La campagna palestinese di boicottaggio (BDS) costringe Carrefour a lasciare la Giordania

di Ali Abunimah,   

The Electronic Intifada, 5 novembre 2024. 

Una donna porta un cartello con scritto “Boicotta Carrefour, sponsor della guerra a Gaza”, durante una manifestazione contro il genocidio israeliano, a Tolosa, Francia, il 13 gennaio 2024. Jumeau AlexisABACA

Carrefour ha annunciato la cessazione di tutte le sue attività in Giordania.

Gli attivisti salutano questa vittoria per il boicottaggio popolare della multinazionale francese che è decisamente complice dei crimini di Israele contro il popolo palestinese.

“A partire dal 4 novembre, Carrefour cesserà tutte le sue operazioni in Giordania e non continuerà a operare nel regno”, ha annunciato l’azienda su Facebook.

“Ringraziamo i nostri clienti per il loro sostegno e ci scusiamo per i disagi che questa decisione potrà causare”, ha aggiunto Carrefour.

Ma il post ha ricevuto migliaia di “mi piace” e commenti, la maggior parte dei quali sembrano accogliere con favore la mossa, riflettendo il sentimento negativo prevalente in Giordania nei confronti di qualsiasi entità vista come aiutante o profittatrice dei crimini di Israele.

Carrefour si è recentemente espanso in Israele in collaborazione con un franchisee [affliato] locale che è fortemente coinvolto negli insediamenti israeliani in Cisgiordania.

La costruzione di colonie da parte di Israele sulla terra palestinese occupata è un crimine di guerra.

“Vittoria su Carrefour”

“Il nostro eroico popolo giordano ha ottenuto la vittoria su Carrefour”, dopo una campagna di due anni che si è intensificata quando Israele ha iniziato il suo genocidio a Gaza un anno fa, ha dichiarato BDS Jordan, il gruppo di attivisti che ha guidato il boicottaggio del supermercato.

Il Comitato Nazionale Palestinese (BNC) per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) ha salutato la vittoria “dopo una campagna di boicottaggio creativa e su larga scala che ha contribuito a ingenti perdite finanziarie e danni alla reputazione” del Gruppo Majid Al Futtaim, “partner del gruppo francese Carrefour nella maggior parte della regione araba”.

Carrefour Francia non ha risposto a una richiesta di commento da parte di The Electronic Intifada.

In tutta la regione mediorientale si è verificato un forte contraccolpo contro i marchi dei paesi occidentali che sostengono il genocidio di Israele in Palestina. Sia McDonalds che Starbucks sono tra i principali marchi che hanno registrato un forte calo delle loro attività internazionali a causa del boicottaggio dei consumatori. Quest’estate McDonald’s ha annunciato il maggior calo delle vendite globali degli ultimi quattro anni, più del doppio di quanto previsto dagli analisti.

Carrefour sarà estromesso dalla regione?

Mentre Carrefour cessa la sua attività in Giordania, molti dei negozi che gestiva non chiudono, tra cui il suo ex negozio di punta al City Mall di Amman e decine di piccole filiali di quartiere.

I negozi resteranno comunque aperti con il nome di Hypermax, una “nuovissima catena araba di alimentari“, posseduta e gestita dal Gruppo Majid Al Futtaim, con sede negli Emirati Arabi Uniti.

Durante una recente visita ad Amman, chi scrive ha notato che i negozi Carrefour di Amman stavano liquidando i prodotti a marchio Carrefour, un primo segno del cambiamento che sarebbe avvenuto.

Un dipendente che lavorava da 12 anni presso il negozio Carrefour City Mall ci ha confidato che l’anno precedente la sede aveva registrato un forte calo degli affari. A ottobre, il marchio Carrefour era già stato rimosso dai negozi in Giordania e alcune filiali più piccole avevano apparentemente chiuso.

Majid Al Futtaim detiene ancora il franchising Carrefour in altri paesi, tra cui: Egitto, Arabia Saudita, Oman, Kuwait, Bahrein, Emirati Arabi Uniti e Pakistan. È significativo che Carrefour gestisca anche negozi in Libano, dove Israele ha ucciso più di 3.000 persone in un’escalation di bombardamenti e tentativi di invasione del paese.

Secondo il Comitato Palestinese per il BDS (BNC), gli attivisti del boicottaggio “hanno registrato anche la chiusura di negozi Carrefour in altri paesi della regione araba, il che conferma l’impatto dell’ampia campagna popolare di boicottaggio e il ruolo significativo che può svolgere nell’imporre costi pesanti alle aziende giganti a causa della loro complicità nei crimini israeliani”.

The Electronic Intifada ha scritto al Gruppo Majid Al Futtaim per sapere se l’azienda ha intenzione di interrompere il suo rapporto con Carrefour in altri paesi in cui detiene il franchising.

Approfondimento della complicità nei crimini israeliani

Mentre Carrefour è stato espulso dalla Giordania, il marchio ha rapidamente ampliato la sua attività in Israele, alimentando la protesta popolare in tutto il mondo.

