di Rayhan Uddin,
Mondoweiss, 10 luglio 2025.
L’avvocata italiana per i diritti umani, che ha oltre vent’anni di esperienza, ha appena pubblicato un rapporto sulle grandi aziende che “si arricchiscono con il genocidio”.

Il governo degli Stati Uniti del presidente Donald Trump ha sanzionato Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per la Palestina.
La mossa significa che tutti i beni che Albanese ha negli Stati Uniti saranno congelati e che la sua possibilità di viaggiare in America verrà probabilmente limitata.
Annunciando le sanzioni mercoledì 9 luglio, il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha detto che l’avvocata italiana ha lanciato “una guerra politica ed economica contro gli Stati Uniti e Israele”.
Albanese, nata ad Ariano Irpino nel 1977, è un’avvocata specializzata in diritti umani con oltre vent’anni di esperienza in diritto internazionale e in diritti umani. Ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Pisa e un master in Diritti Umani presso la School of Oriental and African Studies (Soas) di Londra.
La 48enne è una studiosa affiliata presso l’Institute for the Study of International Migration della Georgetown University di Washington.
Insegna anche un corso da lei stessa progettato su “Risposte umanitarie, legali e politiche allo sfollamento forzato palestinese” come professoressa non residente in diverse università, tra cui Betlemme, Birzeit e Salento.
Albanese ha ricoperto una serie di incarichi alle Nazioni Unite nel corso della sua carriera. Tra questi, due anni di collaborazione con il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite in Marocco e quattro anni a Ginevra come responsabile dei diritti umani presso l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.
Ha anche lavorato come funzionario legale a Gerusalemme per l’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi.
Nel corso della sua carriera, Albanese ha scritto molto sulla situazione giuridica di Israele e Palestina. È coautrice dei libri I Rifugiati Palestinesi nel Diritto Internazionale (2020), e J’Accuse (2024).
Al di fuori delle Nazioni Unite, svolge attività di ricerca e assistenza legale su migrazione e richiedenti asilo per il gruppo di ricerca Arab Renaissance for Democracy and Development, e ha co-fondato il Global Network on the Question of Palestine, un gruppo di esperti e studiosi impegnati nella questione di Israele e Palestina.
Dal maggio 2022 è Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui Diritti Umani nella Palestina occupata. In tale veste, ha pubblicato una serie di pareri e relazioni legali.
Questi includono rapporti sulla violazione del diritto all’autodeterminazione in Palestina, la privazione di massa della libertà dei palestinesi, la violazione dell’infanzia in Palestina e due pubblicazioni sugli atti di genocidio commessi da Israele contro i palestinesi.
Nel marzo dello scorso anno, ha presentato un Rapporto al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, in cui affermava che c’erano ragionevoli motivi per ritenere che le azioni israeliane a Gaza equivalessero a un genocidio.
Albanese ha citato le uccisioni di massa, la distruzione delle infrastrutture civili e la creazione di condizioni che potrebbero portare alla distruzione fisica dei palestinesi nell’enclave.
Rapporto sull’”economia del genocidio”
La pubblicazione più recente dell’avvocata italiana è stata citata da Rubio come una delle ragioni principali della sua sanzione da parte degli Stati Uniti.
Il 30 giugno, Albanese ha scritto un Rapporto che nomina oltre 60 aziende, tra cui importanti compagnie tecnologiche statunitensi come Google, Amazon e Microsoft, che secondo lei sono coinvolte nella “trasformazione dell’economia di occupazione israeliana in un’economia di genocidio”.
Il rapporto chiede alla Corte Penale Internazionale (CPI) e ai sistemi giudiziari nazionali di portare avanti indagini e procedimenti giudiziari nei confronti di dirigenti aziendali e di varie società. Ha inoltre invitato gli stati membri delle Nazioni Unite a intraprendere sanzioni e congelamenti di beni.
Rubio ha accusato Albanese di aver scritto “lettere minatorie” a entità di tutto il mondo, comprese le principali aziende statunitensi, “facendo accuse estreme e infondate e raccomandando alla CPI di portare avanti indagini e procedimenti giudiziari su queste società e sui loro dirigenti”.
“Non tollereremo queste campagne di guerra politica ed economica, che minacciano i nostri interessi nazionali e la nostra sovranità”, ha detto.
Rubio ha anche citato l’impegno di Albanese con la CPI e la raccomandazione di emettere mandati di arresto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e a Yoav Gallant, il suo ex Ministro della Difesa. Tali accuse sono state formulate a novembre.
Il mese scorso, il governo degli Stati Uniti ha emesso sanzioni contro quattro giudici della CPI per il loro ruolo nell’emissione di mandati di arresto israeliani e nelle indagini sui crimini statunitensi commessi in Afghanistan.
Sempre il mese scorso, l’amministrazione Trump ha scritto una lettera ad Antonio Guterres, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, chiedendogli di rimuovere Albanese dal suo incarico.
Rubio ha accusato la Relatrice Speciale di “antisemitismo sfacciato, di aver espresso sostegno al terrorismo e aperto disprezzo per gli Stati Uniti, Israele e l’Occidente”. Albanese nega queste accuse.
In un’intervista con Middle East Eye questa settimana, poco prima che le sanzioni fossero annunciate, ha pesantemente criticato le multinazionali per aver tratto profitto dalla guerra di Israele contro Gaza.
“C’è un’oligarchia collegata all’industria della difesa, anche in Europa e negli Stati Uniti, che si arricchisce con il genocidio”, ha detto.
“Oggi… abbiamo un quadro giuridico che chiarisce al 100% che qualsiasi impegno con l’occupazione è illegale, perché abbiamo procedimenti penali per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità, sia contro lo stato di Israele che contro funzionari israeliani”, ha detto a MEE.
https://www.middleeasteye.net/news/who-francesca-albanese-and-why-us-sanctioning-her
Traduzione a cura di AssopacePalestina
Non sempre AssopacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.