicinasse alla zona per otto ore dopo il primo bombardamento. Poco dopo la ripresa del video, Hala è morta, raggiungendo gli altri 13 membri della sua famiglia uccisi nell’attacco, tra cui sette bambini.
Un’indagine condotta da +972 Magazine e Local Call, basata su conversazioni con cinque fonti della sicurezza israeliana, racconti di testimoni oculari palestinesi e del personale di soccorso, e sull’esame di decine di casi simili a quello della famiglia Arafat, rivela che l’esercito ha adottato la pratica nota come “doppio colpo” come procedura standard a Gaza. Al fine di aumentare la probabilità che la persona presa come obiettivo muoia, l’esercito effettua regolarmente attacchi aggiuntivi nell’area del bombardamento iniziale, uccidendo talvolta intenzionalmente i paramedici e altre persone coinvolte nelle operazioni di soccorso.
Secondo le fonti, la procedura del doppio colpo viene solitamente impiegata durante attacchi aerei “imprecisi”, quando l’esercito non è sicuro di aver colpito l’obiettivo previsto o non sa se la persona fosse effettivamente presente. Inoltre, impedire il salvataggio dei feriti dalle macerie significa che l’obiettivo, se presente, morirà comunque, a causa delle ferite, del soffocamento dovuto ai gas tossici o per la fame e la sete.
Una fonte presente nelle sale di coordinamento degli attacchi, note come “cellule di attacco” nel comando meridionale dell’esercito israeliano, e che ha assistito a “doppi colpi”, ha riferito a +972 e Local Call che i militari sanno che questa pratica è una condanna a morte per decine, e talvolta centinaia, di civili feriti intrappolati sotto le macerie, insieme ai loro potenziali soccorritori.
“Se c’è un attacco contro un comandante di alto rango, ne viene effettuato un altro subito dopo per assicurarsi che non vengano intraprese operazioni di soccorso”, ha spiegato. “I primi soccorritori, le squadre di soccorso… vengono uccisi. Sparano di nuovo, sopra di loro”.
Secondo questa fonte, i secondi attacchi a cui ha assistito sono stati effettuati dall’aviazione militare con l’uso di droni, senza sapere chi fossero le vittime: potevano essere “squadre di soccorso di Hamas” giunte in aiuto dell’alto ufficiale, ma anche personale della Protezione Civile, paramedici della Mezzaluna Rossa o parenti e vicini che cercavano semplicemente di salvare i propri cari.

Una seconda fonte ha partecipato a un doppio attacco che ha ucciso il comandante di Hamas Ahmed Ghandour in un complesso sotterraneo nel nord di Gaza nel novembre 2023 (in cui sono morti per asfissia anche tre ostaggi israeliani detenuti con lui). La fonte ha detto che dopo il primo bombardamento, l’esercito ha colpito “le persone che si trovavano nella zona ed erano uscite da una casa vicina” perché cercavano di soccorrere i feriti.
Secondo la fonte, non c’era “alcuna prova” che quelle persone fossero affiliate ad Hamas. Ha aggiunto che, come +972 e Local Call hanno rivelato in una precedente indagine, poiché il bombardamento dei tunnel sotterranei rilascia gas tossici che impiegano tempo a diffondersi e uccidono chiunque si trovi nel raggio di centinaia di metri, l’esercito ha ritenuto strategico impedire i soccorsi: eliminati gli aiuti, la persona obiettivo sarebbe morta lentamente a causa dei fumi.
Ma la pratica del doppio colpo è diffusa anche in superficie, e non solo nei casi che coinvolgono figure di spicco di Hamas. Una terza fonte della sicurezza ha descritto come l’esercito abbia impedito alle ambulanze di raggiungere un luogo colpito dove alcuni bambini erano rimasti gravemente ustionati.
“Ricordo una donna che piangeva e urlava: sua figlia era ustionata”, ha detto la fonte, che ha monitorato l’esito dell’attacco. “Sua figlia era ancora viva, implorava che qualcuno venisse a salvarla. Si sentivano le ambulanze che cercavano di entrare, ma non le lasciavano passare”.
“Impedire alle persone di avvicinarsi”
La tecnica del doppio attacco è ampiamente considerata illegale dal diritto internazionale, non solo perché prende di mira deliberatamente i primi soccorritori come giornalisti, operatori umanitari e paramedici, ma anche perché mira a scoraggiare del tutto i soccorsi e causa ulteriori danni ai civili.
Un rapporto del 2007 del Dipartimento della Sicurezza Interna degli Stati Uniti definisce gli attacchi a doppio colpo “una tattica preferita di Hamas”. Ma anche gli Stati Uniti li hanno utilizzati: il Bureau of Investigative Journalism ha rivelato che gli attacchi aerei a doppio colpo della CIA hanno ucciso almeno 50 civili in Pakistan tra il 2009 e il 2012 mentre tentavano di soccorrere le vittime.
