Un appello del medico di Gaza che ha perduto tre figlie e una nipote.

Mar 6, 2017 | Iniziative

Cari amici,

vi scrivo a nome della mia famiglia. Come molti di voi sapranno, è stata intrapresa un’azione legale contro Israele per l’uccisione delle mie figlie (Bessan di 21 anni, Mayar di 15, Aya di 13) e di mia nipote Nour di 17 anni. Il caso è rimasto in sospeso presso il tribunale israeliano dal 27 dicembre del 2010. L’udienza è fissata per il 15 marzo 2017, presso il Tribunale Distrettuale [LM1] di Beer el-Sabe (Beer Sheva). Io e le mie figlie Shatha e Rafah siamo attesi a testimoniare il 15 e il 19 marzo prossimi, mentre il processo è fissato per tre date successive: il 29 marzo, il 2 aprile, e infine il 19 aprile come ultimo giorno del procedimento.

Aggiungo qui sotto le informazioni essenziali sulla tragedia vissuta dalla nostra famiglia e sui nostri sforzi per ottenere giustizia. Vorrei sottolineare che è nostra intenzione destinare qualsiasi risarcimento ci venga riconosciuto alla creazione di scuole femminili in Israele, Palestina, Giordania, Afghanistan e Canada.

Invitiamo osservatori della legalità internazionale, difensori dei diritti umani e tutti i nostri sostenitori ad assistere al processo, mentre esortiamo studiosi, attivisti e giornalisti a condividere la storia della nostra famiglia. Nelle prossime settimane, forniremo ulteriori informazioni su come si può partecipare, incluse conferenze stampa e una lista di esperti e di persone coinvolte che sono disposte ad essere intervistate.

Per richieste stampa, così come per informazioni su come assistere al processo, potete contattare la mia amica e collega, l’avvocato Linda Mansour:

lindamansour@gmail.com

Vi ringrazio per quanto potrete fare.

Izzeldin Abuelaish MD

 

I fatti: 16 gennaio 2009. Questo è il giorno in cui le mie tre figlie innocenti e mia nipote sono state assassinate dai carri armati israeliani. Ci furono portate via quel giorno dal cannoneggiamento (mirato o indiscriminato che fosse) dell’esercito israeliano sulla nostra casa. In quell’occasione, la loro sorella Shatha, che allora aveva 16 anni, fu ferita gravemente, così come un’altra cugina, Ghaida, che all’epoca aveva 14 anni e che, da allora, soffre di un’invalidità permanente. L’aggressione avvenne un giorno e mezzo prima della fine ufficiale dell’operazione “Piombo fuso”: 22 giorni di violenze su Gaza che videro più di 1400 morti e oltre 5300 feriti tra i Palestinesi. La maggior parte di queste vittime erano civili e poco meno di un terzo erano bambini. In totale, gli israeliani contarono 13 morti, di cui 3 civili e 10 soldati (quattro dei quali uccisi dal fuoco amico). La nostra storia non è che una piccolissima parte della tragedia vissuta dai Palestinesi.

Il Presidente dello Stato di Israele, Reuven Rivlin, mi disse: “La vostra tragedia è la nostra tragedia”. Molti Israeliani hanno manifestato compassione per questa tragedia e quelli che hanno espresso il loro sostegno hanno chiesto che il governo presentasse le proprie scuse e si assumesse la responsabilità di quanto successo.

Per due anni, ho chiesto le scuse del governo israeliano per l’uccisione delle mie figlie e di mia nipote. Invece il consulente legale del ministero della difesa israeliano, l’avvocato Ahaz Ben-Ari, ha offerto un “punto di vista giuridico” e ha concluso che “l’operazione nel corso della quale sono stati colpiti i membri della famiglia del Dr. Abuelaish era un’operazione di guerra e, per questo motivo, lo stato di Israele non può essere ritenuto responsabile dei danni causati.”

È stato questo disconoscimento che, gettando sale sulla mia ferita, mi ha spinto a procedere con la denuncia. Ci hanno fatto versare una cauzione, l’equivalente di 6000 dollari USA per ciascuna delle 4 persone coinvolte, per poter procedere con la nostra causa. Ma le mie figlie non sono né un danno collaterale né un’operazione di guerra.

