Contestualizzare la sparatoria di Neve Yaakov

Feb 3, 2023 | Notizie

di Jalal Abukhater,

Mondoweiss, 2 febbraio 2023.   

I media e i leader politici hanno travisato l’attacco di Khairy Alqam che ha ucciso sette coloni israeliani all’insediamento di Neve Yaakov, perché hanno ignorato il contesto in cui è avvenuto.

Medici israeliani coprono le vittime di un attacco a fuoco nell’insediamento israeliano di Neve Yaakov, nella Gerusalemme Est occupata. 27 gennaio 2023. (Oren Ziv/DPA via Zuma Press/Apa Images)

Il Territorio Palestinese Occupato sta vivendo alcuni dei giorni più violenti, distruttivi e letali della sua storia recente. L’occupazione militare israeliana si sta trasformando in un mostro che sta divorando la vita dei palestinesi in tutte le sue forme ed espressioni. Un senso di mancanza di speranza, frustrazione e disperazione aleggia su tutti noi come una nuvola scura.

Poi, improvvisamente, un atto di sfida squarcia l’oscurità, accendendo una scintilla negli occhi della gente. Una tenda in lutto a Jenin si trasforma momentaneamente in una festa. Una strada di Kufr Aqab viene sommersa dal suono dei fuochi d’artificio e dei clacson delle auto. L’attacco mortale di Khairy Alqam, che ha sparato e ucciso sette coloni israeliani nell’insediamento israeliano di Neve Yaakov, è stato uno di questi momenti.

È difficile spiegare la scintilla improvvisa che le persone hanno provato quando hanno sentito la notizia. Certamente nessuno di noi si rallegra della morte. Ma per comprendere gli eventi di Neve Yaakov e la reazione che hanno suscitato nei palestinesi, è necessario comprendere il loro contesto; è necessario comprendere la storia del luogo in cui sono avvenuti e la storia personale di chi li ha compiuti.

I media israeliani e internazionali, così come i leader politici, hanno cercato di trasformare l’attacco in un crimine a sfondo religioso, perché è avvenuto alla vigilia dello Shabbat in un’area adiacente a una sinagoga. Ma questi stessi resoconti ignorano il fatto che Neve Yaakov ospita anche il Comando Centrale dell’esercito israeliano per l’occupazione della Cisgiordania, e che l’insediamento è stato fondamentale per cementare il controllo israeliano sulla Gerusalemme occupata. Ignorare questo contesto serve solo a disumanizzare i Palestinesi.

Quando si verifica un attacco come quello fatto da Khairy Alqam a Neve Yaakov, bisogna capire che questa violenza non si verifica nel vuoto.

Ecco quindi il contesto.

Una foto dell’insediamento israeliano Neve Yaakov scattata nel 2008. (Wikimedia)

Storia personale e politica

Anche se nessuno saprà mai veramente cosa abbia spinto Khairy Alqam a compiere un attacco a Neve Yaakov quel venerdì sera, un movente personale può essere dedotto dal suo stesso nome: è stato chiamato così in onore di suo nonno, un 51enne di Gerusalemme che fu ucciso da un colono israeliano nel 1998. Il colono che uccise il nonno di Alqam era Haim Ferelman, un seguace del movimento terroristico Kach, proibito per legge. Ferelman fu rilasciato nel 2010, dopo essere stato assolto da un tribunale israeliano per l’uccisione di Khairy e di altri tre palestinesi. A festeggiare il suo rilascio c’era un altro seguace del movimento ebraico-suprematista Kach, Itamar Ben-Gvir, che ora ricopre il ruolo di Ministro della Sicurezza Nazionale di Israele.

Al di là della dimensione personale, c’è la circostanza generale dell’occupazione e dell’invasione degli insediamenti illegali a Gerusalemme Est.

L’attacco ha avuto luogo a Neve Yaakov, un insediamento illegale nella Gerusalemme Est occupata. Non è avvenuto in un “quartiere di Gerusalemme“, come hanno affermato alcuni media. Questo è importante perché capire la natura di Neve Yaakov come insediamento è fondamentale per comprendere l’evento nel suo complesso.

