Netanyahu: il piano di aiuti a Gaza offre a Israele una copertura simbolica per terminare il genocidio

di Jeremy Scahill

Drop Site, 19 maggio 2025.  

Per conquistare Gaza, “dobbiamo farlo in un modo” in cui il mondo “non ci possa fermare”, dice Netanyahu.

Il Presidente Donald Trump incontra il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu nello Studio Ovale il 7 aprile 2025. (Foto di Kevin Dietsch/Getty Images)

Benjamin Netanyahu lo ha detto chiaramente: la sua decisione di permettere l’ingresso a Gaza di una minuscola quantità di aiuti è una tattica volta a placare la condanna internazionale per l’affamamento forzato di Gaza da parte di Israele e a spianare la strada a una soluzione finale imposta ai palestinesi di Gaza.

“Prenderemo il controllo di tutta la Striscia di Gaza”, ha giurato Netanyahu lunedì in un video diffuso dal suo ufficio, annunciando che Israele inizierà a fornire “aiuti umanitari minimi: solo cibo e medicine”. Netanyahu ha affermato che le pressioni internazionali, comprese quelle dei senatori repubblicani favorevoli a Israele e della Casa Bianca, hanno richiesto l’apparenza di un intervento umanitario. “I nostri migliori amici nel mondo – senatori che conosco come forti sostenitori di Israele – hanno avvertito che non ci possono sostenere se emergono immagini di fame di massa”, ha detto. Vengono da me e mi dicono: “Vi daremo tutto l’aiuto necessario per vincere la guerra… ma non possiamo accettare che ci siano in giro immagini di carestia””, ha aggiunto Netanyahu. Per continuare la guerra di annientamento, ha affermato, “dobbiamo farlo in modo che non ci possano fermare”.

L’alleato di coalizione di Netanyahu, Bezalel Smotrich, ministro del governo di estrema destra e da tempo sostenitore dell’affamamento, dell’uccisione di massa e dello spopolamento di Gaza, ha appoggiato la mossa di Netanyahu. Smotrich ha detto che il piano di aiuti permetterà “ai nostri amici nel mondo di continuare a fornirci un ombrello internazionale di protezione contro il Consiglio di Sicurezza e il Tribunale dell’Aia, e di continuare a combattere, se Dio vuole, fino alla vittoria”.

In quella che ha descritto come una conferenza stampa d’emergenza per rispondere alle critiche della sua stessa base, Smotrich ha esposto l’agenda genocida del governo Netanyahu e ha spiegato perché l’apparenza di consentire gli aiuti è necessaria a livello strategico. “Gli [aiuti] che entreranno a Gaza nei prossimi giorni sono una quantità minima. Una manciata di panetterie che distribuiranno pane pita alla gente nelle cucine pubbliche. La gente a Gaza riceverà una pita e un piatto di cibo, e questo è tutto. Esattamente quello che vediamo nei video: persone in fila che aspettano che qualcuno li serva con un piatto di minestra”, ha detto Smotrich.

“A dire il vero, fino al ritorno dell’ultimo ostaggio, non dovremmo nemmeno far entrare l’acqua nella Striscia di Gaza. Ma la realtà è che se lo facciamo, il mondo ci costringerà a fermare immediatamente la guerra e a perderla. Sarebbe come vincere la battaglia e perdere la guerra. E io sono impegnato a vincere la guerra”, ha dichiarato Smotrich. “Stiamo smontando Gaza e la stiamo lasciando come un cumulo di macerie, con una distruzione totale [che non ha] precedenti a livello globale. E il mondo non ci ferma. Ma ci sono pressioni. Ci sono coloro che ci attaccano; cercano di farci smettere, ma non ci riescono. E sapete perché non ci stanno riuscendo? Perché stiamo affrontando [la campagna] in modo responsabile e saggio, ed è così che continueremo a fare”.

Smotrich ha affermato che le forze israeliane stanno avviando una campagna per costringere i palestinesi nel sud di Gaza “e da lì, a Dio piacendo, verso paesi terzi, come parte del piano del presidente Trump. Questo è un cambiamento del corso della storia, né più né meno”.