Il processo è solo una piccola parte della storia della mia famiglia a partire dal 2009, da quando siamo in cerca di giustizia per le mie figlie. Dopo la tragedia ho pubblicato il mio libro: “Non odierò: il viaggio di un medico di Gaza sulla strada per la pace e la dignità umana” [In italiano: Non odierò, ed. Piemme 2011]. Ho detto che se avessi saputo che le mie figlie erano le ultime vittime sulla strada per la pace tra Palestinesi e Israeliani, allora avrei potuto accettare la loro perdita. Ho ricevuto un sostegno straordinario e significativo dalla gente di Palestina, di Israele e di tutto il mondo. Le dimostrazioni di sostegno sono state eccezionali, ma le mie figlie non sono state le ultime vittime. Per questa ragione, ho continuato a lavorare instancabilmente per la pace, la speranza e la giustizia, per diffondere un messaggio di saggezza e bontà e per veicolare parole ricche di coraggio e buone azioni. Ho creato la fondazione Figlie per la vita, in memoria delle mie figlie. La fondazione fornisce borse di studio per incoraggiare giovani donne provenienti da tutto il Medio Oriente, indipendentemente dalla loro nazionalità o religione, ad ottenere un’istruzione superiore.

Bassan, Mayar e Aya

Con questo processo vogliamo ottenere che il governo israeliano si assuma la responsabilità dell’uccisione di Bessan, Mayar, Aya e Nour e risponda della infinita sofferenza e del dolore provocato alla mia famiglia. Chiediamo il riconoscimento della dignità umana delle mie figlie e della loro cugina, che si riconosca che le loro vite erano vite preziose e non “danni collaterali”. Vogliamo che venga individuata una responsabilità per le loro morti. Chiediamo delle scuse e un risarcimento.

Vi invito ad unirvi a me e ai miei figli nel perseguire la giustizia per le mie figlie e per mia nipote. Abbiamo bisogno del vostro sostegno per veicolare questo messaggio a partire da adesso e per l’intera durata del procedimento. La nostra richiesta è che siano presenti al processo quanti più sostenitori e osservatori possibile e che possano prendere parte agli eventi connessi al procedimento giudiziario (questi eventi verranno comunicati in anticipo).

Chiediamo che il sostegno arrivi da vicino e da lontano. Ci piacerebbe vedere attivisti dei diritti umani twittare e postare messaggi sui social media. Ci piacerebbe che studiosi di diritto internazionale e di diritti umani scrivessero articoli e pubblicassero sui loro blog in merito al nostro caso e sulla responsabilità di Israele nell’uccisione di civili.

Tutti i proventi ottenuti dal processo verranno utilizzati come capitale di avvio per l’istituzione delle Scuole Internazionali Figlie per la Vita in Palestina, Giordania, Afghanistan, Iraq e una in Canada per le donne di First Nation.

Spero che vogliate unirvi a noi e che invitiate altri a fare altrettanto. So che il prossimo mese non sarà facile per me e per la mia famiglia. Ma nel corso degli ultimi 9 anni, ci ha sostenuto la nostra fede in Dio e ci hanno reso più forti i tanti amici che ci sono stati accanto generosamente in questo periodo. È questa solidarietà che ci farà da guida nel corso del prossimo mese. Come succede in tutti i processi, non siamo in grado di anticiparne il risultato. Detto questo, vi esortiamo a fare quanto vi è possibile per sensibilizzare l’opinione pubblica sul caso di Bassan, Mayar, Aya e Nour, così come per le molte tragiche vicende legate al caso. Non esitate a diffondere questa richiesta il più possibile.

Linda N. Mansour
Avvocato e Consigliere Legale
Linda Mansour-Ismail Co., LPA
2909 West Central Ave.
Toledo, Ohio 43606
tel: 419-535-7100, fax:419-535-8739
lindamansour@gmail.com

Traduzione di Daniela Marrapese

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