di Jeff Wright,
Mondoweiss, 24 luglio 2025.
Il governo Netanyahu sta ampliando il quadro giuridico preesistente per accelerare l’annessione de facto della Cisgiordania da parte di Israele.

Secondo un nuovo rapporto di Adalah, il Centro Legale per i Diritti della Minoranza Araba in Israele, Israele sta accelerando i propri sforzi per consolidare il controllo permanente sulla Cisgiordania attraverso una serie di cambiamenti legali e istituzionali di ampia portata.
Il rapporto di 87 pagine, intitolato Legal Structures of Distinction, Separation, and Territorial Domination (Strutture Giuridiche di Distinzione, Separazione e Dominio Territoriale), descrive i modi in cui il governo Netanyahu sta rapidamente ampliando una matrice giuridica di vecchia data che minaccia ulteriormente il diritto all’autodeterminazione dei palestinesi.
“Questi sviluppi non sono una novità per noi”, ha dichiarato alla testata Mondoweiss la dottoressa Suhad Bishara, direttrice legale di Adalah e autrice principale del rapporto. “Tutti gli occhi sono ora puntati su Gaza, giustamente”, ha affermato. “Tuttavia… è importante sottolineare la rilevanza dei cambiamenti strutturali che hanno avuto luogo da quando l’attuale governo è salito al potere nel dicembre 2022”.
“Ciò che sta accadendo in Cisgiordania sta accelerando pericolosamente le politiche di annessione in palese violazione del diritto internazionale”, ha affermato Bishara. “Israele sta intensificando le misure per cambiare lo status della Cisgiordania e lo status di molti palestinesi che vivono nell’Area C e che sono soggetti agli aumentati sfollamenti indotti dalla violenza dei coloni e dalle politiche israeliane”. Ha detto anche: “Questo si aggiunge all’espansione dei coloni e alle ulteriori restrizioni allo sviluppo palestinese nella zona”.
Accuratamente documentato e corredato di note, il rapporto descrive come l’attuale governo estremista abbia costruito quelli che Adalah definisce “meccanismi fondamentali attraverso i quali Israele ha consolidato un regime territoriale che facilita il dominio sulla terra e la segregazione razziale”.
L’Area C comprende oltre il 60% della Cisgiordania ed è sotto il pieno controllo militare israeliano.
Ecco i meccanismi di dominio territoriale esaminati da Adalah in queste zone.
Governance civile per i coloni israeliani; regime militare sui palestinesi
A partire dalla fine degli anni ’70, Israele ha abbandonato le giustificazioni basate sulla sicurezza per approvare gli insediamenti e ha adottato una politica basata su motivi civili e non militari. Il rapporto descrive come, poco dopo, sia stata istituita l’Amministrazione Civile – l’organismo israeliano che governa la Cisgiordania – per formalizzare la divisione tra affari militari e civili.
Di conseguenza, “Israele ha progressivamente trasferito il governo dei coloni israeliani in Cisgiordania dal controllo militare a quello civile, consolidando il dominio territoriale permanente e ampliando notevolmente l’impresa di insediamento”, secondo il rapporto.
Più recentemente, riforme strutturali – come la nomina di Bezalel Smotrich a ministro delle Finanze e ministro della Difesa – hanno portato a un aumento dell’autorità legale dei funzionari pubblici filo-coloni che lavorano con Smotrich in Cisgiordania. Queste riforme hanno consolidato le due distinte strutture giuridiche che regolano la vita, una nei villaggi palestinesi in cui governa l’esercito e l’altra negli insediamenti che sono amministrati secondo la legge israeliana.
1. Amministrazione da parte delle autorità locali
Il rapporto di Adalah entra nel dettaglio descrivendo uno dei meccanismi più preoccupanti che rivelano l’intenzione di Israele di annettere l’intera Cisgiordania. Dopo aver trasferito gli insediamenti dall’amministrazione militare al governo civile e aver ceduto importanti poteri decisionali in materia giuridica e amministrativa a funzionari pubblici favorevoli ai coloni, Israele può sostenere che gli insediamenti operano ora sotto la sovranità israeliana. Ma l’applicazione della legge israeliana nei territori occupati, sostiene Adalah, è una violazione della legge internazionale sui diritti umani e costituisce “una misura di annessione de facto”.