Gli attivisti francesi hanno intensificato le loro proteste dopo che, nell’ottobre 2023, è stato riferito che Carrefour Israel stava donando pacchetti di sostegno personale ai soldati israeliani. Secondo BDS France, che sostiene il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni guidati dai palestinesi, la posizione di Carrefour è cambiata: In un primo momento, la casa madre ha affermato che il sostegno ai soldati era un’iniziativa del suo franchisee, Carrefour Israel. Ma in seguito, l’amministratore delegato di Carrefour Alexandre Bompard ha affermato che “si tratta di iniziative di donazione da parte di individui che lavorano nei nostri negozi”.

Tuttavia, c’è chiaramente un limite alla vergogna che Carrefour prova per il suo coinvolgimento con Israele e con il suo regime coloniale.

Carrefour è entrato inizialmente nel mercato israeliano nel 2022 unendo le forze con Yenot Bitan, una catena di supermercati israeliana che trae profitto dalle colonie illegali di insediamento di Israele nella Cisgiordania occupata. Yenot Bitan è di proprietà di Electra Consumer Products, parte di un conglomerato israeliano profondamente coinvolto nell’occupazione militare e nella colonizzazione della terra palestinese, compresa la fornitura di servizi e infrastrutture all’esercito israeliano.

In risposta alle reazioni negative subite, Carrefour ha cercato di prendere le distanze dall’impresa in Israele, dichiarando in modo fuorviante a The Electronic Intifada, nel gennaio 2023, che la compagnia “non opera direttamente in Israele e non ha alcun interesse di capitale in Yenot Bitan“. Carrefour ha anche rifiutato di garantire che non opererà negli insediamenti israeliani nella Cisgiordania occupata.

Pochi mesi dopo, il 9 maggio 2023, Carrefour ha annunciato di essere “orgoglioso di aprire oggi 50 negozi in Israele”. All’epoca, Carrefour aveva dichiarato di voler aprire “un centinaio di negozi supplementari da qui alla fine del 2024”. E secondo BDS France, Carrefour sta effettivamente vendendo surrettiziamente i suoi prodotti nei negozi degli insediamenti israeliani di proprietà dei suoi franchisee, anche se questi negozi non hanno il marchio Carrefour.

Ma la massiccia espansione di Carrefour in uno stato di apartheid genocida sembra essere stata inopportuna: secondo la pubblicazione economica israeliana Globes, l’impresa ha subito “pesanti perdite” nel 2023.

Copertura palestinese per i profitti dell’occupazione?

In mezzo alla crescente opposizione ai suoi profitti provenienti da Israele e dalle sue colonie illegali, Carrefour ha apparentemente cercato di sbiancare se stessa utilizzando partner palestinesi disponibili.

Nell’agosto 2023, Carrefour avrebbe concordato con un franchisee palestinese, Maslamani Group, l’apertura di negozi nelle città palestinesi della Cisgiordania occupata. I media israeliani hanno sottolineato la motivazione politica: i24 News ha osservato che “l’apertura di filiali per i clienti palestinesi avrebbe lo scopo, tra l’altro, di allentare le tensioni con i paesi arabi come la Giordania, l’Egitto o il Libano dove il distributore francese è presente, ma ha ricevuto una reazione negativa al lancio di Carrefour in Israele”.

Potrebbe anche essere stata una copertura per Carrefour l’apertura da parte di Maslamani Group di negozi negli insediamenti coloniali di Israele su terre palestinesi rubate e occupate militarmente in Cisgiordania.

Il BNC ha immediatamente chiesto al Maslamani Group di annullare qualsiasi accordo con Carrefour “a causa della complicità dell’azienda francese nelle gravi violazioni israeliane dei diritti del nostro popolo palestinese secondo il diritto internazionale”. Il BNC ha avvertito che se il Maslamani procederà ad un accordo con Carrefour, “saremo costretti a lanciare ampie campagne di boicottaggio popolare e nazionale contro il gruppo a livello locale e arabo, come abbiamo già fatto in passato contro altre aziende palestinesi che hanno insistito nel contrattare con aziende israeliane o internazionali coinvolte nelle gravi violazioni del diritto internazionale da parte di Israele”.

Non è chiaro se e quando i negozi Carrefour apriranno nelle città palestinesi. Nel settembre 2023, il Gruppo Maslamani ha pubblicizzato l’assunzione di un responsabile degli acquisti “per unirsi al nostro team di Carrefour Supermarket”. Al momento, Carrefour non è tra i marchi rappresentati dal Gruppo Maslamani, secondo il suo sito web. È stata inviata una richiesta di commento a Maslamani Group.

Il ritiro di Carrefour dalla Giordania non fa che incoraggiare gli attivisti ad aumentare la pressione.

Il BNC afferma di continuare a “chiedere il boicottaggio di tutti i negozi che portano il marchio Carrefour o vendono i suoi prodotti, fino a quando il Gruppo Majid Al Futtaim non annuncerà la completa cessazione della sua partnership con il gruppo francese in tutto il mondo arabo”.

“Chiediamo inoltre al gruppo emiratino Al Futtaim di fare pressione sul suo partner francese affinché ponga fine alla sua complicità nelle violazioni israeliane dei diritti umani dei palestinesi”, aggiunge l’organizzazione palestinese.

https://electronicintifada.net/blogs/ali-abunimah/palestine-boycott-campaign-forces-carrefour-quit-jordan

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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