Dopo le pressioni di un gruppo pro-Israele, Scientific American rimuove un articolo di operatori sanitari che chiedevano il boicottaggio di Israele

Giu 27, 2021 | Notizie

di Michael Arria,

Mondweiss, 25 giugno 2021.    

Scientific American ha rimosso dal suo sito web un pezzo che chiedeva solidarietà con i Palestinesi dopo essere stato messo sotto pressione da gruppi pro-Israele.

Foto del sito di Scientific American dove è comparso originariamente l’articolo “Gli operatori sanitari chiedono di sostenere i Palestinesi”.

Lo Scientific American, dopo essere stato messo sotto pressione da gruppi pro-Israele, ha rimosso dal suo sito web un pezzo che chiedeva solidarietà con i Palestinesi.  

Il 2 giugno la rivista ha pubblicato “Come operatori sanitari, siamo solidali con la Palestina“. L’articolo, scritto da un gruppo di medici e studenti di medicina, descriveva in dettaglio le recenti atrocità di Israele e chiedeva di sostenere il movimento BDS.

“Quelli di noi che lavorano nell’assistenza sanitaria capiscono bene che l’assistenza sanitaria non esiste nel vuoto”, si leggeva nell’articolo. “Comprendiamo sempre più come le forze strutturali, l’oppressione sistematizzata e istituzionalizzata, il razzismo, la violenza, il disinvestimento e lo sfollamento, nonché le politiche volte a negare alle persone i loro diritti umani fondamentali, portino a esiti negativi sulla salute e alla mortalità. Non possiamo continuare a star seduti a guardare e assistere alla violenta cancellazione di un intero popolo da uno stato che, come documentato dalle organizzazioni internazionali per i diritti umani, è un regime di apartheid, che provoca incalcolabili danni fisici e psicologici al popolo palestinese”. 

I dottori Stanley Robboy e Robert Gutman (membri del consiglio di Voice4Israel per la Carolina del Nord) e il dottor Edward Halperin (cancelliere e CEO del New York Medical College) hanno immediatamente scritto una lettera alla rivista, accusando la pubblicazione di “propaganda politica unilaterale”. La lettera era firmata da oltre cento persone del campo medico.  

Secondo Voice4Israel, l’editore capo di Scientific American, Laura Helmuth, ha ceduto nel giro di poche ore. Ha accettato di rimuovere l’articolo e ha affermato che la pubblicazione stava rivedendo il proprio processo di revisione interna “per evitare la ripetizione di questo errore da parte del giornale”. L’URL che in precedenza ospitava l’articolo ora porta i lettori a un messaggio che spiega che l’editoriale “era fuori dall’ambito” del sito web. 

In un thread su Twitter, una delle autrici dell’editoriale soppresso, Qaali Hussein, ha ipotizzato che il richiesto sostegno al BDS sia ciò che ha portato alla rimozione del pezzo. “È estremamente ironico che i metodi del BDS, uno strumento non violento utilizzato per porre fine all’oppressione che alcuni sostengono sia ‘problematica’, siano gli stessi strumenti utilizzati per fare pressione sulle riviste scientifiche per violare la libertà accademica e consentire la censura”, ha twittato la chirurga traumatologa.

“Siamo fedeli a ogni parola del nostro articolo”, ha continuato. “Come abbiamo detto prima, «affermiamo che la salute è un diritto umano universale, anche per il popolo palestinese, e che il tempo del silenzio è passato da tempo. Il silenzio, d’ora in poi, è complicità». #StopCensuraPalestina”

Questa non è certamente la prima volta che i membri della comunità medica hanno subìto censura per le loro opinioni su Israele. Nel marzo 2020, The Lancet ha pubblicato una lettera in cui si avvertiva di un potenziale focolaio di COVID a Gaza, spiegando come la politica di Israele nei confronti della regione fosse destinata ad esacerbare la calamità incombente.  

Quella lettera fu rimossa entro tre giorni, dopo una campagna simile da parte di gruppi pro-Israele e voci pro-Israele in campo medico. Il caporedattore Richard Horton disse agli autori che The Lancet era stata presa di mira anche per un articolo del 2014 che criticava le violazioni dei diritti umani in Israele e che la rivista non poteva sostenere un altro attacco coordinato.

“La coorte di medici che tentano di minacciare e censurare attivamente qualsiasi scritto critico sulla salute dei Palestinesi oggi godono di rispetto nei loro campi”, hanno scritto gli autori della lettera. “Provengono principalmente da società di coloni d’insediamento, tra cui Israele, Stati Uniti, Canada e Australia, e vengono regolarmente concesse loro piattaforme su riviste accademiche per ‘bilanciare’ la verità sulle politiche oppressive di Israele. La logica è che ci sono “due lati” in ogni storia che riguardi la salute palestinese, e quindi deve essere dato uguale peso a entrambi. Ciò che questo approccio ignora, tuttavia, è il profondo differenziale di potere che inevitabilmente sostiene il mito coloniale mentre nasconde le esperienze dei colonizzati”.   

Traduzione di Donato Cioli – AssoPacePalestina

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