di Qassam Muaddi,
Mondoweiss, 29 novembre 2024.
Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha annunciato che il 2025 sarà l’anno in cui Israele annetterà la Cisgiordania. Con l’ingresso dell’amministrazione Trump alla Casa Bianca, si preparano le condizioni perché Israele assuma finalmente il controllo totale del territorio occupato.
Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, aumentano i timori per ciò che accadrà nella Cisgiordania palestinese occupata, dopo che il ministro delle Finanze israeliano e leader dei coloni di estrema destra Bezalel Smotrich ha annunciato che il 2025 “sarà l’anno dell’annessione israeliana della Cisgiordania”.
Le dichiarazioni di Smotrich sui suoi piani di annessione sono arrivate sulla scia della vittoria elettorale del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Considerati i precedenti di Trump, favorevole all’espansione degli insediamenti israeliani e all’annessione, la tempistica dell’annuncio non è stata una sorpresa. È stato ancora meno sorprendente che provenisse da un uomo come Smotrich.
Smotrich, un colono israeliano di destra, in passato ha chiesto che intere città palestinesi venissero “cancellate dalla mappa”. Ha detto che il popolo palestinese non esiste, o non dovrebbe esistere.
Ha dichiarato pubblicamente di sognare uno stato ebraico dall’Eufrate in Iraq, al Nilo in Egitto, dove i confini della Gerusalemme ebraica raggiungerebbero Damasco, in Siria, osservando che ciò avverrà “passo dopo passo”.
Smotrich ha anche detto apertamente che lo scopo degli insediamenti israeliani è tagliare la continuità geografica delle città palestinesi in Cisgiordania, impedendo la fattibilità di un futuro stato palestinese.
Le ben documentate convinzioni suprematiste di Smotrich, unite a un’amministrazione Trump favorevole e al fatto che Smotrich ora esercita più poteri amministrativi che mai, indicano che gli annunci di piani di annessione della Cisgiordania da parte di Israele non sono solo un altro punto di discussione controverso o di vuota retorica. Sono una promessa che Smotrich intende mantenere.
Decenni di lavoro
L’annessione israeliana della Cisgiordania è in preparazione da decenni.
Da anni i gruppi di difesa dei diritti e gli esperti sottolineano il fatto che, sul campo, Israele ha già esteso la sua sovranità e il suo controllo a vaste aree del territorio occupato. Essi sostengono che Israele tratta la maggior parte di esso, praticamente e ufficialmente, come parte del proprio territorio, avendo effettuato un’annessione de facto.
Nel 2014, l’allora Relatore Speciale delle Nazioni Unite per la Palestina, Richard Falk, dichiarava che “l’occupazione prolungata, con pratiche e politiche che sembrano costituire apartheid e segregazione, unita alla continua espansione degli insediamenti, equivale a un’annessione de facto“.
L’organizzazione palestinese per i diritti umani Al-Haq ha dichiarato nel 2021 che “l’annessione de facto è diffusa in tutta la Cisgiordania e si verifica da oltre 50 anni”, mentre l’organizzazione israeliana per i diritti umani B’Tselem ha affermato nel 2020 che “ingegnerizzando lo spazio, Israele ha cambiato radicalmente la mappa della Cisgiordania per adattarla ai suoi interessi, creando contiguità per i suoi insediamenti e spingendo i palestinesi in decine di enclavi isolate e affollate”.
Le fondamenta dell’attuale controllo israeliano sulla Cisgiordania sono state gettate nel 1993 con la firma degli Accordi di Oslo, che hanno essenzialmente facilitato la segregazione della Cisgiordania in cantoni con diversi gradi di controllo israeliano e palestinese e hanno dato a Israele il potere completo su oltre il 60% della terra della Cisgiordania. Gli accordi hanno anche dato a Israele il controllo sui confini della Cisgiordania, sui suoi terreni agricoli più fertili, sulle sue riserve idriche naturali e sulle cime delle colline che si estendono sul territorio.
L’accaparramento di terre da parte di Israele è continuato negli anni successivi a Oslo, con la proliferazione di insediamenti illegali e la costruzione del muro dell’apartheid che si è snodato in profondità nel territorio palestinese, inghiottendo altra terra e strangolando ulteriormente città, villaggi e centri urbani palestinesi. Israele ha costruito reti di strade, varchi e tunnel riservati ai coloni, cementando ulteriormente un sistema di apartheid, in cui due popolazioni – i palestinesi locali e i coloni – vivevano in un’unica area, ma con due tipi diversi di diritti e condizioni di vita.
Durante il primo mandato di Donald Trump, Israele ha spostato ulteriormente l’ago della bilancia verso l’annessione, con Benjamin Netanyahu che ha supervisionato la rapida espansione degli insediamenti nella Valle del Giordano, la lunga pianura delle terre agricole più fertili della Cisgiordania lungo il confine giordano. Alla fine dell’amministrazione Trump, gli Stati Uniti hanno riconosciuto la sovranità di Israele sulla Gerusalemme occupata, sulle alture del Golan occupate e, cosa fondamentale, sulle centinaia di insediamenti israeliani illegali in Cisgiordania.
Unendo i puntini, diventa chiaro che nel corso dei decenni e delle varie amministrazioni israeliane, il progetto di Israele ha sempre lavorato per l’annessione, puntando a strangolare i palestinesi nei loro principali centri urbani, impedendo loro di crescere, rivolgendo contro di loro la loro più rapida crescita demografica, inghiottendo più terra e consegnandola ai coloni.
Ma se Israele ha lavorato per anni all’annessione e ha attuato un’annessione de facto in Cisgiordania, perché Smotrich si sente sicuro che il 2025 sarà l’anno in cui avverrà anche legalmente?
