L’83% di tutta la vita vegetale a Gaza distrutta: due rapporti devastanti sul genocidio di Israele

di Owen Jones

Owen Jones Battlelines, 29 novembre 2024.  

Due rapporti descrivono in dettaglio le orribili conseguenze del genocidio di Israele, favorito dall’Occidente. Eppure i media occidentali li insabbiano o li ignorano del tutto.

Due rapporti devastanti sul genocidio di Israele avrebbero dovuto essere in prima pagina. Descrivono nel dettaglio come un alleato occidentale stia commettendo un genocidio agevolato dai nostri governi. Non sono stati affatto in prima pagina: i nostri media si sono impegnati in quello che è, in pratica, un insabbiamento.

Non avevamo bisogno di questi rapporti, ovviamente, per quanto cruciali, per sapere che si tratta di un genocidio.

“Tutti gli indicatori di attività genocidarie stanno lampeggiando in rosso a Gaza”.

Queste sono state le parole del Presidente della Corte Internazionale di Giustizia 8 mesi fa, e prima e dopo di allora le prove del genocidio sono schiaccianti. Nessun genocidio nella storia è stato così documentato, grazie al lavoro dei giornalisti palestinesi, molti dei quali brutalmente mutilati o massacrati insieme alle loro famiglie, alle testimonianze dei sopravvissuti, al lavoro di agenzie ed esperti indipendenti, all’esistenza dei social media e, a dire il vero, alle vanterie dei responsabili, dai politici, ai funzionari, ai generali, ai soldati sul campo.

Eppure, fin dall’inizio, abbiamo assistito a un tentativo deliberato da parte dei media e dei politici occidentali – che hanno entrambi favorito questo genocidio – di sopprimere e ignorare le prove e di mentire su di esse.

Uno dei rapporti è stato pubblicato dal Comitato Speciale delle Nazioni Unite per indagare sulle pratiche israeliane, che copre il periodo compreso tra ottobre 2023 e luglio 2024, ed esamina l’assalto di Israele contro i palestinesi in tutti i territori occupati, ma si concentra su Gaza. Il rapporto conclude che gli sviluppi in esso contenuti sono “coerenti con le caratteristiche del genocidio”.

Il rapporto rileva come il bilancio ufficiale delle vittime sia probabilmente una devastante sottostima, che potrebbero essere necessari fino a tre anni per recuperare i corpi dei palestinesi massacrati e che la decomposizione dei corpi solleva gravi preoccupazioni sanitarie e rischia di per sé di provocare ulteriori morti.

Nel descrivere la distruzione di massa delle infrastrutture civili, il rapporto esamina un dettaglio cruciale che la maggior parte dei media semplicemente non prende in considerazione: come i sistemi di intelligenza artificiale che si basano sulla sorveglianza di massa vengono utilizzati per generare rapidamente decine di migliaia di obiettivi da eliminare, non da ultimo di notte, quando questi obiettivi tornano dalle loro famiglie, compresi ovviamente i loro figli, e che questo affidamento sul targeting assistito dall’intelligenza artificiale significa che i soldati possono autorizzare gli attacchi in pochi secondi, e che questi avvengono di notte aumentando il rischio di massacrare, ad esempio, le loro famiglie insieme a loro.

Questo aspetto è particolarmente importante da esaminare perché la Corte Penale Internazionale si è finora concentrata sulla questione della fame, non sulla campagna di bombardamento. Questo rapporto stima che ci vorrebbe circa mezzo secolo per riciclare solo la metà delle macerie prodotte dall’attacco di Israele.

Il documento esamina lo sfollamento violento di massa, una politica deliberata di fame, con una sottrazione deliberata delle cose essenziali per la vita e la guerra all’UNRWA, l’agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi, nonché la principale agenzia umanitaria a Gaza.

Il rapporto descrive la distruzione di massa dei sistemi idrici, igienici e sanitari, la contaminazione diffusa del suolo, delle spiagge, delle acque costiere e delle fonti d’acqua dolce, con l’accesso all’acqua pulita deliberatamente soffocato.

