La compagnia Hyundai CE deve porre fine a ogni legame con i crimini di guerra a Masafer Yatta

Mar 18, 2023 | Notizie

di DAWN,

DAWN, 16 marzo 2023. 

Un bulldozer israeliano demolisce una casa palestinese nell’area di Umm Qasas di Masafer Yatta, nella Cisgiordania occupata, il 25 luglio 2022. Getty images

Seul, 16 marzo 2023.  Hyundai Construction Equipment (Hyundai CE) deve intervenire immediatamente per impedire che i suoi prodotti siano utilizzati nelle demolizioni a Masafer Yatta, hanno dichiarato oggi Amnesty International e Democracy for the Arab World Now (DAWN). Le organizzazioni hanno documentato cinque casi in cui le forze israeliane hanno usato escavatori prodotti da Hyundai CE per radere al suolo proprietà palestinesi a Masafer Yatta, un’area della Cisgiordania occupata dove circa 1.150 palestinesi sono a rischio imminente di trasferimento forzato. Le demolizioni in questione hanno causato il trasferimento di almeno 15 palestinesi, tra cui sei bambini, e costituiscono crimini di guerra ai sensi della Quarta Convenzione di Ginevra. 

Amnesty International ha comunicato alla Hyundai CE le sue conclusioni, chiedendole di spiegare quali procedure di due diligence [analisi preliminare] sui diritti umani avesse intrapreso per evitare che i suoi prodotti venissero utilizzati dalle forze israeliane per commettere violazioni in Israele e nei Territori palestinesi occupati (TPO). Hyundai CE ha dichiarato di non essere “impegnata in attività israeliane di insediamento”, ma non ha fornito dettagli sulla due diligence. L’azienda non ha nemmeno risposto alle preoccupazioni di Amnesty International sull’uso dei prodotti Hyundai CE da parte dell’esercito israeliano per effettuare demolizioni a Masafer Yatta. Amnesty International ha anche scritto alla EFCO Ltd (EFCO), l’unico distributore di Hyundai CE in Israele, ma al momento della pubblicazione non ha ricevuto alcuna risposta.

“I palestinesi di Masafer Yatta vivono in uno stato di costante terrore, sempre in ansia per il possibile arrivo delle forze israeliane e degli escavatori che significano la fine della vita a cui sono abituati. Alcuni residenti hanno già visto l’esercito israeliano usare gli escavatori per demolire le case dei loro vicini e strappare le infrastrutture essenziali del villaggio, escavatori che portavano il logo della Hyundai”, ha dichiarato Mark Dummett, responsabile di Imprese e Diritti Umani di Amnesty International.

“Hyundai CE deve agire con urgenza per porre fine al coinvolgimento dei suoi prodotti nei trasferimenti forzati e nelle demolizioni illegali di case. Queste violazioni contribuiscono a mantenere il sistema di apartheid israeliano e sono crimini secondo il diritto internazionale; nessuna azienda dovrebbe avere connessioni con queste violazioni o trarne vantaggio. Chiediamo a Hyundai CE di tagliare i legami con il suo distributore israeliano EFCO, fino a quando EFCO non avrà preso provvedimenti concreti per garantire che i prodotti Hyundai CE non vengano utilizzati per commettere violazioni dei diritti umani”.

Amnesty International ritiene che la Hyundai CE non abbia condotto un’adeguata due diligence sui diritti umani nelle sue operazioni commerciali in Israele. Un’adeguata valutazione del rischio avrebbe dovuto indicare la probabilità che i prodotti della Hyundai CE venissero usati dalle forze israeliane per commettere violazioni in Israele e negli OPT. Hyundai CE ha ora la responsabilità di mitigare i danni a cui è stata connessa. A tal fine, dovrebbe adottare misure quali la revisione delle sue linee guida sui diritti umani e la pubblicazione di un piano che illustri le misure che adotterà per porre fine al coinvolgimento dei suoi prodotti nelle violazioni dei diritti umani. 

Amnesty International e DAWN chiedono a Hyundai CE di sospendere la distribuzione dei suoi prodotti in Israele attraverso EFCO, fino a quando quest’ultima non si impegnerà a condurre una due diligence sui diritti umani e fino a quando non garantirà che gli utenti finali non utilizzino i macchinari Hyundai CE per attività illegali. 

Le forze israeliane demoliscono case con escavatori Hyundai CE

Nel maggio 2022, l’Alta Corte di Israele ha respinto una petizione dei residenti di Masafer Yatta e ha stabilito che la demolizione di nove frazioni e villaggi poteva essere eseguita, dando il via a uno dei più grandi atti di trasferimento forzato negli OPT dal 1967. Sono già state effettuate decine di demolizioni. Nel gennaio 2023, le autorità israeliane hanno informato i residenti che il loro trasferimento forzato sarebbe stato imminente.

Amnesty International e DAWN hanno verificato l’uso di escavatori Hyundai CE in cinque demolizioni avvenute a Masafer Yatta nel 2022. Ad esempio, il 15 febbraio 2022, le forze israeliane hanno utilizzato un escavatore cingolato Hyundai HX330AL per demolire una casa e una cisterna d’acqua nel villaggio di Khallet al-Mayah, sfollando con la forza una famiglia di sei persone. Nel luglio 2022, un escavatore gommato Hyundai HW210 e un escavatore cingolato HX330AL sono stati utilizzati in occasioni separate dalle forze israeliane per demolire due case nel villaggio di Umm Qussa, sfollando con la forza almeno nove persone. In tutti questi casi, il logo di Hyundai era visibile sugli escavatori, insieme all’adesivo con il marchio EFCO.

