Quello che succede sul Ponte King Hussein tra Giordania e Palestina non è solo caos, ma umiliazione sistematica e mercificazione della dignità palestinese

di Shadi Khader

Facebook, 13 luglio 2025.  

Oggi ero uno di quelli che tornavano dalla Giordania in Palestina. Avevo prenotato tramite piattaforma ufficiale più di una settimana fa, e pagato in anticipo come da istruzioni. Pensavo che la prenotazione mi avrebbe garantito un passaggio di confine fluido e organizzato che rispettasse il mio tempo e la mia dignità. Ma la realtà che ho visto con i miei occhi rappresenta un completo collasso di ogni senso di organizzazione e umanità.

Per più di quattro ore siamo stati trattenuti sotto il sole cocente sulla strada principale, senza alcuna giustificazione, senza il minimo rispetto.

Donne incinte, bambini che piangevano per la stanchezza, anziani appoggiati a muri senza riflesso del sole e persone con bisogni speciali che aspettavano sull’asfalto senza ombra né acqua… Scene di fronti imperlate di sudore.

Numerosi svenimenti, urla, sofferenza e totale noncuranza da parte delle autorità responsabili.

Nessuno risponde, nessuno dà spiegazioni, nessuno si rende conto che la nostra persona e la nostra dignità dovrebbero essere una priorità.

La cosiddetta “sezione VIP” è diventata uno strumento per selezionare le persone. Più di 3000 viaggiatori sono stati trasferiti in questa sezione aperta solo ai benestanti, per trasformare il passaggio in un’asta, dove la priorità ce l’ha chi paga di più, non chi prenota prima o si attiene al sistema. La dignità è stata trasformata in moneta, comprata e venduta spudoratamente.

Questa non è una crisi di organizzazione. Questa è una crisi di coscienza.

Questa non è un’affollamento di viaggiatori, questo è un disprezzo formale per l’umanità e la dignità di un intero popolo.

Quello che è successo oggi sul ponte non è degno di nessun uomo, né di nessun paese.

Basta silenzio, basta barattare la nostra dignità, basta trasformare il confine che attraversiamo in un portale di umiliazione.

Chiediamo che tutti coloro che hanno permesso questo crollo di valori siano ritenuti responsabili, e che si fermi questa farsa che viene praticata quotidianamente per chi ritorna a casa.

Comunque, chi è responsabile deve sapere che sono arrivato a casa dopo 10 ore e mezza di un’umiliazione dietro l’altra, e dietro di me migliaia di indifesi lasciati al sole cocente per ore, rimandati in Giordania e non ammessi a entrare, anche se si erano prenotati in precedenza sulla piattaforma ufficiale.

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Traduzione a cura di AssopacePalestina

Non sempre AssopacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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