Negli ultimi giorni, Trump ha ripreso la minaccia che aveva lanciato per la prima volta il 4 febbraio, quando Netanyahu gli ha fatto visita alla Casa Bianca: gli Stati Uniti avrebbero preso Gaza e creato una ‘Riviera del Medio Oriente’. “Penso che sarei orgoglioso che gli Stati Uniti la prendessero, la facessero diventare una zona di libertà”, ha detto Trump giovedì 15, un’affermazione che ha ripetuto nel fine settimana in un’intervista a FOX News. “Gaza è un posto orribile. È così da anni. Penso che dovrebbe diventare una zona libera, sapete, libertà, io la chiamo zona di libertà”, ha detto Trump al conduttore Bret Baier.

Domenica Netanyahu ha dichiarato che il permesso di far entrare a Gaza “una quantità di base di cibo ” è stato deciso per “la necessità operativa di consentire l’espansione degli intensi combattimenti per sconfiggere Hamas”. Ha detto che Israele riprenderà le consegne di aiuti limitati su base provvisoria a partire da circa una settimana prima di un piano di aiuti a più lungo termine che aggirerà le Nazioni Unite e altre agenzie internazionali. La politica israeliana emergente, insomma, offre ai palestinesi di Gaza cibo sufficiente a scongiurare la condanna internazionale che potrebbe avere un impatto sulla sua guerra, mentre si prepara alla pulizia etnica dei palestinesi di Gaza.

L’annuncio di Netanyahu giunge mentre si tengono nuovi colloqui su un possibile accordo per il cessate il fuoco a Gaza e lo scambio di prigionieri. Netanyahu ha insistito che non farà alcun accordo che ponga fine alla guerra senza la totale eliminazione di Hamas e la smilitarizzazione dell’intera Striscia di Gaza. Hamas ha dichiarato che non rilascerà altri prigionieri israeliani detenuti a Gaza a meno che non venga raggiunto un accordo certificato a livello internazionale che includa il ritiro totale delle forze israeliane e una tregua a lungo termine.

“Siamo pronti a rilasciare i prigionieri in un unico lotto, a condizione che l’occupazione si impegni a un cessate il fuoco garantito a livello internazionale”, ha dichiarato domenica Sami Abu Zuhri, capo dell’Ufficio Politico di Hamas all’Estero. Ha dichiarato ad Al Jazeera Mubasher: “Non consegneremo i nostri prigionieri all’occupazione finché questa continuerà a insistere nel proseguire indefinitamente la sua aggressione contro Gaza”.

Strategie di conquista

L’amministrazione Trump ha pubblicamente continuato a sostenere pienamente Netanyahu mentre l’esercito israeliano intensifica la sua campagna di bombardamenti terroristici e sfollamenti forzati a Gaza. La Casa Bianca non ha espresso alcuna critica pubblica all’operazione di Netanyahu, denominata “Carri di Gedeone”, volta a prendere il controllo di tutta Gaza in quella che i funzionari hanno descritto come una “conquista”.

Prima che Trump partisse per il suo tour in Medio Oriente, durante il quale non si è fermato in Israele, Netanyahu ha annunciato una nuova fase della sua guerra di annientamento a Gaza. Se Hamas non si fosse arreso e non avesse accettato di rilasciare tutti i prigionieri israeliani entro il ritorno di Trump a Washington, Israele avrebbe avviato un’invasione di terra su larga scala e l’occupazione dell’intera Striscia di Gaza.

Nel fine settimana, le forze israeliane hanno iniziato a intensificare le operazioni di terra e hanno ampliato la loro implacabile campagna di bombardamenti e attacchi aerei. Le forze israeliane hanno attaccato diversi ospedali e campi per sfollati in operazioni che hanno ucciso più di 500 palestinesi in pochi giorni. Sulla città meridionale di Khan Younis sono piovuti missili, accompagnati da attacchi di elicotteri e bombardamenti di artiglieria. Lunedì, Israele ha emesso ordini a tappeto di evacuazione forzata nel sud, compreso l’intero governatorato di Khan Younis, costringendo i residenti, in preda al panico, ad afferrare ciò che potevano e a fuggire verso siti che Israele aveva precedentemente designato come zone sicure, tra cui Al-Mawasi, che l’esercito israeliano ha poi attaccato.

Trump ha perseguito un’alleanza sempre più stretta con i leader del Golfo Arabo, che rappresentano enormi opportunità commerciali per la sua agenda politica e personale. Gli accordi di Trump hanno creato alcuni ostacoli tecnici all’agenda omicida di Netanyahu. Sebbene i governanti di questi stati non abbiano chiesto pubblicamente a Trump di imporre un cessate il fuoco o di intervenire per fermare la marcia genocida di Netanyahu, i rapporti indicano che in privato lo hanno esortato ad agire rapidamente per riprendere le spedizioni di aiuti a Gaza e a utilizzare l’influenza degli Stati Uniti per costringere Netanyahu a fermare il genocidio.

