“Non sono riuscito a vedere se l’assassino di mio fratello fosse un soldato o un colono”

Mar 6, 2023 | Notizie

di Oren Ziv e Yuval Abraham,  

+972 Magazine, 5 marzo 2023. 

Un filmato ottenuto da +972 mostra che Sameh Aqtesh è stato ucciso durante un attacco di coloni accompagnati dall’esercito israeliano nella notte del pogrom di Huwara.

Bambine del villaggio cisgiordano di Za’atra siedono davanti a un poster che commemora Sameh Aqtesh, ucciso da colpi di arma da fuoco durante il pogrom di Huwara, il 3 marzo 2023. (Oren Ziv)

La scorsa domenica sera, quando i coloni israeliani hanno lanciato un pogrom nella città cisgiordana di Huwara, un uomo palestinese, Sameh Aqtesh, è stato colpito mortalmente durante un attacco simultaneo dei coloni nel vicino villaggio di Za’atara. Secondo un’analisi di 14 video di residenti palestinesi, ottenuta da +972 e Local Call, i soldati israeliani – come a Huwara – stavano scortando i coloni durante l’uccisione di Aqtesh.

I video non mostrano il momento della sparatoria, rendendo difficile determinare se i colpi provenissero dai soldati o dai coloni, o da una terza parte che non appare nei video. Tuttavia, la documentazione mostra chiaramente che le forze di sicurezza israeliane non solo erano presenti nell’area almeno 15 minuti prima della sparatoria, ma non hanno fatto nulla per impedire l’attacco dei coloni, né per identificare o catturare l’autore dell’omicidio di Aqtesh.

Secondo le testimonianze e i video, l’assalto è iniziato il 26 febbraio intorno alle 19.00, quando coloni mascherati sono scesi a Za’atara da Tapuach Junction, un’importante arteria di traffico nelle vicinanze, e hanno iniziato ad attaccare le case del villaggio. I residenti palestinesi hanno reagito lanciando pietre contro gli aggressori, costringendo i coloni a ritirarsi.

Un’ora e mezza dopo, i coloni sono tornati nel villaggio, questa volta con i soldati che li sostenevano. In un video registrato pochi istanti dopo la sparatoria contro Aqtesh, alle 20:44 di domenica, si vedono almeno tre soldati, due jeep militari e quello che sembra essere un veicolo della polizia che porta un gruppo di circa 40 coloni.

“I coloni sono venuti due volte”, ha detto Abed Aqtesh, fratello maggiore di Sameh. “La prima volta sono venuti da soli e siamo riusciti a mandarli via. La seconda volta sono tornati con i soldati e con il coordinatore della sicurezza dell’insediamento. Erano circa 50 coloni; ci hanno lanciato pietre e avevano taniche piene di benzina. Gli abbiamo tirato delle pietre anche noi”.

Nella registrazione video del momento della sparatoria, si sente uno dei residenti palestinesi dire: “Non abbiate paura”, mentre alcuni coloni accendono torce e puntatori laser in quello che sembra essere un tentativo di accecare i residenti. Poi si sentono altri due spari e si sente uno dei residenti dire: “È in aria”. Vengono sparati altri cinque colpi. Si sente il residente palestinese dire: “Ci stanno sparando. Ambulanza!” Questo era probabilmente il momento in cui Aqtesh è stato colpito.

Alla fine del video si sentono altri due spari e un’altra richiesta di aiuto. In tutto il video non si vedono residenti palestinesi lanciare pietre o affrontare i coloni o i soldati. Dopo la sparatoria, il video mostra un colono che lancia di nuovo pietre:

“Hanno iniziato a sparare proiettili veri. Non hanno lanciato gas, granate stordenti o proiettili di gomma, ma subito fuoco vivo”, ha continuato Abed. “Tutto avveniva al buio. Non ho visto se la persona che ha ucciso mio fratello fosse un soldato o un colono”.

“Siamo rimasti sorpresi quando i coloni ci hanno attaccato”, ha detto Ayman Aqtesh, cugino di Sameh. “I coloni hanno sparato proiettili veri contro di noi e hanno lanciato pietre. L’esercito, invece di respingerli, ha aiutato i coloni e anche i soldati ci hanno sparato contro. È così che mio cugino, Sameh, è stato ucciso. È successo sotto gli occhi della gente, proprio in casa nostra. L’attacco è avvenuto sotto la sorveglianza dell’esercito. Non so chi abbia sparato, se coloni o soldati. Io ero in piedi accanto a lui. Tutto avveniva al buio.”

Sameh è stato colpito allo stomaco, secondo il medico che lo ha soccorso. Testimoni oculari hanno raccontato che, poiché i soldati e i coloni avevano bloccato la strada, Sameh  non ha ricevuto cure mediche per circa 25 minuti. Durante questo tempo, lui gridava di aver bisogno di ossigeno. Quando finalmente è arrivato al pronto soccorso di Huwara, era già morto.

