Guardiamo alla sua posizione su Gaza: Papa Francesco ci ha offerto una guida morale in tempi immorali

di Owen Jones

The Guardian, 22 aprile 2025.  

Con la sua schiettezza riguardo alle atrocità commesse da Israele, il defunto papa ha messo in luce l’ipocrisia dei media e dei politici.

Messa nella chiesa della Sacra Famiglia a Gaza dopo l’annuncio della morte di Papa Francesco. 21 aprile 2025. Dawoud Abu Alkas/Reuters

La morte di personaggi pubblici di spicco può provocare le più grottesche manifestazioni di ipocrisia. È il caso di Papa Francesco, ora lodato anche da quei leader e media che sono stati complici dei mali che egli stesso ha condannato. “Papa Francesco era un papa per i poveri, gli oppressi e i dimenticati”, ha affermato Keir Starmer, un primo ministro che ha privato molti pensionati vulnerabili del sussidio per il riscaldamento invernale prima di lanciare un attacco ai sussidi di invalidità che, secondo le previsioni, porterà fino a 400.000 britannici alla povertà. Francesco ‘ha promosso […] la fine […] delle sofferenze in tutto il mondo’, ha scritto Joe Biden, fautore dell’attacco genocida di Israele a Gaza.

In effetti, il destino di Gaza sembrava preoccupare il papa negli ultimi anni della sua vita. Nel suo ultimo discorso pasquale, ha condannato la “morte e la distruzione” e la conseguente “drammatica e deplorevole situazione umanitaria” – un sermone potente che quasi nessun media occidentale ha riportato. In effetti, è difficile trovare una copertura mediatica di rilievo delle sue coraggiose dichiarazioni su Gaza, come ad esempio: “Questa non è guerra. Questo è terrorismo.” Nel suo ultimo articolo pubblicato, il papa ha ribadito il suo sostegno a uno stato palestinese, dichiarando: “Fare la pace richiede coraggio, molto più che fare la guerra”.

Starmer ha sottolineato l’impegno di Papa Francesco a favore dei “cristiani di tutto il mondo che affrontano guerre, carestie, persecuzioni e povertà”. Non ha però fatto alcun riferimento al fatto che il Papa chiamava ogni giorno a telefono l’unica chiesa cattolica di Gaza per esprimere solidarietà e preghiere, né al fatto che temeva giustamente per una comunità cristiana che rischia di essere cancellata dopo aver vissuto a Gaza per più di 1.600 anni.

L’islamofobia ha svolto un ruolo fondamentale nel privare la vita palestinese di ogni valore e significato. Ma questa disumanizzazione trascende anche la religione, perché l’indignazione occidentale è stata scarsa per l’attacco israeliano alla chiesa di San Porfirio a Gaza, o per il recente attacco all’ospedale anglicano al-Ahli Arab Baptist, o per il massacro di molti cristiani, tra cui l’anziana madre e sua figlia uccise da un cecchino israeliano nella chiesa della Sacra Famiglia alla vigilia del Natale 2023. Quella era la chiesa che il papa chiamava ogni giorno; la sua scuola era stata attaccata dall’esercito israeliano lo scorso luglio.

La Gran Bretagna non è rimasta a guardare. La “morte e distruzione” deplorata dal papa include le bombe che sono piovute su Gaza dai jet F-35, di cui la Gran Bretagna fornisce i componenti essenziali. Nel suo ultimo libro, il papa ha osservato: “Secondo alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio”. Eppure il governo britannico si rifiuta di definire anche una sola delle oscenità israeliane come “crimine di guerra” – ricordiamo che il ministro degli Esteri David Lammy ha ricevuto un rimprovero dal numero 10 di Downing Street per aver semplicemente affermato che Israele aveva violato il diritto internazionale.

La scomparsa di personaggi pubblici viene invariabilmente politicizzata in uno dei due modi seguenti. In casi come quello di Margaret Thatcher, la morte rafforza le divisioni politiche e i critici vengono trattati come indecenti e irrispettosi se richiamano l’attenzione sulle sue terribili eredità. Se i defunti erano figure rispettate che durante la loro vita dissentivano dallo status quo, allora rischiano invece di vedere le loro opinioni censurate post mortem. Questo è stato il destino di Nelson Mandela, che aveva fatto la famosa affermazione: “Sappiamo fin troppo bene che la nostra libertà è incompleta senza la libertà dei palestinesi”. Ancora una volta, coloro che sottolineano le convinzioni autentiche dei defunti rischiano di essere accusati di causare divisioni in un momento di lutto.

In modo perverso, c’è qualcosa di quasi rinfrescante nell’onestà dell’esponente politica statunitense di estrema destra Marjorie Taylor Greene, che ha twittato, in apparente riferimento al papa: “Oggi ci sono stati importanti cambiamenti nella leadership globale. Il male viene sconfitto dalla mano di Dio”. Un’affermazione sorprendentemente offensiva. Ma non è meno offensivo eludere il contenuto delle convinzioni e delle posizioni coraggiose del papa, offrendo invece generiche banalità.

In effetti, questo era il motivo per cui il ruolo del papa era così importante. L’Occidente è nella morsa dell’attacco più estremo alla libertà di parola dai tempi del maccartismo degli anni ’50, con coloro che si esprimono contro il genocidio di Israele che vengono censurati, minacciati, licenziati, espulsi dalle università, aggrediti dalla polizia, arrestati, imprigionati e ora persino minacciati di espulsione da paesi come la Germania e gli Stati Uniti. In questo contesto, Papa Francesco è stato una notevole eccezione alla regola – e non si può cancellare ciò che ha fatto il papa. Al contrario, le élite politiche e mediatiche hanno cercato di ritoccare la sua immagine dopo la morte come facevano quando era in vita – un altro tassello di una strategia volta a eliminare il giudizio e la responsabilità per questo crimine di Genocidio che ha proporzioni storiche.

Questo è stato un papa insolito, che ha denunciato il capitalismo sfrenato e un “nuovo colonialismo”. Eppure era pieno di contraddizioni, offrendo maggiore accettazione alle persone LGBTQ+ rispetto ai suoi predecessori, ma denunciando quella che definiva “ideologia di genere” come il “pericolo più brutto” del nostro tempo. I papi, dopotutto, non sono democraticamente responsabili: noi non credenti riteniamo che la loro selezione sia arbitraria piuttosto che volontà di Dio. Come ogni figura che è potente senza avere un mandato democratico, che un papa sia sensibile alla giustizia o meno è una questione di probabilità. E un papa lungimirante non esime la Chiesa cattolica dalle critiche, solo per citare due esempi, per il suo trattamento degli abusi sui minori e la sua opposizione alla contraccezione durante la pandemia di HIV/AIDS in Africa.

Ma ciò che conta è questo: se si ritiene che un crimine monumentale stia avvenendo sotto i nostri occhi, allora ci si deve aspettare che chiunque abbia potere e influenza prenda posizione. Che la storia ricordi che questo papa ha preso posizione contro uno dei grandi orrori del nostro tempo.

Owen Jones è editorialista del Guardian.

https://www.theguardian.com/commentisfree/2025/apr/22/gaza-pope-francis-israel-outrages-hypocrisy

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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