Il rapporto esamina come le donne, i bambini e i neonati abbiano sofferto in modo sproporzionato, con fino a due madri uccise ogni ora, e come l’accesso delle donne e delle ragazze ai servizi essenziali abbia subìto un impatto critico, con l’impossibilità per le donne incinte di ricevere l’alimentazione e le cure cruciali e i servizi ostetrici d’emergenza di cui hanno bisogno, e con situazioni terribili per le donne che partoriscono, con un aumento degli aborti per stress, dei nati morti e dei parti prematuri.

Documenta l’impatto sulle donne e sulle ragazze in generale a causa della distruzione del sistema ospedaliero.

Il documento esamina anche le centinaia di donne e ragazze palestinesi sottoposte a violenza sessuale e di genere da parte dello stato israeliano. Ciò include l’essere prese di mira, detenute arbitrariamente e sottoposte a nudità forzata, toccamenti inappropriati, violenza sessuale, incluso lo stupro, torture sessuali, minacce di stupro, violenza psicologica e molestie sessuali online, incluse foto degradanti pubblicate sulle piattaforme dei social media.

Vale davvero la pena di sottolineare questo punto. Per i media occidentali e per i politici occidentali, le accuse di violenza sessuale e di stupro sono interessanti solo se riguardano forze ostili all’Occidente. In quei casi, tali accuse vengono utilizzate per affermare che tali forze sono barbare e malvagie come nessun’altra, giustificando l’assalto genocida. Dov’è allora il clamore per le schiaccianti e ripetute denunce di violenze sessuali e stupri quando riguardano lo stato israeliano? Dov’è il commento su come tali rapporti sottolineino la depravazione delle forze israeliane?

Qui leggiamo anche della sparizione forzata di donne e bambini palestinesi da parte dell’esercito israeliano, con fosse comuni negli ospedali che includono i corpi di donne e bambini con segni di tortura e di esecuzione sommaria.

Il rapporto descrive anche in modo specifico gli orrori inflitti ai bambini, dai traumi intergenerazionali al fatto che Gaza è un cimitero per migliaia di bambini.

Il rapporto afferma:

“Fin dall’inizio della guerra, i funzionari israeliani hanno sostenuto pubblicamente le politiche che privano i palestinesi dei beni di prima necessità – cibo, acqua e carburante”.

E infatti nota come Israele abbia sfidato gli ordini vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, concludendo:

“Israele sta intenzionalmente causando morte, fame e gravi lesioni, usando la fame come metodo di guerra e infliggendo una punizione collettiva al popolo palestinese”.

E poi c’è un altro rapporto davvero terrificante realizzato da Forensic Architecture, un’agenzia di ricerca con sede all’Università di Londra che riunisce vari esperti. Si intitola “Una cartografia del genocidio: Il genocidio di Israele a Gaza dall’ottobre 2023“.

Dice semplicemente: “La nostra analisi di questa condotta rivela la distruzione quasi totale della vita civile a Gaza”, ed esamina come gli ordini di evacuazione usati dallo stato israeliano – che si suppone dicano ai civili palestinesi di fuggire verso aree classificate come sicure – abbiano portato a ripetuti spostamenti di massa della popolazione, spesso verso aree che poi sono state attaccate. Si tratta di un lavoro cruciale, perché gli apologeti del genocidio hanno spesso presentato questi ordini di evacuazione come una sorta di gesto umanitario.

Conclude in modo cruciale che: “Gli schemi che abbiamo osservato riguardo alla condotta militare di Israele a Gaza indicano una campagna sistematica e organizzata per distruggere la vita, le condizioni necessarie alla vita e le infrastrutture che la sostengono”.

Usano il termine genocidio come è stato originariamente definito dall’avvocato ebreo polacco Raphael Lemkin, influenzato dal genocidio degli armeni da parte dell’Impero Ottomano, dalla crescente persecuzione antisemita e naturalmente dalla Shoah, lo sterminio nazista del popolo ebraico, oltre ad altri genocidi nazisti.

Come dice Forensic Architecture, per Lemkin il genocidio “significa un piano coordinato di azioni volte alla distruzione delle basi essenziali della vita di gruppi nazionali, con l’obiettivo di annientare i gruppi stessi”.

Nel rapporto, Forensic Architecture osserva come Israele stia distruggendo le infrastrutture civili e agricole per creare una zona cuscinetto e le cosiddette vie dei raid – cioè 13 percorsi dalle basi militari israeliane – in quella che è già una striscia di terra disperatamente sovraffollata, dividendo Gaza in modo permanente in nord e sud.