Anche la Russia ha effettuato attacchi a doppio colpo in Siria, tra cui un attacco a un mercato a Idlib nel 2019 che ha ucciso 39 persone; l’Arabia Saudita ha utilizzato questa tattica nello Yemen, come nell’attacco a un funerale a Sana’a nel 2016, condotto con munizioni fornite dagli Stati Uniti e che ha ucciso 155 persone.

Tuttavia, mentre altri eserciti non hanno mai ammesso pubblicamente di aver utilizzato attacchi a doppio colpo, fonti militari israeliane hanno informato i media in Israele di aver colpito ripetutamente lo stesso luogo per impedire l’arrivo delle squadre di soccorso durante l’assassinio di Mohammed Deif nel luglio 2024.
Secondo quanto riferito, in quell’occasione l’aviazione militare avrebbe sganciato almeno cinque bombe sul campo profughi di Al-Mawasi nel tentativo di uccidere il comandante militare di Hamas, uccidendo 90 persone e ferendone circa 300. Fonti militari hanno ammesso che sono stati effettuati ulteriori attacchi specificamente per impedire ai soccorritori di raggiungere il luogo.
“Il primo attacco ha colpito la parte dell’edificio dove si trovava [Deif]”, ha affermato un rapporto di Itamar Eichner per il sito di notizie israeliano Ynet. “Il secondo attacco è stato un missile che ha distrutto l’intero edificio. Il terzo attacco ha creato una cintura di fuoco intorno all’area per impedire alle forze di arrivare e soccorrerlo”.
Un’indagine visiva del New York Times, basata su filmati, ha mostrato che dopo il primo attacco, l’esercito ha colpito nuovamente, questa volta i veicoli dei primi soccorritori. Uno dei soccorritori presenti sul posto, il dottor Mohammed Al-Mourir, responsabile della catena di approvvigionamento della Protezione Civile, ha raccontato gli eventi a +972 e Local Call.
Al-Mourir ha raccontato che, nel momento in cui sono arrivati sul posto, un missile lanciato da un drone dell’aeronautica militare ha colpito l’ambulanza dietro di lui, uccidendo quattro soccorritori. Ha descritto come è rimasto lì, scioccato e impotente, mentre il suo amico veniva avvolto dalle fiamme: “Lo abbiamo visto bruciare vivo fino alla morte. Il fuoco lo ha consumato e noi siamo rimasti lì, a pochi metri di distanza, senza poter fare nulla”.
Ma Al-Mourir ha dovuto ricomporsi immediatamente. La folla intorno a lui implorava aiuto per cercare i propri familiari. I feriti gemevano di dolore sotto le macerie. È corso verso il luogo di sterminio e si è ritovato rapidamente a raccogliere brandelli di corpi per poter identificare i morti.

Ha detto di aver pianto, incapace di smettere di pensare ai suoi colleghi bruciati e a come avrebbero reagito le loro famiglie. “Il nostro lavoro è umanitario”, ha detto, “ma fin dal primo giorno sapevamo che potevamo morire in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo”.
A maggio, l’esercito israeliano ha assassinato Mohammed Sinwar, allora comandante dell’ala militare di Hamas, in una serie di attacchi aerei vicino all’ospedale europeo di Khan Younis. Fonti militari hanno riferito che l’aviazione ha effettuato ulteriori attacchi nella zona per “impedire alle persone di avvicinarsi”. Il giorno seguente, probabilmente a seguito di uno di questi attacchi, tre persone sono state uccise mentre si recavano in ospedale.
Seguendo lo schema della tecnica del doppio colpo utilizzata negli attacchi imprecisi, una fonte della sicurezza ha detto a Ynet che non era chiaro se Sinwar fosse morto immediatamente, ma che “chiunque non fosse morto per l’attacco veniva soffocato dai gas tossici”.
“Hanno colpito di nuovo, quando le persone erano ancora vive”
Gli attacchi con doppio colpo sono diventati particolarmente comuni negli ultimi mesi, quando Israele bombarda le scuole di Gaza, dove i residenti sfollati hanno cercato rifugio. A maggio, dopo un attacco a una scuola femminile a Jabalia, i residenti hanno riferito che l’esercito ha colpito nuovamente lo stesso punto per impedire i soccorsi ai bambini ustionati.
“Era l’1:30 del mattino e un missile ha colpito la scuola di fronte a noi”, ha raccontato ai media locali un testimone oculare. “Tutte le aule erano in fiamme. Siamo scesi per soccorrere le persone.