“La clinica è a tre o quattro minuti di macchina da noi, ma i soldati e i coloni bloccavano la strada principale”, ha spiegato Abed. “Ho portato mio fratello con un mezzo quattro-per-quattro, per la montagna, su una strada dissestata. A metà percorso c’era un altro posto di blocco, un mucchio di terra che l’esercito aveva piazzato lì. Ho portato mio fratello in braccio fino a un’altra macchina dietro il posto di blocco”. I residenti hanno detto che l’esercito aveva chiuso anche il percorso alternativo per raggiungere la clinica.

Ayman Aqtesh (a sinistra) piange accanto ai figli di Sameh Aqtesh, ucciso durante il pogrom di Huwara, durante una visita dei diplomatici europei al villaggio cisgiordano di Za’atara, il 3 marzo 2023. (Oren Ziv)

Il medico che ha accertato la morte di Sameh ha dichiarato a +972 che il proiettile è penetrato nella sua cavità addominale, causando una grave emorragia interna, danneggiando la milza e lacerando le arterie. Secondo il medico, è possibile che se Sameh fosse arrivato prima al centro medico, la sua vita sarebbe stata salvata. Il portavoce dell’IDF, nel frattempo, ha dichiarato che “l’esercito sta indagando sulle circostanze della morte”.

“I bambini non sono riusciti a dormire”

Sameh, che aveva 37 anni, era padre di cinque figli ed era il più giovane di cinque fratelli; viveva a Za’atara, un piccolo villaggio con poche case e attività commerciali. I suoi familiari descrivono un uomo che amava passare il tempo con i suoi figli, aveva un legame speciale con gli animali e faceva volontariato in tutto il mondo, più recentemente in Turchia dopo i gravi terremoti che hanno devastato gran parte del Paese e della Siria.

“Ogni volta che l’auto di qualcuno era in panne o quando una persona rimaneva bloccata nella neve, Sameh era sempre il primo ad arrivare”, ha detto Ayman, cugino di Sameh, “dopo il terremoto in Turchia, ha raccolto tutti i soldi che poteva, anche dai suoi risparmi, ed è andato. Quattro giorni dopo il suo ritorno, lo hanno ucciso”.

Za’atara è circondata da una recinzione alta 1,5 metri e da un cancello di ferro, costruito dai residenti per far fronte all’escalation di violenza dei coloni. “Abbiamo costruito la recinzione per proteggere le nostre famiglie e i nostri figli”, ha detto Ayman. “Ogni volta che ci sono tensioni, chiudiamo il cancello, rimaniamo all’interno dei confini del villaggio e non lo lasciamo”.

Nel video dell’attacco dei coloni, si vedono residenti palestinesi, compresi i bambini, vicino alla recinzione. Secondo la documentazione disponibile, nessuno di loro, nemmeno Sameh, ha lasciato i confini del villaggio. I fori di proiettile hanno crivellato il cancello di ferro e un muro vicino.

Sameh Aqtesh mentre faceva volontariato in Turchia dopo il terremoto che ha colpito quel paese, poche settimane prima di essere ucciso con un colpo fuori dalla sua casa. (Per gentile concessione della famiglia Aqtesh)

La mattina del 3 marzo, pochi giorni dopo l’uccisione di Sameh, decine di diplomatici europei sono arrivati a Za’atara per una visita di solidarietà. “Non vogliamo cibo o vestiti”, ha detto loro Ayman. “Vorremmo solo una cosa: che i nostri figli possano dormire la notte”. Accanto a lui erano seduti i due figli di Sameh, che piangevano. Anche molti visitatori hanno avuto difficoltà a trattenere le lacrime.

Da quando è iniziata l’occupazione militare della Cisgiordania nel 1967, le autorità israeliane non hanno permesso a Za’atara di espandersi, hanno raccontato i residenti, spingendo molti di loro a trasferirsi nella vicina città di Beita. “Non ci è permesso costruire case e nemmeno ampliare quelle esistenti”, ha detto Ayman. “Un parco giochi, costruito con fondi europei, è stato distrutto dall’esercito”.

Il piccolo villaggio è sommerso da questa straziante perdita. “Da quando Sameh è stato ucciso, i bambini non riescono a dormire, né di giorno né di notte”, ha raccontato Ayman, “Hanno visto il padre e lo zio assassinati davanti ai loro occhi. Hanno visto come [i coloni] hanno cercato di bruciare la loro casa. Ne sono rimasti scioccati.”

Oren Ziv è un fotoreporter, reporter di Local Call e membro fondatore del collettivo fotografico Activestills.

Yuval Abraham è un giornalista e attivista di Gerusalemme.

In collaborazione con Local Call

https://www.972mag.com/settlers-soldiers-huwara-zaatara/

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

Non sempre AssoPacePalestina condivide gli articoli che pubblichiamo, ma pensiamo che opinioni anche diverse possano essere utili per capire.

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