Ciò significa che hanno ripulito il 36% di Gaza da ogni forma di vita.

La popolazione palestinese è stata schiacciata con la forza dentro appena il 13% del territorio di Gaza – si tenga presente che Gaza nel suo complesso è grande quanto la zona est di Londra e che prima della guerra la popolazione era di circa 2,3 milioni di persone, il che la rendeva una delle zone più sovraffollate della Terra. Oggi, gli ordini di evacuazione coprono l’84% della sua superficie totale.

Delle 346 scuole utilizzate come rifugio, nota Forensic Architecture, il 70% è stato attaccato dall’esercito israeliano. In effetti tutte le aree di Gaza sono state attaccate, comprese quelle designate come “zone umanitarie”.

Come sottolineato dallo stesso rapporto delle Nazioni Unite, gli ordini di evacuazione sono incoerenti e poco chiari, costringendo i civili a recarsi in aree che vengono comunque attaccate.

Ma ecco alcuni fatti cruciali che dovrebbero farci rabbrividire. L’affamamento deliberato di Gaza da parte di Israele è spesso inteso – comprensibilmente – come l’impossibilità di far arrivare ai civili le cose essenziali per la vita.

Questa è solo una parte della storia, perché bisogna considerare la distruzione della capacità di Gaza di offrire alla sua popolazione i mezzi di sopravvivenza. Non solo entra a Gaza molto meno di prima del 7 ottobre 2023: all’interno di Gaza c’è anche molto meno delle cose che possono essere consumate.

Questo rapporto rileva che l‘83% di tutta la vita vegetale a Gaza è stata distrutta. Anche il 70% dei terreni agricoli di Gaza, dai campi ai frutteti, è stato distrutto.

Quasi la metà dei pozzi di acqua freatica e due terzi dei serbatoi d’acqua sono stati distrutti e danneggiati, mentre lo stato di un altro 29% non è noto, e tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue a Gaza sono stati resi non funzionanti.

Tutto questo punta in un’unica direzione: un tentativo deliberato e sistematico di rendere Gaza un luogo in cui sia impossibile sostenere la vita. Più genocida di così non si può.

Un altro pilastro del genocidio è stata la guerra totale al sistema sanitario, che impone una condanna a morte quotidiana a molti – dai feriti ai malati, a coloro che hanno gravi condizioni di salute preesistenti, con 35 ospedali su 36 resi fuori servizio almeno una volta.

Forensic Architecture rileva che 31 di questi ospedali sono stati presi direttamente di mira. 11 di essi sono stati assediati, 5 di essi due volte. 10 ospedali sono stati invasi, e 4 invasi due volte.

Per quanto riguarda le crude statistiche di questo assalto, potremmo continuare: il 71% dei rifugi contenenti civili disperatamente vulnerabili sono stati attaccati, l’81% delle strutture universitarie sono state attaccate, l’80% delle istituzioni religiose sono state attaccate, il 38% di esse distrutte, il 42% danneggiate. La maggior parte dei siti culturali è stata distrutta.

Tutto ciò equivale ovviamente a un tentativo di cancellare la cultura di Gaza, un altro elemento centrale del genocidio. Non è solo il popolo palestinese a essere massacrato: la sua impronta sul mondo viene cancellata.

Sono stati documentati molti altri attacchi: a panetterie, a personale umanitario e decine di casi di civili presi di mira mentre cercavano aiuti. Quasi la metà delle strade di Gaza sono state danneggiate, e questo rende difficile portare gli aiuti alle persone che ne hanno bisogno.

L’incapacità dei media occidentali di prestare la giusta attenzione a questi fatti devastanti è essa stessa complicità nel genocidio. Le affermazioni sugli scudi umani, ad esempio, non hanno alcun senso quando si descrive nel dettaglio il livello apocalittico di distruzione, e in effetti sappiamo che ci sono prove schiaccianti del fatto che le forze israeliane usano civili palestinesi come scudi umani.

Israele ha spazzato via Gaza. I media occidentali hanno soppresso la verità, sbianchettando i crimini israeliani e rigurgitando la propaganda ufficiale di Israele.

https://www.owenjones.news/p/83-all-plant-life-in-gaza-destroyed?utm_source=share&utm_medium=android&r=4htjy4&triedRedirect=true

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

Lascia un commento