Il piano israeliano prevede l’occupazione permanente di Gaza

di Antony Loewenstein,

Loevenstein Substack, 27 agosto 2024. 

Nonostante le questioni legali, etiche e pratiche, Israele si sta muovendo verso un’occupazione militare permanente di Gaza, con la possibilità concreta che i coloni radicali costruiscano sempre nuovi avamposti.

Con il Medio Oriente sull’orlo di una guerra regionale, è possibile perdere i dettagli più piccoli, anche se non meno importanti. Si tratta di Gaza e di quasi un anno di guerra che il territorio ha subìto. L’area è ora in gran parte inabitabile, un obiettivo chiave di Israele, e decine di migliaia di palestinesi sono morti.

Nonostante queste tristi realtà, praticamente tutte le nazioni occidentali continuano a sostenere lo stato ebraico e gli Stati Uniti continuano a fornire armi a Israele.

Ma per i coloni israeliani, la costruzione di avamposti sulla spiaggia di Gaza è la loro visione a lungo termine.

Può sembrare un’idea estrema e irrealistica, ma sarebbe da sciocchi ignorare le crescenti richieste di realizzarla.

Il direttore del quotidiano israeliano Haaretz, Aluf Benn, ha recentemente spiegato il pensiero del governo israeliano:

In pratica, si sta elaborando un accordo a lungo termine per il “giorno dopo”. Israele controllerà il nord della Striscia di Gaza e caccerà i 300.000 palestinesi che sono ancora lì. Il Magg. Giora Eiland, ideologo della guerra, propone di farli morire di fame o di esiliarli come metodo per sconfiggere Hamas. La destra israeliana immagina un insediamento ebraico nell’area, con un vasto potenziale di sviluppo immobiliare dovuto alla comoda topografia, alla vista sul mare e alla vicinanza al centro di Israele.

L’esperienza di 57 anni di occupazione della Cisgiordania e di Gerusalemme Est indica che si tratta di un processo lungo che richiede molta pazienza e capacità di manovra diplomatica. A Gaza non si costruirà domani una grande città ebraica, ma si progredirà metro per metro, casa mobile per casa mobile, avamposto per avamposto – proprio come a Hebron, Elon Moreh e Gilad Farm.

Non lasciatevi confondere: l’occupazione è l’obiettivo per cui Netanyahu si batte, anche al prezzo della morte degli ostaggi rimasti e con il rischio di una guerra regionale. Le impalcature che sostengono il suo regime, il Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir e il Ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, resteranno al loro posto finché egli cercherà, con le parole e con i fatti, un’occupazione permanente e un’annessione strisciante di Gaza.

È solo un altro passo nel probabile percorso che porterà Israele a diventare uno stato teocratico ebraico. Queste possibilità concrete a Gaza, insieme all’aumento della violenza e dei pogrom contro i palestinesi in Cisgiordania e ai coloni ebrei che vogliono colonizzare il Libano meridionale, preannunciano un periodo ancora più buio.

Antony Loewenstein è un giornalista indipendente senza alcun sostegno istituzionale. Potete sostenerlo sul suo sito.

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Traduzione a cura di AssoPacePalestina

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