Secondo gli analisti, se l’annuncio è arrivato ora, è perché Israele ritiene di essere finalmente pronto a fare la mossa. La domanda è: come farà Israele?
La strategia di Israele per completare l’annessione
Secondo Khalil Tafakji, esperto palestinese di insediamenti israeliani e direttore dell’Unità di Mappatura della Orient House di Gerusalemme, l’attuale piano israeliano per la Cisgiordania sotto Smotrich “si basa molto sulle infrastrutture”, e le fondamenta del piano sono state gettate progressivamente negli ultimi decenni.
Esempi di questo, ha osservato Tafakji, sono i progetti infrastrutturali israeliani come la “Strada della Samaria”, che attraversa la Cisgiordania da nord a sud, collegando numerosi insediamenti israeliani a una rete di ponti e tunnel da Nablus fino a Gerusalemme. La rete permette ai coloni israeliani di muoversi in modo completamente separato dai palestinesi e rende molto più facile per Israele attuare l’annessione.
Un’altra parte dell’attuale strategia di Israele è, secondo Tafakji, “il controllo di un massimo di terra con un minimo di risorse” attraverso la violenza, in particolare terrorizzando i palestinesi con la presenza armata dei coloni, che intimidiscono e minacciano i palestinesi di cacciarli fuori dalla loro terra.
Gli avamposti dei coloni sono fondamentali per questa strategia, e sono avamposti tipicamente eretti e abitati dai coloni israeliani più radicali, violenti e marginali. Negli ultimi anni, Israele ha anche promosso la creazione di “avamposti di pastorizia”. Questa strategia, introdotta sistematicamente in tutta la Cisgiordania, in particolare nella Valle del Giordano, si basa su coloni a cui viene dato del bestiame, finanziato dal governo, da allevare sui pascoli delle comunità beduine palestinesi. Questi coloni utilizzano il loro bestiame e la protezione dell’esercito israeliano per esercitare un controllo effettivo su vaste aree di terra agricola palestinese e intimidire i pastori e le loro comunità palestinesi a spostarsi.
Tafakji spiega che “i coloni pastori e anche i gruppi di coloni violenti fanno tutti parte della politica statale di Israele, in quanto sono sostenuti, armati e finanziati dallo stato stesso”.
Egli sottolinea che “i consigli regionali degli insediamenti lavorano a stretto contatto con i gruppi di coloni che stabiliscono avamposti, da cui emergono coloni violenti che organizzano attacchi alle comunità palestinesi”. In particolare, afferma Tafakji, questi consigli regionali degli insediamenti, nonostante si trovino in territorio occupato, funzionano già come estensioni dello stato israeliano, un’altra parte cruciale delle basi dell’annessione.
“Questi coloni sono lo strumento esecutivo dello stato israeliano per attuare l’annessione, e lo sono stati per decenni”, aggiunge.
Dopo il 7 ottobre, la presenza dei coloni in Cisgiordania è esplosa in attacchi violenti su larga scala che hanno espulso almeno 25 comunità e villaggi beduini, in particolare nella Valle del Giordano. L‘espulsione di queste comunità nel corso dell’ultimo anno ha ulteriormente cementato le roccaforti dei coloni israeliani in Cisgiordania, spianando ancora una volta un percorso più chiaro verso l’annessione.
Gli ultimi ritocchi di Smotrich
Sebbene lo stato israeliano abbia posto da anni le basi per l’annessione, la presenza di Bezalel Smotrich ai più alti livelli del governo israeliano ha giocato un ruolo fondamentale nella possibilità di Israele di compiere finalmente il passo verso la piena annessione.
Lo scorso gennaio, Netanyahu ha conferito a Smotrich pieni poteri sulla politica degli insediamenti in Cisgiordania e, con essi, le chiavi per attuare l’annessione.
La visione di Smotrich per la Cisgiordania è in realtà un’attuazione tattica della più ampia strategia coloniale israeliana in tutta la Palestina. Da un lato, egli spinge per soffocare l’esistenza palestinese in Cisgiordania, dal punto di vista geografico, amministrativo ed economico. Da un altro lato, spinge per una maggiore espansione degli insediamenti, con l’obiettivo dichiarato di insediare un milione di israeliani in Cisgiordania nei prossimi anni. Infine, spinge per rendere gli insediamenti parte di Israele sia dal punto di vista legale che amministrativo, gestiti da agenzie civili del governo israeliano, cancellando ogni distinzione fatta dal diritto internazionale tra “Israele propriamente detto” e i territori occupati da Israele.
Con Smotrich al timone, un governo israeliano di estrema destra, un’intensificazione della repressione militare israeliana in Cisgiordania e l’assenza di un’azione internazionale contro tutto ciò, il palcoscenico è pronto per il 2025 come l'”anno dell’annessione” previsto da Smotrich.
Naturalmente, l’annessione non sarebbe possibile con Smotrich o Netanyahu da soli. L’incapacità degli Stati Uniti e dell’Occidente di contrastare l’espansione degli insediamenti israeliani con pressioni economiche o politiche ha preceduto Smotrich e l’attuale governo israeliano. Anche la repressione globale e la criminalizzazione dei tentativi del movimento di solidarietà con la Palestina di denunciare le politiche coloniali di Israele in Cisgiordania hanno preceduto Smotrich.
Molti dei governi e dei leader che criticheranno le prossime azioni di Smotrich e Netanyahu in Cisgiordania, insieme al previsto sostegno di Trump, sono partner nell’annessione, visto che non sono riusciti a fermarla per anni, anche se i segni premonitori erano più chiari che mai.
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
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