L’esercito israeliano salva la Turchia ma rade al suolo la Cisgiordania

Feb 13, 2023 | Notizie

di Gideon Levy,

Haaretz, 12 febbraio 2023. 

Soldati dell’esercito israeliano cercano sopravvissuti dopo un grave terremoto a Kahramanmaras, in Turchia, venerdì 10 febbraio. RONEN ZVULUN/ REUTERS

Gli occhi si inumidiscono di emozione, il cuore si gonfia di orgoglio: i soldati delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno recuperato i corpi di due ebrei uccisi ad Antakya. Gli occhi si inumidiscono, il cuore si gonfia: venerdì sera, l’operazione Olive Branch [Ramoscello d’olivo] ha tirato fuori dalle macerie un bambino di 9 anni. Una squadra dell’IDF ha salvato 19 persone.

Come tutto ciò che riguarda l’IDF, l’operazione ha un nome infantile e ha la pubblicità della più grande agenzia di pubbliche relazioni del Paese, l’unità Portavoce dell’IDF. Israele è secondo solo all’Azerbaigian per le dimensioni della missione di soccorso inviata in Turchia. Probabilmente il titolo principale del giornale più diffuso dell’Azerbaigian non era  “Una missione morale”, come quello di Israel Hayom. Il cuore si gonfia di orgoglio.

Ciò che l’IDF sta facendo in Turchia non può che suscitare ammirazione. Scavare nelle rovine in terra straniera giorno e notte e poi fornire assistenza medica ai sopravvissuti, con una dedizione infinita, e in un paese ancora semi-ostile. Gloria all’IDF.

Ma è questo l’IDF che conosciamo? Lo stesso IDF che ci scandalizza? Salva bambini in Turchia e uccide bambini in Cisgiordania; scava tra le rovine per trovare i cadaveri turchi e rapisce decine di cadaveri palestinesi per conservarli nei suoi frigoriferi; sgombera le rovine di case distrutte da un terremoto e demolisce centinaia di case all’anno con i suoi bulldozer. Non sarebbe sorprendente se alcuni dei soldati israeliani inviati in Turchia fossero gli stessi che stanno radendo al suolo gli edifici nei villaggi di Masafer Yatta. Forse l’ufficiale che ha sigillato la casa di A-Tor davanti alle telecamere sta ora sgomberando con cura le macerie in Turchia?

Questo è ciò che l’IDF trasmette: un brivido singolare, morale, che stimola l’orgoglio. Certo, lo fa perché è la sua missione, ma è impossibile nascondere il suo sudato sforzo di trarre beneficio anche da un’operazione umanitaria. È commovente portare i corpi di Fortuna e Saul Cenudioglu da Antakya per essere sepolti in Israele – ma che dire del corpo di Wadi’ Abu Ramuz, 17 anni, di Silwan, sottratto da Israele? Non c’è bisogno di scavare per seppellirlo, basta rimuoverlo dal frigorifero in cui è stato messo. E che dire delle centinaia di corpi sottratti dall’IDF alle famiglie che sono state condannate a piangere i loro cari che non hanno una tomba?

È difficile capire come un esercito così brutale e talvolta barbaro possa improvvisamente cambiare pelle e diventare l’esercito della salvezza. Gli stessi comandanti, gli stessi soldati, le stesse uniformi: salvare e uccidere, recuperare e radere al suolo, salvare dalle rovine e con gli stessi mezzi portare la distruzione in altre parti. Non c’è differenza tra la vittima di un terremoto e la vittima di una demolizione quanto al disastro che li ha colpiti: Entrambe le vittime sono rimaste senza casa, senza niente.

Il giorno in cui la squadra dell’IDF è stata fotografata mentre si recava in Turchia, era prevista la demolizione di un edificio di appartamenti a Silwan: 12 appartamenti, 77 nuovi senzatetto, di cui 12 bambini. L’IDF fornirà aiuti umanitari anche a loro, dopo il loro terremoto speciale?

È così che ci piace apparire: i più umani, i più soccorritori. Arrivare in una zona disastrata per qualche giorno, sgomberare, soccorrere e naturalmente farsi fotografare, per poi tornare alla routine. È giusto essere orgogliosi dei soccorritori, ma non bisogna dimenticare che Israele è uno dei Paesi più crudeli e senza cuore al mondo nel trattamento dei richiedenti asilo, dei rifugiati di guerra e dei sopravvissuti ai disastri.

È facile fare missioni di salvataggio. È molto più difficile accogliere i rifugiati. Giordania, Turchia, Svezia e Germania sono un esempio tra le nazioni come soccorritori, molto più di quanto non lo sia Israele. Negli ultimi anni hanno accolto milioni di rifugiati provenienti da Siria, Iraq e Balcani. Stanno pagando un prezzo straordinariamente alto per le loro azioni di salvataggio, e nessuno li applaude per questo. Israele non prende nemmeno in considerazione la possibilità di accogliere alcune delle vittime dei terremoti in Turchia.

Un post anonimo su Twitter ha raccontato tutta la storia: “Mentre i soldati israeliani salvano i musulmani in Turchia, altri musulmani uccidono gli israeliani”, si leggeva. E poi, perché non abbiamo ricevuto, e subito, tutto il credito che ci spetta per l’operazione Ramoscello d’Olivo? E ancora, come mai i palestinesi non ci perdonano per tutto quello che facciamo loro? Ehi, noi abbiamo salvato 19 turchi dalle rovine.

https://www.haaretz.com/opinion/2023-02-12/ty-article-opinion/.premium/the-idf-rescues-turkey-but-razes-the-west-bank/00000186-422c-d4b2-a7df-4ffe30ce0000

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

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