Il Consiglio di sicurezza dell’ONU condanna la legalizzazione degli avamposti in Cisgiordania da parte di Israele

Feb 22, 2023 | Notizie

di Ben Samuels,

Haaretz, 20 febbraio 2023. 

Il Primo Ministro Netanyahu ha condannato la “dichiarazione unilaterale”, affermando che “nega il diritto degli ebrei a vivere nella nostra patria storica” e che gli Stati Uniti non avrebbero mai dovuto appoggiarla.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Reuters

WASHINGTON – Una dichiarazione presidenziale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite pubblicata lunedì 20 febbraio esprime “profonda preoccupazione e sgomento” per i piani di Israele di legalizzare gli avamposti in Cisgiordania e di espandere drasticamente la costruzione di insediamenti.

La dichiarazione arriva al posto di una risoluzione sulla questione, che i funzionari palestinesi avevano sollecitato ma che i funzionari statunitensi sono riusciti a scongiurare attraverso la mediazione. Una dichiarazione è più simbolica di un voto che avrebbe messo gli Stati Uniti in una posizione in cui avrebbero dovuto usare il loro veto a favore di Israele, nonostante avessero ripetutamente denunciato i piani di insediamento in dichiarazioni ufficiali.

Il Segretario di Stato americano ha discusso la questione nei giorni scorsi con il Ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Abdullah Bin Zayed, il cui Paese era il promotore della risoluzione prevista, nonché con il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e il Presidente palestinese Mahmoud Abbas.

Le discussioni sono culminate nell’accordo di domenica di rinunciare alla risoluzione, a favore di una dichiarazioine presidenziale, più debole e non legalmente vincolante, secondo quanto riferito da diversi diplomatici che hanno familiarità con la situazione.

L’accordo ha evitato una potenziale crisi diplomatica, con gli Stati Uniti che quasi certamente avrebbero posto il veto alla risoluzione, cosa che avrebbe irritato i sostenitori palestinesi in un momento in cui gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali stanno cercando di ottenere il sostegno internazionale contro la Russia per la sua guerra con l’Ucraina. La guerra ha segnato questa settimana il suo anniversario di un anno dall’invasione del Presidente Vladimir Putin.

Per evitare un voto sulla bozza di risoluzione, i diplomatici hanno detto che gli Stati Uniti sono riusciti a convincere sia Israele che i palestinesi ad accettare in linea di principio un congelamento di sei mesi di qualsiasi azione unilaterale che le due parti potrebbero intraprendere.

Secondo i diplomatici, ciò avrebbe significato un impegno a non espandere gli insediamenti almeno fino ad agosto. Lunedì, l’ufficio del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele non darà il via libera a nuovi insediamenti in Cisgiordania oltre ai nove avamposti approvati retroattivamente all’inizio del mese.

Da parte palestinese, i diplomatici hanno detto che ciò avrebbe significato un impegno a non intraprendere fino ad agosto azioni contro Israele presso le Nazioni Unite e altri organismi internazionali come la Corte Internazionale di Giustizia, la Corte Penale Internazionale e il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.

La dichiarazione ribadisce la decisione della comunità internazionale secondo cui “le continue attività di insediamento israeliane mettono pericolosamente a rischio la fattibilità della soluzione dei due-stati basata sulle linee del 1967”. La dichiarazione sottolinea inoltre che tutte le parti devono rispettare i propri obblighi e impegni internazionali, sottolineando con forza la propria opposizione a misure unilaterali che includono anche la demolizione di case e lo sfollamento di civili.

La dichiarazione condanna inoltre tutti gli atti di violenza contro i civili, compreso il terrorismo, invitando tutte le parti a condannare e far pagare il conto ai responsabili di violenza contro i civili.

Il Consiglio di Sicurezza ha inoltre chiesto a tutte le parti di astenersi da provocazioni, a raffreddare la situazione sul terreno, sottolineando la necessità di mantenere lo status quo del Monte del Tempio e esprimendo preoccupazione per ogni discriminazione su base religiosa e ricordando l’obbligo delle parti di proteggere gli operatori civili e umanitari in base al diritto umanitario internazionale.

Oltre al timore di essere costretti a usare il veto, gli Stati Uniti temevano che un voto del Consiglio di Sicurezza non avrebbe fatto altro che infiammare ulteriormente le tensioni già ribollenti tra Israele e i palestinesi, in vista del pericoloso mese di Ramadan che inizierà tra qualche settimana.

Israele accetterà di sospendere temporaneamente qualsiasi altra azione unilaterale in Cisgiordania e di adottare misure per diminuire le tensioni, riducendo temporaneamente i raid militari e le demolizioni di case.

Un alto funzionario palestinese a Ramallah ha dichiarato ad Haaretz che l’abbandono della risoluzione non significa un ritiro dalle richieste presentate nella bozza di risoluzione, ma è un accordo che consentirà all’Autorità Palestinese di evitare un conflitto con gli americani da un lato, e dall’altro le darà l’opportunità di verificare fino a che punto l’amministrazione Biden riterrà responsabile il governo Netanyahu.

“Dobbiamo ricordare che con il [precedente governo Bennett-Lapid in Israele] l’amministrazione statunitense si rifiutò di promuovere qualsiasi mossa che potesse isolare il governo [israeliano]. E oggi, un mese e mezzo dopo l’insediamento del nuovo governo di Netanyahu, il mondo sta già reagendo e mettendo le cose in prospettiva per quanto riguarda l’aggressione di Israele, sottolineando che l’opzione di tornare al Consiglio di Sicurezza è sempre presente”, ha detto il funzionario palestinese.

“L’alternativa non era se il Consiglio di Sicurezza avrebbe votato o meno la risoluzione; la scelta era chiara: o il veto americano o una dichiarazione presidenziale che sottolineasse la posizione palestinese in relazione ai passi compiuti da Israele”, ha continuato il funzionario, aggiungendo che “la domanda ora è se Netanyahu frenerà davvero le azioni dei suoi ministri di estrema destra, o rinuncerà a qualsiasi intesa [raggiunta] con gli americani”.

L’ambasciatore statunitense presso le Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield ha appoggiato la dichiarazione presidenziale dell’ONU, affermando che gli Stati Uniti si oppongono fermamente alle “misure unilaterali di Israele che esacerbano le tensioni. Danneggiano la fiducia tra le parti. Minano le prospettive di una soluzione negoziata a due-stati. Gli Stati Uniti non sostengono queste azioni. Punto e basta”.

L’ufficio di Netanyahu ha poi rilasciato una dichiarazione sugli sviluppi, affermando che “il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha rilasciato una dichiarazione unilaterale che nega i diritti degli ebrei a vivere nella nostra patria storica, non menziona gli attacchi terroristici palestinesi a Gerusalemme in cui sono stati uccisi 10 civili israeliani, ignora la grottesca politica dell’Autorità Palestinese di pagare chi uccide, che sovvenziona l’omicidio di ebrei e sottovaluta il male dell’antisemitismo che ha portato al massacro di milioni di persone.

E ha proseguito: “La dichiarazione non avrebbe mai dovuto essere fatta e gli Stati Uniti non avrebbero mai dovuto aderirvi”.

L’Associated Press ha contribuito a questo articolo.

https://www.haaretz.com/world-news/2023-02-20/ty-article/.premium/un-security-council-condemns-israels-legalizing-of-west-bank-outposts/00000186-6f18-d609-a9d7-6fbbf1dd0000

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

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