Missili europei venduti a Israele, secondo un’inchiesta del Guardian, sono collegati agli attacchi su Gaza che hanno ucciso dei bambini

di Sebastian Robustelli Balfour

EUnews, 17 luglio 2025.  

Un’indagine rivela che i proventi derivanti dalla vendita delle bombe GBU-39 da parte della divisione statunitense della MBDA transitano attraverso il Regno Unito e l’Unione Europea.

Un palestinese fissa le macerie della casa della famiglia Alloush, rasa al suolo da un attacco israeliano a Jabalia, nella Striscia di Gaza settentrionale, il 10 novembre 2024. L’esercito israeliano sta conducendo un’offensiva aerea e terrestre su vasta scala nel nord di Gaza dal 6 ottobre 2024, in particolare intorno a Jabalia, Beit Lahia e Beit Hanoun, con l’obiettivo dichiarato di impedire la riorganizzazione di Hamas. (Foto di Omar AL-QATTAA / AFP)

Bruxelles – Secondo un’esclusiva del Guardian, MBDA, il più grande produttore di missili d’Europa, vende componenti chiave per bombe che sono state spedite a migliaia in Israele e utilizzate in numerosi attacchi aerei che hanno ucciso bambini palestinesi e altri civili, secondo una recente ricerca. Questa azienda europea fa parte di un gruppo che comprende la più grande azienda britannica nel settore della difesa, BAE Systems, la francese Airbus e l’italiana Leonardo.

Mentre crescono le preoccupazioni sulla misura in cui le aziende europee potrebbero trarre profitto dalla devastazione in Palestina, un’indagine del Guardian, in collaborazione con le redazioni indipendenti Disclose e Follow the Money, ha esaminato la catena di approvvigionamento della bomba GBU-39 e il suo utilizzo durante il conflitto.

 MBDA ha uno stabilimento negli Stati Uniti che produce le “ali” montate sulla bomba GBU-39, prodotta dalla Boeing. Queste ali si aprono dopo il lancio, consentendo alla bomba di essere guidata verso il bersaglio.

I ricavi della società statunitense MBDA Incorporated passano attraverso MBDA UK, con sede in Inghilterra, che poi trasferisce gli utili al gruppo MBDA, con sede in Francia. L’anno scorso, la società ha distribuito dividendi per quasi 350 milioni di sterline (400 milioni di euro) ai suoi tre azionisti.

 A settembre, il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha sospeso alcune licenze di esportazione di armi verso Israele,citando il rischio di “gravi violazioni” del diritto internazionale umanitario. Lammy ha dichiarato che la misura era volta a colpire “articoli che potrebbero essere utilizzati nell’attuale conflitto a Gaza”.

Utilizzando informazioni di dominio pubblico e analisi di esperti di armi, l’inchiesta del Guardian ha verificato 24 casi in cui le GBU-39 sono state utilizzate in attacchi che hanno causato la morte di civili. In ciascuno di essi tra le vittime c’erano anche dei bambini. Molti degli attacchi sono avvenuti di notte, senza preavviso, in edifici scolastici e campi tendati dove avevano trovato rifugio famiglie sfollate. Alcuni sono stati oggetto di indagini da parte delle Nazioni Unite e dell’organizzazione umanitaria Amnesty International, che li ha segnalati come sospetti crimini di guerra.

I casi verificati nel 2023 suggeriscono che l’esercito israeliano abbia aumentato drasticamente l’uso delle GBU-39 nel 2024. Uno degli attacchi più devastanti è avvenuto nella notte del 26 maggio 2024, quando dei jet hanno bombardato il Kuwait Peace Camp 1 a Rafah, provocando un incendio che ha dato fuoco a file di tende. Secondo Amnesty, un bambino e una donna sono stati decapitati dai frammenti dell’esplosivo. Il Ministero della Salute di Gaza ha contato 45 morti e 249 feriti.

“Le GBU-39 sono state utilizzate molto per colpire scuole e aree dove si rifugiano altre persone”, ha detto Trevor Ball, collaboratore dell’Armaments Research Services, che riceve alcuni finanziamenti dall’UE.

Degli attacchi verificati, 16 erano contro scuole. Sebbene gli edifici non funzionino più come strutture scolastiche, sono diventati luoghi di rifugio per la popolazione palestinese sfollata. Gli altri attacchi hanno preso di mira campi tendati, case familiari e una moschea durante la preghiera mattutina.

Nonostante le parole forti e le minacce di ulteriori sanzioni dopo la violazione del cessate il fuoco da parte di Israele a marzo e la conclusione delle Nazioni Unitesecondo cui “i metodi di guerra a Gaza sono compatibili con il genocidio”, i leader europei non hanno adottato ulteriori misure per impedire alle aziende nazionali produttrici di armi di trarne profitto.

 In un rapporto pubblicato il mese scorso, la Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui Diritti Umani nei Territori palestinesi occupati, Francesca Albanese,ha esaminato i profitti delle aziende derivanti dal conflitto. Ha concluso che: “Questo rapporto mostra perché il genocidio guidato da Israele continua: perché è redditizio per molti”.

Addendum di AssopacePalestina: MBDA ha tre grandi azionisti: Airbus (37,5%), BAE Systems (37,5%) e Leonardo (25%). Impiega oltre 2000 persone in Italia, in tre siti: Roma, La Spezia, Fusaro (NA). Ha una stretta collaborazione con varie università (tra cui Napoli, Milano, Pisa, Roma e Firenze) e centri di ricerca (CIRA e CSM).

https://www.eunews.it/en/2025/07/17/guardian-european-missiles-sold-to-israel-linked-to-gaza-strikes-that-killed-children

Traduzione a cura di AssopacePalestina

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