Neve Yaakov è stato fondato nel 1972 su terre espropriate illegalmente dalle autorità di occupazione israeliane nell’aprile 1968 e nell’agosto 1970. Le terre confiscate appartenevano a due città palestinesi vicine, Beit Hanina (55 ettari) e Al-Ram & Dahiyeh Al-Barid (32 ettari), oltre alle terre confiscate al villaggio di Hizma a est (39 ettari).

Il nuovo insediamento fu costruito per assorbire gli immigrati sionisti in arrivo dall’estero. Molti di questi provenivano da paesi di lingua inglese, in particolare sionisti americani, seguendo i piani presentati dal leader di Kach, il rabbino Meir Kahane.

Prima dell’occupazione di Gerusalemme Est nel 1948, i palestinesi dell’area vicina a Neve Yaakov sapevano e riconoscevano che gli ebrei possedevano già dei terreni in quell’area. Si trattava di 6,2 ettari, acquistati nel 1924 dai residenti di Beit Hanina da un movimento religioso sionista americano noto come “Mizrachi”, fondato nel 1902. Nel 1948, i residenti di Neve Yaakov abbandonarono l’insediamento con l’inizio della Nakba, quando l’esercito giordano si mobilitò contro la conquista sionista della Palestina.

Tra il 1948 e il 1967, l’esercito giordano stabilì una base militare nel sito dell’insediamento, una mossa che la gente del posto intese come il modo in cui la Giordania preservava le proprietà ebraiche dall’acquisizione durante il periodo di dominio giordano sulla Cisgiordania e su Gerusalemme Est.

L’insediamento che vediamo oggi non si avvicina neanche lontanamente a quello che era l’antico sito. In effetti, l’insediamento è costruito tutto su terreni privati e intestati a proprietari palestinesi che non sono mai stati consultati o risarciti prima dell’acquisizione ostile.

Neve Yaakov, insieme ai vicini insediamenti a Gerusalemme Est, come Ramot, Pisgat Ze’ev e Pisgat Amir, è stato fondamentale nel piano strategico di Israele di creare una cintura di insediamenti per soli ebrei nel nord della città occupata, con l’obiettivo di soffocare i quartieri palestinesi ponendo fine alla contiguità territoriale tra di loro e per impedire qualsiasi potenziale espansione naturale di questi quartieri in futuro. Neve Yaakov, insieme ad altri insediamenti a Gerusalemme Est, aveva lo scopo preciso di frammentare e dividere la città occupata.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (al centro-ds) e il ministro israeliano della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir (al centro-sin) arrivano al sito dell’attentato con sparatoria a Neve Yaakov, 27 gennaio 2023. (Oren Ziv/DPA via Zuma Press/Apa Images)

Il progetto di insediamento a Gerusalemme

Oggi, le conseguenze del progetto di insediamento di Israele a Gerusalemme Est sono avvertite da ogni palestinese della città. La città di Al-Ram è stata separata con la forza da Dahiyat Al-Barid con un muro di cemento alto 8 metri, costruito nel 2006. I residenti sono stati separati dalle loro famiglie e dai loro vicini, in quanto il muro è sorto letteralmente nel cuore della loro città. Quelli che erano vicini di casa dovevano guidare per 20-40 minuti attraversando i famigerati cancelli militari e i posti di blocco per potersi ritrovare.

La città di Hizma fu isolata completamente da Gerusalemme, trasformata in un vero e proprio ghetto dal muro dell’apartheid e da un checkpoint militare inaccessibile a tutti i suoi residenti. Fu poi circondata dagli insediamenti per soli ebrei di Neve Yaakov, Pisgat Ze’ev e Pisgat Amir.

A Beit Hanina, il quartiere dove sono cresciuto, l’effetto fu percepito in modo diverso. La città è stata divisa in due parti: metà dietro il muro dell’apartheid e designata come “Area B & C” della Cisgiordania, dove la vita e le costruzioni palestinesi sono state severamente limitate, mentre l’altra metà è stata assorbita dalla Municipalità di Gerusalemme, che è caduta sotto il diretto dominio israeliano dopo l’annessione di Gerusalemme Est occupata nel 1980. La maggior parte delle terre rimanenti di Beit Hanna (293 ettari) sono state espropriate per insediamenti di soli ebrei, mentre i palestinesi sono rimasti solo su 237 ettari di aree residenziali edificate.

