Guardare il mondo con tenerezza

di Caitlin Johnstone,

Caitlin’s Newsletter, 14 giugno 2024.           

I bambini morti non mi colpiscono più come un tempo.

Le immagini. I video. Ancora disturbano e inorridiscono, ma non come all’inizio. È diverso.

E, onestamente, è una cosa che odio. Odio che quella parte di me sia stata rubata.

Per quanto mi pesasse avere il cuore a pezzi per tutto il giorno e avere incubi per tutta la notte, preferivo quello piuttosto che questa diminuzione di sensibilità.

Non si dovrebbe arrivare al punto di essere desensibilizzati di fronte a tali orrori. Non ci si deve abituare a bambini decapitati e a piccoli corpi maciullati. Ai cadaveri travolti dai carri armati. Alle parti del corpo trasportate in sacchetti di plastica dai propri cari.

Queste cose dovrebbero scuoterti. Dovrebbero scuoterti nel profondo. Ma non è più così. Non per me.

Ho tenuta stretta il più a lungo possibile la mia capacità di commuovermi. Mi è sembrato un dovere solenne quello di aggrapparmi a quella parte di me che ancora urlava con un’appropriata miscela di dolore e indignazione per l’ultimo piccolo corpo fatto a pezzi. Ma la desensibilizzazione si fa strada, che lo si voglia o no. È così che si creano i soldati, dopotutto.

Odio il fatto che queste carogne abbiano amputato quella parte di me, e odio il fatto di pensare che non ricrescerà mai più. Sono stata sfigurata in modo permanente all’interno, mutata dalle atrocità, raggiunta fin quaggiù al sicuro nei sobborghi di Melbourne.

E odio che questo stia accadendo in tutto il mondo, a tutti coloro che hanno tenuto lo sguardo fisso su Gaza. In tutto il mondo l’umanità viene mutata. In tutto il mondo qualcosa di sacro viene rubato dai cuori delle persone buone. In tutto il mondo la gente si ritrova parti incallite dove prima c’era tenerezza.

E rivoglio la mia tenerezza, dannazione. Rivoglio la mia tenerezza.

Ridatemi gli incubi. Ridatemi le lacrime. Ridatemi i conati di vomito sul water e i tremori sotto le coperte. Ridatemi il crollo sul divano e l’immobilità per ore, finché il mio organismo non si era ripreso da ciò che i miei occhi avevano appena visto.

Ma recupererò la mia tenerezza. Riprenderò tutto. Basta che ritrovi quella parte tenera e morbida di me stessa che è stata ridotta in polvere da un genocidio trasmesso in diretta streaming.

E mi prenderò cura di preservarla. La nutrirò con cose buone. Le darò tanto sole, tenendola delicatamente tra le mani vicino alla finestra. La porterò a passeggio e la lascerò gioire dei bambini che corrono e giocano, con le loro membra tutte insieme e le loro interiora all’interno.

Non voglio restare indurita e cupa come un soldato. Voglio ritrovare quella parte di me morbida e sacra che piange davanti ai cadaveri dei bambini, così che io possa guardare di nuovo il mondo con dolcezza.

https://substack.com/home/post/p-145636956

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

.

Lascia un commento