di Lee Mordechai,
9 marzo 2025.
Sommario
Io, Lee Mordechai, storico di professione e cittadino israeliano, testimonio in questo documento la situazione a Gaza, come si stanno svolgendo gli eventi. L’enorme quantità di prove che ho visto, molte delle quali citate più avanti in questo documento, sono state sufficienti per farmi credere che Israele stia commettendo un genocidio contro la popolazione palestinese di Gaza. Di seguito spiego perché ho scelto di usare questo termine. La campagna di Israele è apparentemente la sua reazione al massacro di Hamas del 7 ottobre 2023, in cui sono stati commessi crimini di guerra e crimini contro l’umanità nel contesto del conflitto di lunga data tra israeliani e palestinesi, che può risalire al 1917 o al 1948 (o ad altre date). In ogni caso, le lamentele e le atrocità storiche non giustificano ulteriori atrocità nel presente. Pertanto, considero la risposta di Israele alle azioni di Hamas del 7 ottobre assolutamente sproporzionata e criminale.
I paragrafi di questo sommario esecutivo contengono il riassunto delle varie sezioni del documento, un paragrafo per ogni sezione. Ogni sezione comprende da decine a centinaia di riferimenti che conducono alle prove di supporto su cui baso la mia valutazione. Questa versione del documento amplia notevolmente la versione precedente del 18 giugno 2024, aggiungendo molti contenuti e prove alle sezioni esistenti, aggiungendo nuove sezioni (un’appendice sulla metodologia e un focus sulla campagna dell’ottobre-novembre 2024 nel nord di Gaza) e rispondendo alla discussione che ne è seguita. A causa dell’enorme quantità di materiale e dell’espansione della guerra, in questa versione passo dall’aggiornamento dell’intero documento in una sola volta a un modello che aggiorna le sezioni separatamente, partendo dall’inizio del documento.
Nel corso dell’ultimo anno, Israele ha ripetutamente massacrato i Palestinesi a Gaza, uccidendone oltre 44.000 – di cui almeno il 60% sono donne, bambini e anziani – al momento in cui scrivo. Almeno centomila altri sono stati feriti e più di 10.000 sono ancora dispersi. Esistono numerose prove degli attacchi indiscriminati e sproporzionati di Israele durante tutta la guerra, così come molti esempi di massacri e altre uccisioni. Molte istituzioni internazionali hanno criticato duramente la condotta di Israele nella guerra.
Israele ha tentato attivamente di provocare la morte della popolazione civile di Gaza. Israele ha creato la carestia a Gaza come politica de facto e l’ha usata come arma di guerra, causando la morte confermata di decine di civili per fame (soprattutto bambini). Israele ha creato carenze di acqua, medicine ed elettricità. Israele ha anche smantellato il sistema sanitario e le infrastrutture civili di Gaza. Di conseguenza, un numero maggiore di persone muore per patologie curabili, mentre procedure mediche difficili, come le amputazioni e i cesarei, vengono eseguite senza anestesia. La mortalità complessiva a Gaza è sconosciuta, ma è quasi certamente molto più alta del numero ufficiale di morti.
Il discorso israeliano ha disumanizzato i palestinesi a tal punto che la stragrande maggioranza degli ebrei israeliani approva le azioni sopra citate. La disumanizzazione è stata guidata dai più alti funzionari statali israeliani e continua ad essere sostenuta attraverso l’infrastruttura statale e l’esercito. La disumanizzazione è ampiamente diffusa anche nella società civile in senso lato. Parlare dei palestinesi con un linguaggio genocida è legittimo nel discorso israeliano. La disumanizzazione si traduce in abusi e violenze diffuse nei confronti dei palestinesi detenuti e dei civili gazawi e delle loro proprietà, il tutto quasi senza conseguenze. La maggior parte dei contenuti disumanizzanti è condivisa dagli stessi israeliani ed è confermata dalle testimonianze dei palestinesi sulle loro esperienze.
Le prove che ho visto e discuto indicano che uno degli obiettivi molto probabili di Israele è la pulizia etnica della Striscia di Gaza, sia parziale che totale, eliminando il maggior numero possibile di Palestinesi. I membri chiave del governo israeliano hanno rilasciato dichiarazioni che confermano questa intenzione, e diversi ministeri del governo israeliano hanno pianificato o lavorato per facilitare tale esito finale, a volte persuadendo o facendo pressione su altri stati. Israele ha già ripulito parti significative della Striscia di Gaza con demolizioni e bulldozer, tentando anche di distruggere il tessuto della società palestinese prendendo deliberatamente di mira istituzioni civili come università, biblioteche, archivi, edifici religiosi, siti storici, fattorie, scuole, cimiteri, musei e mercati. Finora più del 60% degli edifici della Striscia di Gaza sono stati distrutti o danneggiati.
