di Michael Leonardi,
Counter Punch, 20 giugno 2025.

Ad aprile, abbiamo ospitato una proiezione del film documentario vincitore dell’Oscar “No Other Land” sull’isola di Procida, nel Golfo di Napoli, in Italia. C’è stata una bella partecipazione in un freddo giovedì sera nell’unico cinema dell’isola – Procida Hall – con il benvenuto del sindaco, Dino Ambrosino, e della ‘crociata’ dei diritti umani Luisa Morgantini. Per diversi giorni di questa settimana e grazie all’impegno senza fine di Luisa Morgantini, ex vicepresidente dell’Unione Europea che ha dedicato decenni dei suoi instancabili 85 anni a sostenere gli sforzi per la liberazione della Palestina, abbiamo ospitato qui sulla nostra isola il regista e protagonista palestinese del film Basel Adra.
Basel è un’anima meravigliosa e umile che ha dedicato tutta la vita alla liberazione del suo popolo poiché è nato, cresciuto e vive tuttora sotto occupazione. Il suo film documenta la costante brutalità dell’occupazione illegale e della colonizzazione israeliana, vista dal suo villaggio di Massafer Yatta e dalle aree circostanti della Cisgiordania. Racconta questa orribile storia di illegalità e terrore sponsorizzati dallo stato israeliano attraverso l’oppressione militare quotidiana e la rimozione forzata delle persone che vivono in questa zona, nelle loro terre ancestrali, in una situazione costante di colonialismo con episodi violenti che sono avvenuti tutti prima del 7 ottobre del 2023.
Nonostante abbia vinto l’Oscar per il miglior film documentario, “No Other Land” non è stato ben distribuito negli Stati Uniti e la maggior parte delle principali piattaforme di streaming si sono rifiutate di renderlo ampiamente disponibile. Le verità mostrate da questo film smascherano la brutale realtà di ciò che Israele è e fa come stato di apartheid razzista, etno-nazionalista e suprematista – una realtà che i mediatori di potere del mondo occidentale non vogliono vedere o conoscere.
Basel ha viaggiato in Europa per un paio di settimane per condividere la sua storia e incoraggiare il nostro movimento internazionale a fare tutto il possibile per fermare i sionisti dal terrorizzare i palestinesi e il nostro stesso mondo. Ha parlato a un grande evento mediatico nella città italiana di Bologna a una folla di diverse migliaia di persone e poi a un raduno informale di attivisti e sostenitori a Procida, poi a Napoli e poi a Roma.
La mia amica, la scrittrice e attivista palestinese-americana Jeannie Amash, mi ha chiesto dello stato emotivo di Basel. Emotivamente sembra molto simile a quello che appare nel film. È agitato e frustrato mentre il mondo continua la sua spirale verso uno scenario infernale sionista e surriscaldato. Ora, con Israele che ci sta spingendo verso la Terza Guerra Mondiale e la sua aggressione in continua espansione, Basel è particolarmente preoccupato di come farà a tornare a casa dalla sua famiglia e dai suoi cari. La maggior parte degli aeroporti della regione sono chiusi, tutti i valichi di frontiera sigillati, tutti i posti di blocco chiusi, mentre sua moglie e la figlia di 6 mesi, con il resto della famiglia, che abbiamo incontrato nel film, sono tornati a casa nella loro patria occupata e terrorizzata.
Martedì sera ha parlato a una bella folla a Napoli ed è stato visto come resiliente, potente, eloquente, nonostante fosse notevolmente stanco e teso, e mercoledì ha parlato a Roma a una sala piena di studenti dell’Università La Sapienza, dove è stato descritto come dedicato e potente, ma notevolmente sconvolto dalle circostanze in cui ci troviamo. Probabilmente sarà sul palco questo sabato per la manifestazione nazionale in Italia contro il finanziamento dell’espansione militare e per fermare il genocidio a Gaza, e poi terrà una conferenza a Madrid. Dopo di che sarebbe dovuto tornare a casa e ora questo è diventato un grande punto interrogativo poiché Israele ci ha portato sull’orlo della Terza Guerra Mondiale. Come tornerà a casa?
Com’è possibile che qualcuno di noi si trovi emotivamente coinvolto in un mondo distrutto da avidi criminali di guerra, scatenati in completa impunità, che danno priorità alla guerra e alle spese militari sopra ogni altra cosa? Come sarebbe ridotto ognuno di noi dopo aver assistito a un genocidio trasmesso in diretta streaming negli ultimi due anni? Come dovremmo essere emotivamente quando, nonostante tutti i nostri sforzi, ci sentiamo ancora così impotenti a produrre un cambiamento significativo?
È stato un vero privilegio per me e mia figlia Val (Gaia) accompagnare Basel in un giro in barca intorno a Procida mentre Luisa lavorava nel caldo soffocante per scrivere un articolo e incontrare i membri del Parlamento che avrebbe dovuto accompagnare in un altro viaggio in Cisgiordania e al valico di frontiera di Rafah – un viaggio ora nel limbo dopo l’attacco di Israele all’Iran. Qualche parola su Luisa: ha dedicato la sua vita alla liberazione del popolo palestinese e alla pace nella terra occupata. Se non fosse stato per il suo lavoro dedicato, non so se due settimane fa ci sarebbe stata una manifestazione per Gaza di oltre 300.000 persone convocata dai tre principali partiti di opposizione italiani: il Movimento 5 Stelle, l’alleanza Verdi/Sinistra e il Partito Democratico. Luisa è stata instancabile nel suo impegno per illuminare questi politici e la popolazione in generale. È la fondatrice dell’organizzazione per i diritti umani AssopacePalestina ed è un nome familiare conosciuto da migliaia di palestinesi che vivono sotto occupazione e, attraverso la diaspora, in tutto il mondo.
Come dice spesso Basel Adra, dobbiamo continuare il nostro impegno e lottare perché, come dimostra il crescente sostegno da parte delle persone di tutto il mondo, i nostri sforzi stanno facendo la differenza. Nei recenti sondaggi in Italia, la maggioranza degli italiani riconosce come un genocidio ciò che Israele sta facendo a Gaza e oltre il 75% degli italiani chiede l’intervento internazionale per fermare il criminale di guerra, Netanyahu, con qualcosa di più di semplici parole vuote.
Come risultato di una serie di iniziative, sulla piccola isola di Procida c’è una crescente consapevolezza e riconoscimento del genocidio in corso, il nostro sindaco sta sventolando la bandiera palestinese dalla finestra del suo ufficio al municipio, lo storico liceo nautico dell’isola sta sventolando la bandiera palestinese dopo un voto unanime in tal senso da parte degli insegnanti, e altre bandiere palestinesi stanno volando in tutta l’isola e in tutta Italia.
Ci sono molteplici eventi che si svolgono ogni giorno in tutto il paese per aumentare la consapevolezza e la partecipazione alla lotta palestinese, mentre una protesta quotidiana permanente si sta svolgendo di fronte al parlamento italiano per chiedere la fine di tutte le partnership militari con Israele. Purtroppo, nonostante le proteste dell’opinione pubblica, il governo neofascista italiano continua a fornire armi a Israele. Ma nonostante il fallimento morale e politico della maggior parte dei leader occidentali, sembra davvero sempre più evidente che Israele potrebbe aver pensato di eliminare la Palestina dalla carta geografica, ma non si è reso conto che il mondo intero sarebbe diventato Palestina, e che milioni di persone in tutto il mondo si sarebbero unite per dire che siamo veramente tutti palestinesi. #StopTheGenocide
Michael Leonardi vive in Italia ed è raggiungibile all’indirizzo michaeleleonardi@gmail.com
Traduzione a cura di AssopacePalestina
Non sempre AssopacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.