di Nir Hasson,
Haaretz, 8 maggio 2025.
La giornata scolastica nel campo di Shuafat e a Wadi Joz è iniziata come al solito, ma a mezzogiorno è arrivata la polizia israeliana e ha ordinato la chiusura delle scuole. L’UNRWA ha dichiarato che si è trattato di “un’esperienza traumatizzante per i ragazzi che rischiano di perdere immediatamente l’accesso all’istruzione”
Giovedì 8 maggio il Ministero dell’Istruzione israeliano ha emesso un ordine di chiusura per sei scuole dell’UNRWA a Gerusalemme Est. Le forze di sicurezza israeliane hanno applicato la decisione, rimandando a casa centinaia di studenti palestinesi a mezzogiorno.
La giornata scolastica nel campo profughi di Shuafat e nel quartiere di Wadi Joz è iniziata come di consueto, ma nel corso della giornata la polizia israeliana è arrivata nelle scuole e ha ordinato ai presidi di chiuderle.
Gli ordini di chiusura, emessi nel bel mezzo della giornata scolastica, recitavano: “La scuola sarà chiusa e nessun preside, insegnante, membro del personale o genitore è autorizzato a svolgere o partecipare ad attività didattiche presso l’istituto”. Gli ordini sottolineavano che chiunque avesse operato negli istituti avrebbe commesso un reato penale.
Secondo la dichiarazione, funzionari del Ministero dell’Istruzione e del Comune di Gerusalemme, affiancati dalle forze di sicurezza, sono entrati nelle scuole del quartiere di Shuafat alle 9 del mattino. Le forze dell’ordine hanno arrestato un membro del personale e raccolto i numeri di identificazione dei docenti in presenza dei bambini. I funzionari hanno poi ordinato alle scuole di rimandare a casa oltre 550 studenti, tutti di età compresa tra i 6 e i 15 anni.
Altre scuole della zona hanno detto ai loro studenti di tornare a casa, temendo per la loro sicurezza, ha affermato l’UNRWA.
“Si tratta di un’esperienza traumatizzante per dei bambini piccoli che rischiano di perdere immediatamente l’accesso all’istruzione”, si legge nella dichiarazione. “L’anno scolastico attuale termina il 20 giugno”.
La chiusura è stata eseguita in conformità con una legge approvata in ottobre alla Knesset che vietava le attività dell’UNRWA in Israele. Circa 700 studenti sono iscritti alle scuole dell’UNRWA a Gerusalemme e al momento non è stata trovata alcuna soluzione alternativa per loro.

I genitori degli studenti hanno riferito a Haaretz che i dirigenti scolastici intendono continuare l’istruzione a distanza tramite Zoom.
Jamil Mazar, residente nel campo profughi di Shuafat, ha dichiarato: “I ragazzi sono tornati a casa e ci sono ‘feste’ nelle strade. Come pensano le autorità di mantenere la calma quando i ragazzi non vanno a scuola? Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione dal Comune che ci invitasse a iscrivere i bambini in un’altra scuola. Sono preoccupato per i miei figli e per tutti i ragazzi del campo”.
Una fonte autorevole dell’UNRWA ha dichiarato a Haaretz che la chiusura degli istituti scolastici costituisce una “grave violazione” dell’autorità delle Nazioni Unite, alla quale Israele è vincolato da convenzioni internazionali. La fonte ha anche affermato che la decisione del Ministero dell’Istruzione è “un’esperienza traumatica per i ragazzi che perderanno l’accesso all’istruzione”.
Traduzione a cura di AssopacePalestina
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