Uno degli scopi della guerra, secondo il governo israeliano, è quello di liberare gli ostaggi – circa 101 dei quali sono ancora prigionieri di Hamas. Le prove dimostrano che, rispetto alla pulizia etnica, questo ha una bassa priorità per il governo israeliano. Finora Israele ha liberato sette ostaggi attraverso operazioni militari, mentre ha ucciso molti altri ostaggi direttamente o indirettamente attraverso le sue azioni. Inoltre, ci sono molte prove che Israele ha bloccato i negoziati per il rilascio degli ostaggi o ha tentato di ostacolarli in molte occasioni. I membri del governo israeliano hanno anche attaccato le famiglie degli ostaggi e i loro collaboratori hanno tentato di impedire che si esprimessero politicamente.
L’attenzione globale su Gaza, e a volte su Libano, Iran e Siria, ha distolto l’attenzione dalla Cisgiordania. Lì, le operazioni di Israele attraverso i suoi militari o i coloni, dall’inizio della guerra hanno portato all’uccisione di oltre 700 palestinesi, alla pulizia etnica di almeno 20 comunità locali, nonché a un forte aumento dei livelli di violenza, abuso e umiliazione dei palestinesi da parte dello stato israeliano e dei coloni ebrei.
Tutto ciò è stato reso possibile grazie al forte sostegno della maggior parte dei media mainstream in Israele e in Occidente, soprattutto negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Germania. Fin dall’inizio della guerra, Israele ha condotto una campagna di informazione che ha enfatizzato gli orrori degli attacchi del 7 ottobre con affermazioni fattuali sia affidabili che inaffidabili, ha limitato i flussi di informazioni da Gaza, ha screditato le voci critiche al di fuori di Israele e ha ridotto il discorso interno per mobilitare il pubblico israeliano intorno alla guerra. Di conseguenza, i media e il discorso israeliano rimangono prevalentemente e acriticamente a favore della guerra, con molte istituzioni e individui che si autocensurano. I media mainstream negli Stati Uniti condividono gran parte di questo approccio. Indagini approfondite sulla campagna diffamatoria israeliana contro l’UNRWA e i dubbi persistenti sul conteggio dei morti palestinesi rivelano che entrambi sono casi di propaganda infondata. Tutto ciò normalizza la violenza e le azioni israeliane ritraendole come legittime, distoglie l’attenzione dalla realtà di Gaza e contribuisce alla disumanizzazione dei palestinesi.
Il sostegno quasi totale dell’America è stato fondamentale per la conduzione della guerra da parte di Israele. Questo sostegno si è concretizzato in aiuti militari, nel dispiegamento di mezzi militari e di altro tipo dagli Stati Uniti, in un ferreo sostegno diplomatico, soprattutto presso le Nazioni Unite, e nella liberazione di Israele dai meccanismi di supervisione e di seria responsabilità degli Stati Uniti. Nonostante i discorsi a volte critici, di fatto gli Stati Uniti hanno dato a Israele un sostegno senza precedenti. I dissidenti negli Stati Uniti – sia i dipendenti del governo che gruppi consistenti della società americana – hanno avuto poca o nessuna influenza sulla politica statunitense.
Esamino poi eventi più specifici in tre sezioni particolari, come casi di studio di molti dei temi descritti sopra:
1. Il secondo raid all’ospedale al-Shifa alla fine di marzo 2024.
2. Le proteste studentesche in tutti gli Stati Uniti ad aprile e maggio 2024.
3. L’operazione militare nel nord della Striscia di Gaza in ottobre e novembre 2024 (in corso).
Le prove che ho visto e che descrivo nel testo sono state sufficienti a farmi credere che ciò che Israele sta facendo attualmente alla popolazione palestinese di Gaza è coerente con la definizione di genocidio, come io la intendo. Nelle due appendici del documento, spiego infine il mio ragionamento sull’utilizzo di questo termine e discuto la mia metodologia.
Di seguito il testo completo in inglese: