di Paolo Rizzi,
9 agosto 2024.
Il 9 agosto 2008 ricorre la data di morte del poeta palestinese Mahmoud Darwish. In questi giorni ho riletto il suo libro raccolta edito da Feltrinelli :”La trilogia palestinese” e dalla prosa di “In presenza d’assenza” ho tratto l’ispirazione per mettere in rima la sua allegoria della frutta di Palestina.
In attesa di comporre una musica ho preso a prestito una vecchia esibizione dal vivo con Kamilya Jubran che interpreta, sempre di Darwish, la poesia “About a human“: la storia di un carcerato in Israele ( Darwish lo fu più volte) e mi è sembrata un’ottima base su cui appoggiare questo testo che parla di nostalgia.
Darwish ci ha abituato a meravigliose metafore ed in questo caso la donna ed i frutti di cui ha nostaglia sono la Palestina stessa.
Le immagini le ho prese da autori e autrici palestinesi e mi preme ricordare che la pittrice Heba Zagout è stata uccisa con tutta la sua famiglia il 13 ottobre scorso
Ricordando la pittrice palestinese di Gaza Heba Zagout
Nel libro “Una trilogia palestinese” di Mahmud Darwish , dopo “Memoria dell’oblio “ del 1987 è inserito “In presenza d’assenza” del 2006, scritto due anni prima della morte del 9 agosto a causa di un intervento chirurgico al cuore. Si tratta di un testo autobiografico in cui il poeta narra se tesso iniziando con un’elogia funebre e prosegue in 20 capitoli nel racconto delle tappe della sua vita.
Il capitolo 14 è una infinita descrizione del significato della parola e del sentimento della Nostalgia: “La nostalgia è la conversazione notturna dell’assente con l’assente, il voltarsi indietro del lontano al lontano…..”.
Il capitolo 15 è dedicato alle declinazioni della parola Amore: L’amore è un cammino battuto come il significato, ma impervio come la poesia…..
Nel capitolo 16 affronta il tema dell’esilio: Il lungo periodo intercorso tra l’uscita e il rientro ti consente di congedarti dall’esilio con tutta la malinconia che merita. Questi capitoli di un tema così privato e allo stesso tempo pubblico mi hanno mosso a mettere in rima la prosa poetica di Darwish quando descrive nostalgia, amore, esilio affidandosi alla metafora, in questo caso ad una allegoria, quella della frutta. Sono parole piene di sensualità, sembra un testo dedicato ad una donna ma questa donna sappiamo essere la Palestina stessa.
In questi mesi di atroci sofferenze per la sua terra e i suoi abitanti avevo scritto “Piante amare di Palestina” per provare a raccontare l’attaccamento alla terra dei palestinesi, ora provo a farlo prendendo a prestito la voce di Mahmud Darwish stesso e mettendo in rima questo testo che segue.
Pag 364 del libro di Mahmud Darwish Una trilogia Palestinese
In presenza d’assenza – traduzione di Ramona Ciucani
…..La nostra frutta rende sensoriale un’allegoria cerebrale:
La mela è forma da mordere, senza la punizione della conoscenza.
La pera è un seno di perfetta proporzione, né più né meno di un palmo di mani.
L’uva è il richiamo dello zucchero; spremimi in bocca o nei tini.
L’albicocca è il ritorno della nostalgia alla sua pallida origine.
L’arancia è un’idea che illumina, nella notte e può essere mangiata sempre.
Il fico è un paio di labbra che si schiudono con due dita per ricevere erotico significato .
In un colpo solo.
Il fico d’India è la vergine che difende il suo tesoro.
La ciliegia è accorciare la distanza tra il desiderio degli occhi e la fregola delle labbra.
La mela cotogna è la femmina che litiga per il maschio lasciando al deluso un groppo in gola.
Il mango è la bava che cola per visibile piacere.
La fragola è un insieme di acini di colore, né rossi né altro, che rinvia lo scandalo della similitudine.
Il gelso, color zucchero o nero, è il ricordo del primo bacio.
Il melograno è il rubino celato nell’allusione..
Mordo una mela senza punizione
Nel giardino della conoscenza
La pera è perfetta nella proporzione
Come il tuo seno non so starne senza
Schiaccio in bocca i chicchi d’uve
O sotto i piedi ne pigio il vino
I fichi sono le tue labbra schiuse
Sono il mio sogno fino al mattino
La nostalgia era aria terra e acqua
La nostalgia era aria terra e acqua
La nostalgia era aria terra e acqua
Di casa mia
La nostalgia era aria terra e acqua
La nostalgia era aria terra e acqua
La nostalgia era aria terra e acqua
ora è poesia
Il fico d’India come una vergine
Vuole difendere il suo tesoro
Il gelso è il bacio che ti ho dato giovane
Mai più scordato fu il mio ristoro
Ho nostalgia dell’albicocca
Delle tue guance color pudore
Delle ciliegie che metti in bocca
Non c’è distanza tra gli occhi e il cuore
La nostalgia era un odore
La nostalgia era un odore
La nostalgia era un odore
Di casa mia
La nostalgia era un odore
La nostalgia era un odore
La nostalgia era un odore
ora è poesia
L’arancia illumina le nostre notti
E le profuma con la sua essenza
Il mango è bava che scorre a fiotti
Il mio piacere la tua accoglienza
La mela cotogna un frutto femmina
Che profumava le mie lenzuola
Ed un rubino di melagrana
Te l’ho donavo se ti lasciavo sola
La nostalgia è come il vento
La nostalgia è come il vento
La nostalgia è come il vento
Di casa mia
La nostalgia è come il vento
La nostalgia è come il vento
La nostalgia è come il vento
ora è poesia
inviata da Paolo Rizzi – 6/8/2024 – 15:47
A questo link si possono leggere 113 pagine di: Una trilogia palestinese