2. Incentivi finanziari per gli insediamenti
I lettori del rapporto non saranno sorpresi di apprendere che, come scrive Adalah, “gli insediamenti israeliani ricevono ingenti benefici finanziari attraverso sussidi governativi diretti, politiche preferenziali e incentivi finanziari… [che coprono] diversi settori, tra cui l’assegnazione dei terreni, l’edilizia abitativa, le infrastrutture e l’agricoltura”.
Tuttavia, è degno di nota, come documentato nel rapporto di Adalah, che Israele continua ogni anno a investire miliardi di shekel nello sviluppo degli insediamenti in Cisgiordania, in violazione del diritto internazionale. I lettori del rapporto potranno conoscere “i meccanismi giuridici alla base di questi incentivi e come la legge israeliana ne facilita la distribuzione”.
3. Dichiarazione di terra di Stato
Secondo Adalah, la designazione da parte di Israele di terra di Stato in Cisgiordania è “il principale meccanismo giuridico attraverso il quale le autorità israeliane hanno preso possesso della terra palestinese dalla fine degli anni ’70”. Chi ha già familiarità con l’uso di questo mezzo di annessione de facto da parte di Israele rimarrà sorpreso dalla quantità straordinaria di terra palestinese così designata. Il rapporto include informazioni ottenute da Peace Now attraverso una richiesta ai sensi del Freedom of Information Act che mostra un fatto scioccante: in meno di un anno, Israele ha designato più terra palestinese come terra di Stato di quanto abbia fatto in 18 anni precedenti.
Dal 1998 al 2016, poco più di 2100 ettari sono stati dichiarati terra di Stato. Ma in poco più di nove mesi (dalla fine di febbraio 2024 all’inizio di dicembre 2024), oltre 2420 ettari sono stati dichiarati terra di Stato. Questa accelerazione non ha precedenti nella storia.
Il sistema di pianificazione nell’Area C
Adalah include un’intera sezione sul quadro giuridico e strutturale in vigore nell’Area C per espandere ulteriormente il progetto di insediamento di Israele, realizzando uno dei principi guida del governo Netanyahu condivisi il giorno prima del suo insediamento come Primo Ministro nel dicembre 2022: “Il popolo ebraico ha un diritto esclusivo e inalienabile su tutte le parti della Terra di Israele”, promettendo di espandere gli insediamenti in tutta la “Giudea e Samaria”, il termine israeliano per indicare la Cisgiordania occupata.
In linea con le sentenze della Corte Internazionale di Giustizia, degli esperti delle Nazioni Unite e delle organizzazioni internazionali, palestinesi e israeliane per i diritti umani, il rapporto si conclude elencando i cinque crimini internazionali di cui Adalah ritiene Israele colpevole: violazioni del diritto internazionale umanitario; approfondimento del meccanismo illegale di annessione de facto; negazione del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione; approfondimento del sistema di apartheid nei territori palestinesi occupati; e commissione di crimini di guerra e crimini di aggressione da parte di Israele.
L’ultima newsletter di Ir Amim, una ONG israeliana, descrive l’espansione del controllo di Israele sulla Gerusalemme Est annessa illegalmente. Interpellata in merito, Tess Miller, responsabile delle relazioni pubbliche di Ir Amim (“Città delle Nazioni” o “Città dei Popoli” in ebraico) ha dichiarato a Mondoweiss che “i meccanismi di sfollamento che monitoriamo e contro cui ci battiamo a Gerusalemme non sono separati dai meccanismi che vediamo oggi a Gaza e in Cisgiordania”.
“Quello a cui assistiamo”, ha detto Miller, “di volta in volta, di luogo in luogo, è il controllo violento concesso a coloro che sono disposti a portare avanti il programma dello stato di espandere la presenza ebraica e ridurre quella palestinese”. La newsletter di Ir Amim documenta demolizioni di case, sfratti e politiche di confisca di terreni e alloggi palesemente discriminatorie.
“Insieme”, ha affermato Miller, “contribuiscono a un’accelerata cancellazione del popolo palestinese dalle proprie città, dai propri quartieri e dalle proprie terre, resa possibile dalla complicità di un’opinione pubblica israeliana sempre più radicalizzata e dal persistente rifiuto della comunità internazionale di intraprendere azioni significative”.
Secondo la dottoressa Bishara, si spera che il rapporto di Adalah, letto dai sostenitori dei diritti dei palestinesi, dalle parti interessate e dagli stati, “generi una pressione internazionale contro questi cambiamenti a lungo termine in Cisgiordania che violano il diritto internazionale e minacciano il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese”.
Traduzione a cura di AssopacePalestina
Non sempre AssopacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.