Mentre vedevamo i corpi bruciare e c’erano feriti che avremmo potuto portare in ambulanza, l’esercito ha chiamato [uno dei soccorritori al telefono] e ci ha detto: ‘Lasciate la scuola, perché la bombarderemo di nuovo’“, ha continuato il testimone oculare. ”Non siamo riusciti a recuperare i bambini bruciati e feriti. Hanno colpito di nuovo, [quando] c’erano ancora persone vive. Dopo il secondo bombardamento, sono morti tutti”.
Ad aprile, Israele ha bombardato la scuola Dar Al-Arqam, seppellendo sotto le macerie decine di palestinesi. Circa 30 persone sono state uccise, tra cui molti bambini e una donna incinta di nove mesi di due gemelli.

Poco dopo l’arrivo dei soccorritori sul posto, questi hanno ricevuto una telefonata dall’esercito che ordinava loro di allontanarsi perché il sito sarebbe stato nuovamente bombardato. In un filmato girato sul posto, si vede uno dei soccorritori, Nooh Al-Shagnobi, membro della Protezione Civile, che insiste coraggiosamente per rimanere e tirare fuori dalle macerie un sopravvissuto, salvandogli la vita. “Dall’inizio della guerra si sono verificate migliaia di situazioni come questa, ma nessuno le ha filmate”, ha detto in seguito.
Una fonte intervistata per questa indagine è stata recentemente informata degli attacchi alle scuole. Ha detto che l’esercito ha istituito una cellula speciale per identificare sistematicamente le scuole, definite “centri di gravità”, al fine di bombardarle, sostenendo che gli agenti di Hamas si nascondono tra le centinaia di civili.
Ma in molti casi di doppio attacco non sembrano esserci obiettivi militari di alcun tipo. Uno dei casi documentati più strazianti di questa pratica è stato filmato da una giornalista palestinese, Wafaa Thaher, dalla finestra della sua casa nel campo profughi di Jabalia nell’ottobre 2024.
Nel filmato si vede Mohammed Salem, 13 anni, ferito in strada dopo un attacco aereo, incapace di muoversi, che urla e agita le mani in aria per chiedere aiuto. “Mio Dio, è a pezzi”, ha detto la giornalista a suo padre, che era accanto a lei mentre filmava. Gli abitanti del quartiere hanno cominciato a radunarsi intorno al bambino, ma proprio mentre lo sollevavano sono stati colpiti da un secondo missile.
Salem è stato ucciso insieme a un altro ragazzo di 14 anni. L’esercito ha rifiutato di commentare l’incidente, avvenuto mentre stava attuando il Piano dei Generali per la pulizia etnica dei quartieri settentrionali di Gaza.
“Sono andati a salvare le donne e sono stati martirizzati”
A gennaio, un portavoce della Protezione Civile di Gaza ha dichiarato in una conferenza stampa che dall’inizio della guerra sono stati uccisi 99 membri del personale dell’organizzazione. Al Mourir ha dichiarato a +972 che circa la metà delle loro squadre è stata presa di mira. Un recente rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha documentato 180 attacchi contro ambulanze a Gaza dall’inizio della guerra fino a maggio.

Ali Khawas, capo del dipartimento delle comunicazioni della Protezione Civile, ha dichiarato a +972 che gli attacchi contro i soccorritori spesso avvengono pochi minuti dopo il loro arrivo sul luogo dei bombardamenti. Il 22 aprile, l’esercito israeliano ha bombardato la casa della famiglia Al-Matouk a Jabalia. Secondo Khawas, “10 minuti dopo l’arrivo della squadra, gli operatori sono stati colpiti da un missile lanciato da un drone”.
Il 13 maggio, un’altra squadra della Protezione Civile ha tentato di soccorrere la famiglia Al-Afghani, sepolta sotto le macerie a Khan Younis. “I feriti avrebbero potuto essere salvati, ma i ripetuti attacchi sul luogo hanno causato la morte di tutti gli occupanti della casa”, ha spiegato Khawas. “Solo dopo cinque ore l’incendio si è attenuato e abbiamo potuto recuperare i corpi”.
A volte, però, gli attacchi successivi arrivano giorni dopo il primo. Nel novembre 2023, l’esercito ha fatto crollare un edificio di sei piani con all’interno i suoi occupanti nella città di Gaza. Tra i morti c’era Maisara Al-Rayyes, un medico di 30 anni che era tornato a Gaza dopo aver studiato nel Regno Unito, insieme alla moglie incinta e ai suoi genitori. Gli unici sopravvissuti della sua famiglia sono i suoi due fratelli che non erano in casa al momento del bombardamento.
Due giorni dopo, mentre i fratelli sopravvissuti scavavano tra le macerie a mani nude alla ricerca dei resti, sono stati colpiti e uccisi da un secondo missile, secondo testimoni oculari citati dal The Times.
