di Ir Amim,
Ir Amim Newsletter, 11 dicembre 2024.
Due giorni fa, Salem e Amal Gheith, insieme al figlio Ashraf e alla sua famiglia, sono stati sfrattati dalla loro casa a Batan Al-Hawa. Nella vicina Al-Bustan, Rami Shafa, i suoi fratelli e la loro madre attendono la demolizione delle loro case e, in attesa, le hanno già svuotate dei loro beni.
A Silwan, numerose famiglie devono affrontare una o un’altra forma di sfollamento. Ad Al-Bustan, dall’inizio dell’anno sono stati demoliti 16 edifici, tra cui un centro comunitario e 13 abitazioni; alla fine, tutta la comunità potrebbe essere distrutta. A Batan Al-Hawa, tre residenze della famiglia Shehadeh sono state sfrattate lo scorso agosto, diverse altre famiglie hanno ricevuto sentenze di sfratto nel corso dell’ultimo anno e oltre 80 famiglie sono sotto la stessa minaccia. Piuttosto che essere questioni ‘amministrative’, sia le demolizioni che gli sfratti sono utilizzati per provocare lo sfollamento dei Palestinesi da Gerusalemme Est (per ulteriori informazioni, vedi ‘La burocrazia dell’esproprio’ qui sotto).
“Anche quando ci sono crimini molto più grandi che si svolgono tutt’intorno, il crimine di sfrattare le famiglie di Batan al-Hawa è imperdonabile”. – Nir Hasson, giornalista di Haaretz su X
Di fronte a ciò, abbiamo organizzato visite di solidarietà nel quartiere, coordinato azioni con attivisti locali e continuato i nostri sforzi di difesa, anche attraverso mezzi legali che hanno avuto successo (vedere ‘Piccole vittorie’ qui sotto).
Se ti trovi a Gerusalemme o nelle vicinanze e desideri unirti agli sforzi di solidarietà, ti preghiamo di metterti in contatto con noi. E se desideri che la tua famiglia o i tuoi amici conoscano meglio la realtà di Gerusalemme Est, forma un gruppo e contattaci per organizzare un tour o una visita a domicilio. E unisciti a noi nel nostro imminente tour vacanziero intorno alla Città Vecchia (vedi sotto).
Ti ringraziamo sinceramente per il tuo continuo sostegno e per lo sforzo condiviso di costruire una realtà di giustizia in questa terra.
In solidarietà,
Il team di Ir Amim
La burocrazia dell’esproprio
Le autorità israeliane spesso inquadrano queste azioni come semplici questioni tecniche o burocratiche: le demolizioni sono presentate come ‘applicazione di un regolamento edilizio’, mentre gli sfratti sono presentati come ‘controversie immobiliari’. Ma, in realtà, entrambe queste misure sono utilizzate per facilitare lo sfollamento dei residenti palestinesi della città, conferendo alle azioni un’aria di ‘legalità’. Parte del nostro lavoro educativo consiste nel diffondere questa conoscenza, come nelle spiegazioni qui sotto, che puoi condividere con chi ti circonda.
Piccole vittorie
Nonostante queste circostanze difficili, un’opposizione sostenuta può fare la differenza. Recentemente, l’azione legale dei residenti del quartiere e di Ir Amim ha portato con successo al congelamento dei finanziamenti governativi per un centro del patrimonio ebraico gestito dai coloni a Batan Al-Hawa.
Il centro proposto sarebbe stato gestito da Ateret Cohanim (l’organizzazione di coloni che sta dietro agli sfratti nel quartiere), e sarebbe stato realizzato in un edificio dal quale hanno sfrattato cinque residenze della famiglia Abu Nab nel 2015.
Come altri progetti a Silwan – come il sito archeologico della Città di Davide, gestito dai coloni, e il piano del Comune di costruire un parco a tema biblico ad Al-Bustan – questa iniziativa cerca di sfruttare la storia e il patrimonio ebraico per affermare il controllo israeliano sull’area, alterare il carattere del quartiere e aumentare la presenza ebraica. Pertanto, il congelamento dei fondi destinati a questo progetto è un risultato significativo per fermare questi progressi.
https://mailchi.mp/ir-amim/newsletter-dec2024?e=77dc5be23f
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.