Ottenere i permessi per costruire case per i palestinesi a Beit Hanina è quasi impossibile. Coloro che costruiscono sui propri terreni o aggiungono ampliamenti alle loro case ricevono ordini di demolizione immediata da parte delle autorità israeliane. Al contrario, i coloni di Gerusalemme Est ottengono costantemente nuove espansioni dei loro insediamenti, mentre insediamenti completamente nuovi vengono costruiti appositamente per i coloni ebrei nel cuore della nostra città. Dall’occupazione israeliana di Gerusalemme Est, sono state costruite 58.000 case per gli ebrei israeliani nella parte orientale della città, mentre meno di 600 case sono state costruite per i palestinesi. L’ultima casa costruita risale agli anni ’70.

Inoltre, l’attacco a Neve Yaakov viene già sfruttato per imporre piani più draconiani al quartiere di Beit Hanina. Il sindaco di Gerusalemme, Moshe Leon, e il vicesindaco Arieh King – entrambi aderenti a un’ideologia ebraico-suprematista – hanno in programma l’espansione di progetti di colonizzazione mirati specificamente a soffocare ulteriormente Beit Hanina e a negarle il terreno libero rimasto.

Anche Itamar Ben-Gvir sta sfruttando l’attacco a Neve Yaakov per dire che “combatterà il terrorismo” accelerando la demolizione delle case e delle aziende palestinesi “illegali” a Gerusalemme. I bulldozer sono stati messi in azione la mattina stessa. La demolizione delle case dei Palestinesi nella Gerusalemme Est occupata costituisce un crimine di guerra e un crimine contro l’umanità secondo il diritto internazionale.

A causa della politica sistematica di Israele di rifiutare i permessi e a causa della mancanza di piani regolatori per i Palestinesi a Gerusalemme, quasi un terzo delle costruzioni palestinesi è considerato “illegale”, secondo le autorità israeliane. L’uomo responsabile del rilascio dei permessi di costruzione a Gerusalemme è un suprematista ebreo di nome Yonatan Yousef, che io stesso ho visto cantare “Vogliamo la Nakba, vogliamo la Nakba ora” di fronte a manifestanti palestinesi e israeliani di sinistra a Sheikh Jarrah, proprio il mese scorso.

Una mappa di Neve Yaakov originariamente pubblicata su Twitter dal vicesindaco di Gerusalemme Arieh King, che mostra in rosso il luogo dell’insediamento in cui è avvenuta la sparatoria. Il tracciato verde è stato aggiunto per indicare la posizione del Comando Centrale Militare israeliano situato nell’insediamento. (Immagine: Jalal Abukhater)

Centro di comando per l’occupazione

Al di là della discussione su ciò che l’insediamento di Neve Yaakov simboleggia per noi palestinesi di Gerusalemme, credo sia importante sottolineare un altro fatto: esso ospita la sede del Comando Centrale dell’esercito israeliano. Questa base militare, direttamente adiacente alla strada dove Khairy Alqam ha compiuto il suo attacco, è la stessa base da cui Israele gestisce l’occupazione della Cisgiordania.

La base è conosciuta come Fort Nehemiah ed è essenzialmente l’organismo militare responsabile di tutte le unità militari, le operazioni e le attività israeliane nella Cisgiordania occupata. Inoltre, il suo comandante è autorizzato a dichiarare nuovi insediamenti in Cisgiordania e a effettuare demolizioni ed esplosioni di case palestinesi nei territori occupati.

Non c’è alcuna indicazione che Alqam intendesse prendere di mira qualche risorsa militare. Tuttavia, è chiaro che la strada in cui Khairy ha condotto l’attacco è direttamente adiacente a questa base militare.

L’attacco di Khairy Alqam non può essere separato da tutto questo contesto.

Jalal Abukhater è uno scrittore palestinese con sede a Gerusalemme.

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

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