Israele non ha una crisi democratica, ma una crisi di apartheid.

Mar 6, 2023 | Notizie

di Philip Weiss,

Mondoweiss Weekly Briefing, 6 marzo 2023. 

Manifestanti israeliani con bandiere e cartelli durante una protesta davanti alla Knesset contro le riforme giudiziarie. Gerusalemme, 20 febbraio 2023. (Foto: Ilia Yefimovich/dpa via ZUMA Press/APA images)

Come tutti sappiamo, Israele sta vivendo proteste di massa per il progetto del suo governo più a destra di sempre di mettere in ginocchio la magistratura indipendente. La polizia ha dovuto usare cannoni ad acqua per disperdere i manifestanti a favore della democrazia che hanno invaso un’autostrada di Tel Aviv, mentre le imprese ad alta tecnologia che hanno contribuito a dare agli israeliani un elevato standard di vita minacciano di lasciare il Paese a causa dei piani di Netanyahu.

I sionisti americani si sono schierati in solidarietà con i manifestanti. Mettere in pericolo i “valori condivisi” di Israele con gli Stati Uniti “metterà a rischio il futuro della patria ebraica”, avverte Mike Bloomberg sul New York Times. Allo stesso tempo, gruppi sionisti centristi e liberali esortano separatamente l’amministrazione Biden a impedire al ministro delle Finanze di Netanyahu, Bezalel Smotrich, di visitare gli Stati Uniti perché ha fatto dichiarazioni genocide su un villaggio palestinese che ha resistito all’occupazione.

Questi manifestanti americani affermano il loro amore per Israele. Siamo “ebrei americani impegnati per il futuro di Israele come stato sicuro, ebraico e democratico”, dicono i sionisti centristi che vogliono che Smotrich se ne vada. “Non lasceremo che la speranza di una patria pacifica e democratica per il popolo ebraico venga inghiottita dalle fiamme di estremisti come Smotrich”, dicono i sionisti americani liberali che vogliono che Smotrich se ne vada.

Ma questo è il problema. Finché Israele sarà uno “Stato democratico ebraico”, metà della popolazione sarà privata dei diritti e/o esclusa dalle coalizioni di governo e inevitabilmente farà resistenza. Finché Israele sarà una “democrazia ebraica”, Smotrich e quelli come lui non spariranno mai. Infatti, oltre l’80% dei membri ebraici del parlamento israeliano sono sostenitori dell’occupazione di destra, e i giovani ebrei privilegiati si sono rivolti a Smotrich per schiacciare i palestinesi che fanno resistenza per la loro mancanza di diritti.

L’apartheid è il frutto del sionismo e la “sinistra” israeliana non sarà mai in grado di salvare la sua democrazia né la reputazione internazionale del Paese finché non rovescerà la fondamentale disuguaglianza della sua società e non costruirà una coalizione con la base naturale della sinistra: i palestinesi poveri e oppressi.

Gli americani non potranno mai salvare Israele dalla sua crisi finché non riconosceranno il problema. “I territori occupati sono peggio dell’apartheid. Non l’ho mai chiamato apartheid perché è peggio dell’apartheid”, ha detto questa settimana il luminare Noam Chomsky.

I sionisti non riescono ancora a sentire tutto questo. Tom Friedman non è riuscito nemmeno a menzionare l’apartheid in una lunga discussione sulla crisi, tenuta questa settimana con Americans for Peace Now.

Continuiamo ad aspettare il risveglio americano.

Phil Weiss, fondatore e redattore capo. phil@mondoweiss.net    

https://newsletters.mondoweiss.net/emails/webview/59730/81848942577321028

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

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