Durante il suo recente tour in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, Trump ha parlato poco di Gaza, ma si è impegnato ad affrontare la crisi umanitaria e ha detto che la consegna degli aiuti sarebbe ripresa. “Sentite, la gente muore di fame”, ha detto Trump sabato in un’intervista a FOX News. “Ho già iniziato a lavorare su questo”. I funzionari israeliani hanno detto che la Casa Bianca ha iniziato a fare pressioni su Netanyahu per consentire una parziale rimozione del blocco.

“Credo che non ci sia alcuna differenza tra la posizione del presidente Trump e quella del primo ministro Netanyahu”, ha dichiarato domenica Steve Witkoff, inviato speciale di Trump, in un’intervista con ABC News. “Tutti sono preoccupati per le condizioni umanitarie di Gaza”, ha aggiunto. “Non vogliamo assistere a una crisi umanitaria e non permetteremo che si verifichi sotto la guida del Presidente Trump”.

Come Drop Site ha riportato venerdì, Hamas ha dichiarato che la decisione di rilasciare il cittadino statunitense e soldato israeliano Edan Alexander lunedì scorso è stata il risultato di un impegno diretto di Witkoff. Secondo Basem Naim, membro dell’ufficio politico di Hamas, Witkoff si è impegnato direttamente a far sì che, due giorni dopo il rilascio di Alexander, l’amministrazione Trump costringesse Israele a rimuovere il blocco di Gaza e a consentire l’immediato ingresso degli aiuti umanitari nel territorio. Witkoff, ha detto Naim, ha anche promesso che Trump avrebbe fatto un appello pubblico per un cessate il fuoco immediato a Gaza e per negoziati volti a raggiungere un “cessate il fuoco permanente”. Naim ha detto che gli Stati Uniti “hanno gettato [qell’accordo] nella spazzatura”.

Sia Israele che gli Stati Uniti hanno promosso piani per la distribuzione di aiuti a Gaza che avrebbero evitato un accordo di cessate il fuoco, che le Nazioni Unite e tutti i gruppi di aiuto che operano a Gaza hanno dichiarato essere necessario per affrontare l’acuta crisi umanitaria. Invece, gli Stati Uniti e Israele hanno architettato un piano che prevede una fondazione “non governativa” di recente costituzione, gestita da un ex marine statunitense, che è stato incaricato ufficialmente di creare zone, per lo più nel sud di Gaza, per distribuire un numero limitato di razioni.

I palestinesi che desiderano ricevere gli aiuti dovrebbero passare attraverso un processo di controllo di sicurezza israeliano e sottoporsi a posti di blocco e tecnologie di riconoscimento facciale come condizione per ricevere il cibo. Lunedì Netanyahu ha dichiarato che i siti saranno situati in “un’area sterile controllata interamente dall’IDF”.

Le Nazioni Unite e oltre 200 organizzazioni umanitarie non governative hanno denunciato il piano, affermando che è inattuabile e che in realtà utilizza gli aiuti come strumento di guerra. La principale organizzazione umanitaria delle Nazioni Unite che opera nei Territori Palestinesi Occupati (l’UNRWA) ha dichiarato che il piano mira a smantellare l’infrastruttura internazionale costruita nel corso di diversi decenni e a rafforzare ulteriormente il dominio israeliano sull’accesso al cibo e alle forniture di base per la vita dei palestinesi di Gaza.

“Contravviene ai principi umanitari fondamentali e sembra progettato per rafforzare il controllo sui beni di sostentamento come tattica di pressione – come parte di una strategia militare”, ha affermato il 5 maggio il team nazionale del Coordinatore Umanitario delle Nazioni Unite per i Territori Palestinesi Occupati. “È un piano pericoloso, spinge i civili in zone militarizzate per raccogliere le razioni, minacciando le loro vite, comprese quelle degli operatori umanitari, e incrementando ulteriormente lo sfollamento forzato”.

https://www.dropsitenews.com/p/netanyahu-trump-gaza-aid-genocide-smotrich-ceasefire-hamas?utm_source=post-email-title&publication_id=2510348&post_id=163923510&utm_campaign=email-post-title&isFreemail=true&r=2xiwfl&triedRedirect=true&utm_medium=email

Traduzione a cura di AssopacePalestina

Non sempre AssopacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

Lascia un commento