“Questo è un momento cruciale per i residenti palestinesi di Masafer Yatta, che si trovano ad affrontare l’aumento delle demolizioni delle loro case e della loro comunità da parte del governo israeliano che vuole ripulire quest’area dalla popolazione indigena”, ha dichiarato Adam Shapiro, Direttore di Supporto Legale, Israele/Palestina, di DAWN. 

“Le aziende come Hyundai devono agire subito per assicurarsi di non essere complici di crimini di guerra e inviare un messaggio inequivocabile al governo e alle aziende israeliane: gli standard dei diritti umani non sono solo parole scritte su una pagina, ma hanno conseguenze pratiche”. Hyundai CE è stata preavvertita di un crimine: può intraprendere un’azione decisiva che potrebbe avere un impatto ad ampio raggio”.

Responsabilità delle imprese

I Principi Guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani affermano che le imprese hanno la responsabilità di rispettare i diritti umani ovunque esse operino. Ciò significa che devono adottare misure per prevenire, affrontare, mitigare e rimediare a qualsiasi danno ai diritti umani legato alle loro operazioni, prodotti o servizi, anche se non sono direttamente coinvolte nel compiere tali violazioni. Le imprese hanno anche il dovere di garantire che i loro distributori vendano solo a clienti che rispettano i diritti umani. Questo dovere si applica anche in questo caso, indipendentemente dai precisi contratti che legano Hyundai CE, EFCO e l’esercito israeliano.

In situazioni di conflitto armato, compresa l’occupazione militare, le imprese devono anche rispettare il diritto umanitario internazionale. Secondo la Quarta Convenzione di Ginevra, il trasferimento forzato è un crimine di guerra, così come la distruzione illegale di proprietà senza necessità militare. I trasferimenti forzati effettuati come parte di un attacco diffuso e sistematico verso una popolazione civile sono crimini contro l’umanità secondo lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale. Le aziende che forniscono consapevolmente un’assistenza pratica che contribuisce in modo sostanziale alla commissione di crimini contro l’umanità possono essere ritenute penalmente responsabili di favoreggiamento. 

Le demolizioni a Masafer Yatta sono anche violazioni del diritto a uno standard di vita adeguato, compreso il diritto all’alloggio. In quanto potenza occupante negli OPT, Israele è obbligato a rispettare e proteggere questi diritti. 

Domande senza risposta

Il 20 luglio 2022, Hyundai CE ha pubblicato una serie di Principi Guida per la Gestione dei Diritti Umani. In questo documento, Hyundai CE afferma di rifiutare qualsiasi forma di violazione legata alle sue operazioni commerciali e si impegna inoltre a “prestare attenzione alle violazioni dei diritti dei residenti locali”. 

Amnesty International ha scritto a Hyundai CE il 27 gennaio 2023, esponendo le sue preoccupazioni sul fatto che l’azienda abbia violato i suoi obblighi internazionali e le sue stesse linee guida. Nella sua risposta del 2 febbraio, Hyundai CE ha sottolineato che l’azienda si assume le proprie responsabilità in materia di rispetto dei diritti umani e ha ribadito il proprio impegno a “promuovere” i Principi Guida delle Nazioni Unite, oltre a dichiarare di non essere coinvolta negli insediamenti israeliani. Tuttavia, Hyundai CE non ha affrontato le conclusioni di Amnesty International sull’uso delle sue attrezzature nelle demolizioni di Masafer Yatta.

In una lettera successiva inviata il 6 febbraio, Amnesty International ha ribadito i risultati della sua ricerca e le sue domande. Al momento della pubblicazione, non è stata ricevuta alcuna risposta.

Il 21 febbraio Amnesty International ha scritto all’EFCO, condividendo i dati in suo possesso e richiedendo dettagli sulle procedure di due diligence sui diritti umani dell’EFCO. Al momento della pubblicazione, l’EFCO non ha risposto. 

“Hyundai CE deve tradurre in azioni efficaci i suoi impegni in materia di diritti umani. La nostra ricerca mostra che finora i suoi processi di due diligence non sono riusciti a impedire che i suoi prodotti fossero collegati a violazioni dei diritti umani. Hyundai CE deve migliorare i suoi processi in materia di diritti umani e sospendere le relazioni con il suo distributore israeliano finché non sarà garantita la conformità delle procedure agli standard internazionali”, ha dichiarato Mark Dummett. 

“Se dovesse andare avanti, l’espulsione di massa dei palestinesi da Masafer Yatta costituirebbe uno dei più grandi atti di trasferimento forzato negli OPT dal 1967. Hyundai CE non deve avere alcun ruolo in questo terribile crimine. Ribadiamo il nostro appello agli Stati, alle imprese e agli altri attori che hanno influenza sulla politica israeliana affinché utilizzino tutti gli strumenti politici e diplomatici a loro disposizione per fermare le demolizioni a Masafer Yatta e porre fine al trasferimento forzato dei palestinesi”. 

Informazioni generali

Negli anni ’80, le autorità israeliane dichiararono una vasta area di Masafer Yatta “zona militare chiusa”, sostenendo di aver bisogno di quel territorio per condurre esercitazioni. Da allora, le famiglie palestinesi, che hanno vissuto nell’area per generazioni, hanno affrontato la costante minaccia di demolizione e sfollamento, oltre agli attacchi da parte di gruppi di coloni israeliani e alle molestie dell’esercito israeliano. 

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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