Belgio, alla prova la giurisdizione universale

di Triestino Mariniello

Il Manifesto, 25 luglio 2025.  

Soldati IDF arrestati. 

Soldati dell’IDF posano davanti a delle macerie a Gaza. Foto Ap

Due militari israeliani sono stati arrestati dalla polizia federale in Belgio mentre partecipavano ad un festival di musica elettronica, Tomorrowland, nella cittadina di Boom. L’arresto nasce da una denuncia presentata da due organizzazioni non governative, la Hind Rajab Foundation, nata proprio per porre fine all’impunità di cui godono gli israeliani responsabili di crimini internazionali nella Striscia di Gaza, e da GLAN (Global Legal Action Network ) organizzazione non governativa con sede a Londra.

La denuncia presentata aveva ad oggetto proprio la commissione di crimini internazionali da parte dei militari israeliani che si trovavano al Festival in Belgio. In particolar modo dai membri della cosiddetta brigata Givati, responsabile – come ampiamente documentato anche da prove aperte – di gravissime violazioni di diritto internazionale nella Striscia. I due sono accusati dalle organizzazioni non governative di crimini di guerra, tra i quali attacchi sistematici indiscriminati, attacchi indiscriminati contro strutture e obiettivi civili, uso della tortura, detenzione arbitraria di massa e trasferimento forzato della popolazione di Gaza. E anche crimini di genocidio per aver imposto condizioni di vita volte a distruggere la popolazione di Gaza come gruppo protetto all’interno della Striscia.

È possibile prevedere che i due saranno fatti rientrare in Israele nonostante l’apertura di indagini da parte delle autorità del Belgio. Eppure questo non sminuisce, a mio avviso, l’importanza di quanto avvenuto oggi. Prima di tutto perché si tratta di un caso che non ha alcun precedente, soprattutto in Europa: per la prima volta militari israeliani vengono arrestati in un paese membro dell’Unione Europea. Ma si tratta di una decisione importante anche perché è un esercizio della cosiddetta giurisdizione universale. In altre parole siamo di fronte a un caso che non ha alcun criterio di connessione con il Belgio, perché non si tratta di crimini commessi sul territorio belga né dai cittadini di quel paese, né le vittime hanno la cittadinanza belga. Eppure, proprio sulla base della gravità di questi crimini, il Belgio è legittimato a intervenire e a processare i responsabili di crimini di guerra e genocidio commessi all’interno della Striscia di Gaza.

C’è stato un caso recente simile in Brasile, eppure in quell’occasione le autorità brasiliane hanno deciso di non arrestare il sospettato israeliano, anche lui membro delle IDF. Avevano inizialmente deciso di farlo nel momento in cui si fosse recato in aeroporto, ma erano poi intervenute le autorità israeliane che ne avevano consentito la fuga.

Quello stabilito dal Belgio è un precedente molto importante anche perché lancia un segnale chiaro: i responsabili dei crimini internazionali all’interno della Striscia di Gaza, nel territorio palestinese occupato, non godono di impunità.

E probabilmente avrà effetti anche altrove: sono tantissimi i paesi, soprattutto in Europa, che hanno una legislazione sulla giurisdizione universale. Purtroppo tra questi non c’è l’Italia, che fino a oggi ha deciso di non dotarsi di alcuna norma sulla giurisdizione universale, cosa che ci pone sicuramente indietro rispetto a tante altre nazioni europee e non solo.

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