di Defense for Children International – Palestina, 3 apr 2025.
Walid Khalid Abdullah Ahmad, 17 anni, è morto nella prigione di Megiddo il 22 marzo per inedia, disidratazione e infezioni causate da malnutrizione prolungata e da negligenza medica.

Ramallah, 3 aprile 2025. Il referto dell’autopsia del detenuto minore palestinese di 17 anni, morto in custodia israeliana alla fine di marzo, indica che probabilmente è morto per una combinazione di fame, disidratazione da diarrea indotta da colite e complicazioni infettive, il tutto aggravato da una prolungata malnutrizione e dalla mancanza di interventi medici salvavita.
Walid Khalid Abdullah Ahmad, 17 anni, è morto durante la detenzione israeliana nella prigione di Megiddo, nel nord di Israele, la mattina del 22 marzo, dopo essere collassato nel cortile della prigione, secondo la documentazione raccolta da Defense for Children International – Palestina (DCIP). L’esame post-mortem indica che Walid soffriva di un estremo deperimento dei muscoli e del grasso corporeo, evidenziato dal suo addome infossato, secondo un medico che ha assistito all’autopsia per conto della famiglia di Walid. Aveva anche eruzioni cutanee da scabbia su entrambe le gambe e sull’inguine, oltre ad abrasioni sul naso, sul petto e sull’anca destra. L’esame ha rivelato che Walid aveva significative raccolte d’aria sia nel torace che nella cavità addominale, probabilmente causate da un trauma contundente, oltre a segni di infiammazione probabilmente causati da un’infezione. C’erano anche segni di edema e congestione nell’intestino crasso, coerenti con una lesione traumatica, probabilmente il risultato di percosse, che sono spesso inflitte dalle guardie carcerarie israeliane ai minori palestinesi detenuti.
“L’autopsia di Walid indica che le guardie carcerarie israeliane lo hanno sistematicamente affamato e maltrattato per mesi, finché alla fine è crollato, ha battuto la testa ed è morto”, ha detto Ayed Abu Eqtaish, direttore del programma di responsabilità del DCIP. “L’inedia è uno strumento di genocidio, che cerca di indebolire e infine distruggere sia il corpo che lo spirito dei minori palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. La morte di Walid non è stata un incidente, è un crimine e la comunità internazionale deve intervenire immediatamente per applicare sanzioni contro il governo israeliano, per costringerlo a rispondere”.
Il rapporto dell’autopsia, condotta presso l’Istituto Forense Abu Kabir di Tel Aviv il 27 marzo, afferma che Walid ha sofferto di “malnutrizione estrema, probabilmente prolungata” e che probabilmente ha sofferto di un colon infiammato, che ha portato a frequenti diarree e a una grave disidratazione. L’autopsia ha anche rivelato un taglio sul collo di Walid.
Walid è stato visitato nella clinica del carcere di Megiddo il 30 dicembre 2024 e due volte nel febbraio 2025 per il trattamento della scabbia, che aveva da ottobre, poco dopo essere arrivato a Megiddo. Durante la visita di dicembre, ha riferito di un trauma cranico e di una grave mancanza di cibo a disposizione dei detenuti.
I medici e il personale medico associati a Megiddo hanno chiaramente trascurato di fornire a Walid le cure adeguate per la scabbia, la malnutrizione e la disidratazione. Secondo la Quarta Convenzione di Ginevra, i prigionieri e i detenuti devono essere tenuti in condizioni che garantiscano un’alimentazione, un’igiene, un’assistenza medica e un riparo adeguati, con uno standard pari a quello delle prigioni del territorio occupato. Inoltre, Israele è tenuto, secondo il diritto internazionale, a garantire ispezioni mediche regolari e a fornire un alloggio adeguato. La negligenza medica di cui Walid è stato vittima costituisce inoltre una chiara violazione degli obblighi di Israele ai sensi della legge internazionale sui diritti umani, che garantisce il diritto alla vita, il diritto alla salute e la libertà da torture o trattamenti crudeli.
La mattina del 22 marzo, Walid è crollato e ha battuto la testa nel cortile della prigione di Megiddo, situata nel nord di Israele, dove era detenuto in custodia cautelare dalla fine di settembre 2024, secondo le informazioni raccolte dal DCIP. Altri minori detenuti hanno chiamato le guardie carcerarie israeliane per chiedere aiuto, ma queste non hanno risposto, quindi i ragazzi hanno portato Walid fino al cancello del cortile, dove le guardie lo hanno preso in custodia.
Walid è stato poi portato alla clinica della prigione, dove il personale medico ha tentato di rianimarlo con un defibrillatore e con l’adrenalina. È stato dichiarato morto alle 9.10. Le autorità israeliane hanno riferito della morte di Walid, ma non ne hanno comunicato la causa.
Walid è il primo minore palestinese a morire nelle carceri israeliane, secondo la documentazione raccolta dal DCIP. Le autorità israeliane stanno trattenendo il suo corpo invece di consegnarlo alla famiglia.
Le condizioni all’interno delle carceri israeliane hanno continuato a deteriorarsi seriamente dopo il 7 ottobre 2023, quando le autorità israeliane hanno limitato severamente l’accesso alle carceri e sospeso le visite dei familiari. I minori detenuti palestinesi rilasciati, intervistati dal DCIP, riferiscono di percosse brutali di routine, di cibo scarso e marcio, di rifiuto di accesso al bagno e di celle affollate e insalubri.
Secondo il diritto internazionale, questi maltrattamenti, soprattutto nei confronti di un minore, non solo sono fondamentalmente illegali, ma sono anche considerati tortura. Israele impiega sistematicamente, da decenni, la tortura come metodo di punizione e intimidazione contro i palestinesi, compresi i minori. Israele sta accelerando la sua soppressioine dello stato di diritto e sta ignorando ogni principio umanitario, pur restando impunito.
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
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