Lo stesso mese, l’esercito ha bombardato diverse case appartenenti alla famiglia Shaheibar nel quartiere di Zeitoun nel corso di una giornata, uccidendo circa 50 persone, secondo l’EuroMed Monitor. Il giorno successivo, mentre i parenti cercavano di soccorrere i sopravvissuti, sono stati colpiti da due attacchi con droni che hanno ucciso altre 20 persone.
L’uso dei doppi attacchi da parte dell’esercito israeliano non è iniziato il 7 ottobre: già nel 2014, durante l’assalto israeliano a Gaza noto come “Operazione Protective Edge”, le équipe mediche nella Striscia avevano descritto la stessa pratica. Il personale della Mezzaluna Rossa ha testimoniato all’epoca che questo modello era una delle principali cause di morte e ferimento degli operatori sanitari.
Dall’inizio dell’attuale guerra, tuttavia, sembra che questa politica sia diventata una pratica abituale. L’organizzazione Airwars, che monitora le vittime civili, ha pubblicato uno studio approfondito basato su un campione di oltre 600 attacchi aerei israeliani a Gaza durante il primo mese di guerra. Lo studio ha identificato quattro casi descritti come attacchi “doppio colpo” da fonti con sede a Gaza, che hanno causato la morte di 80-92 civili. Ha inoltre individuato altri 12 casi in cui un secondo attacco è avvenuto entro 300 metri dal primo e che, secondo l’organizzazione, “potrebbero essere considerati attacchi doppio colpo”.

In uno di questi casi, l’esercito ha bombardato un’abitazione a Beit Lahiya, uccidendo 16 persone. Secondo le testimonianze raccolte da Airwars, l’esercito ha colpito nuovamente durante le operazioni di soccorso, ferendo i soccorritori giunti sul posto. Nove delle vittime dell’attacco erano bambini, tra cui uno di 5 anni e uno di 2 anni. La vittima più giovane era un neonato di due mesi.
Le armi utilizzate in questi attacchi sono diverse: le testimonianze suggeriscono che l’esercito effettui anche quelli che sembrano essere attacchi a doppio colpo utilizzando droni che sganciano esplosivi. Questo metodo di attacco è stato denunciato in un’altra recente indagine di +972 e Local Call, che ha scoperto che l’esercito attacca granate a droni commerciali a basso costo per colpire i civili nelle zone che intende spopolare.
A luglio, l’esercito ha bombardato la casa della famiglia Sabbagh nel quartiere Al-Tuffah della città di Gaza, uccidendo almeno un bambino. Salem, un parente della vittima (che ha chiesto di non rivelare il suo nome completo), ha raccontato a +972 che altri membri della famiglia sono rimasti sepolti sotto le macerie, ma quando i vicini hanno cercato di soccorrerli sono stati attaccati. “Un quadricottero ha immediatamente sganciato una bomba su di loro e sono rimasti feriti”, ha detto Salem.
In un altro caso risalente al giugno 2024, l’esercito israeliano ha ucciso almeno 25 persone in un attacco aereo contro delle tende in un campo profughi vicino ad Al-Mawasi, secondo il personale medico di Gaza. Ma Hassan Al-Najjar ha detto all’Associated Press che i suoi figli sono stati uccisi mentre aiutavano le vittime del primo attacco.
“I miei due figli sono andati [ad aiutare] dopo aver sentito le donne e i bambini urlare”, ha detto dall’ospedale. “Sono andati a salvare le donne e [l’esercito] ha colpito con il secondo proiettile, e i miei figli sono stati martirizzati. Hanno colpito il luogo due volte”.
L’ultimo episodio di doppio colpo noto a +972 e Local Call è avvenuto il 21 luglio, quando Israele avrebbe bombardato un impianto di desalinizzazione dell’acqua nel quartiere Al-Rimal della città di Gaza e poi ha colpito di nuovo mentre le persone cercavano di soccorrere i feriti, uccidendo almeno cinque persone in totale. In un video girato nelle vicinanze, si sente un uomo gridare: “Hanno bombardato di nuovo il posto. La gente è venuta a soccorrere e loro li hanno bombardati”.
Dopo la pubblicazione di questo articolo, il portavoce dell’IDF ha inviato una risposta che non ha affrontato i dettagli della richiesta di +972 e Local Call, comprese le date e i luoghi esatti degli attacchi menzionati qui. La risposta affermava che “le accuse secondo cui l’IDF agisce deliberatamente per danneggiare il personale di soccorso e medico sono false e prive di qualsiasi fondamento. Le accuse che emergono in questo contesto sono esaminate approfonditamente dai meccanismi autorizzati dell’IDF che lavorano per far rispettare la legge”.
In collaborazione con Local Call.
Yuval Abraham è un giornalista e regista con sede a Gerusalemme.
Traduzione a cura di AssopacePalestina
Non sempre AssopacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.