Parlamentari europei chiedono un’azione sulle politiche annessionistiche e discriminatorie del governo israeliano nei confronti dei palestinesi

Gen 26, 2023 | Notizie

Un gruppo di parlamentari europei (dei parlamenti nazionali e del Parlamento Europeo) hanno scritto a nove Ministri degli Esteri dell’Unione Europea e all’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Josep Borrell, in merito alla formazione del nuovo governo di coalizione israeliano e ai piani da esso minacciati che equivalgono di fatto all’annessione del territorio palestinese occupato. Questa lettera menziona in modo specifico le intenzioni del nuovo governo israeliano di sfrattare con la forza e di espropriare oltre 1.000 palestinesi di 14 villaggi dalle loro case a Masafer Yatta, nelle colline a Sud di Hebron.

Molti dei parlamentari europei fanno parte dei Parlamentari Europei per l’Uguaglianza Israelo-Palestinese, una rete di parlamentari europei di 17 Paesi e del Parlamento Europeo che si riunisce regolarmente e si preoccupa con passione di promuovere l’uguaglianza, la giustizia e i diritti di israeliani e palestinesi, a proposito della formazione del nuovo governo israeliano.

Questa è la lettera:

13 gennaio 2023

Palestina/Israele: Le politiche annessionistiche del Primo Ministro Netanyahu devono avere delle conseguenze

Caro Alto Rappresentante Borrell,

Le scriviamo per esprimere la nostra grave preoccupazione per le politiche annessionistiche del Governo di Israele guidato da Netanyahu, basato sulle politiche dei suoi predecessori che hanno prodotto una realtà di un unico Stato: di fatto, Israele controlla la vita dei palestinesi in tutto il territorio palestinese occupato.

Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha affidato la carica di Ministro della Sicurezza Nazionale al suprematista ebreo Itamar Ben Gvir e il Ministero delle Finanze al suprematista ebreo Bezalel Smotrich. Questo governo israeliano ha detto chiaramente che non rispetterà i Principi del Quartetto. Perseguirà politiche annessionistiche, de facto o de jure. Tali politiche sono già in atto e vengono adesso accelerate con lo sgombero forzato e l’esproprio pianificato di oltre 1.000 Palestinesi dalle loro case a Masafer Yatta, nelle colline a Sud di Hebron, comunità vulnerabili che hanno già affrontato per anni demolizioni di case, distruzioni dei mezzi di sussistenza ed espropri forzati.

Netanyahu ha promesso di ‘legalizzare’ gli avamposti che sono illegali secondo la legge israeliana e internazionale. Naturalmente, rimarranno illegali secondo il diritto internazionale. Ha trasferito il controllo della Polizia di Frontiera a Ben Gvir, conferendogli così un ruolo cruciale in relazione al deterioramento dello status quo del Nobile Santuario /Monte del Tempio. Il primo atto di Ben Gvir è stato di provocazione: ha visitato il complesso della Moschea di Al Aqsa per dimostrarne il controllo israeliano. Il Primo Ministro ha spostato sotto il controllo di Smotrich il Coordinamento delle Attività del Governo Israeliano nei Territori (COGAT) e l’Amministrazione Civile. Ha creato un posto di ministro nel suo ufficio per promuovere gli insediamenti illegali.

Queste decisioni politiche sono state concepite per far progredire il sistema separato, discriminatorio e ineguale (definito come rispondente alla definizione legale di Apartheid dalle principali organizzazioni per i diritti umani a livello globale e locale, tra cui Human Rights Watch, Amnesty International, B’Tselem e Al-Haq) nei Territori Palestinesi Occupati ed espellere i Palestinesi dalla loro terra. Il Ministro degli Esteri irlandese Simon Coveney ha giustamente dichiarato nel maggio 2021 che gli insediamenti costituiscono un’annessione. Queste dichiarate politiche rafforzano ed espandono l’annessione. Devono essere sfidate da tutti coloro che in Europa sostengono la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e si impegnano per una coerente applicazione del diritto internazionale.

L’intento annessionistico e discriminatorio di Netanyahu è già chiaro e deve essere contrastato da tutti coloro che si preoccupano del benessere di Israele e della sua posizione internazionale. L’impunità e la mancanza di responsabilità accordata a Israele hanno dato potere all’estremismo e ci hanno portato a questo abissale punto morto. Tener separate le relazioni bilaterali con Israele dalle politiche discriminatorie e illegali di Israele contro i Palestinesi non è solo una politica sbagliata – peggio ancora, mina qualsiasi pretesa europea di sostenere i diritti e i valori universali.

Le chiediamo specificamente di:

avvertire che qualsiasi azione israeliana volta a (a) alterare lo status quo a Gerusalemme, (b) costruire ulteriori insediamenti illegali (ad esempio nell’E1) o (c) sfrattare i palestinesi dalle loro case (ad esempio a Masafer Yatta) avrà gravi conseguenze per le nostre relazioni bilaterali nei fatti, non solo nelle parole. In relazione a Masafer Yatta, condanniamo l’intenzione del nuovo governo israeliano di sfrattare ed espropriare con la forza oltre 1.000 palestinesi in 14 villaggi e condanniamo la demolizione da parte di Israele, il 23 novembre, della scuola elementare finanziata dall’Italia a Khirbet al-Safai al-Foqa. Un numero scioccante di altre 44 scuole palestinesi è in lista per la demolizione. La demolizione delle scuole è un crimine commesso contro i bambini – negando loro un’istruzione e quindi un futuro migliore. Questi crimini non devono essere commessi impunemente;

porre fine al commercio di beni e servizi con gli insediamenti illegali e rivedere tutti i programmi di cooperazione bilaterale per garantire che siano conformi alla Risoluzione 2334 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. È fondamentale distinguere tra il territorio dello Stato di Israele e il territorio palestinese che Israele ha occupato militarmente nel 1967. Il territorio palestinese occupato non appartiene a Israele – questo fatto è indiscutibile;

porre fine alla fornitura di armi di offesa o di altra assistenza che potrebbe essere utilizzata in modo improprio per sostenere la violenza iniziata dal Governo Israeliano a Gerusalemme Est, nel resto della Cisgiordania e a Gaza.

Se il Governo israeliano persiste nelle sue politiche discriminatorie nei confronti dei palestinesi, dovrebbero essere riesaminate altre aree dell’attuale cooperazione bilaterale con Israele, portando a una riduzione incrementale e proporzionata dei programmi di cooperazione.

Il Primo Ministro Netanyahu è responsabile di aver portato il Partito del Sionismo Religioso nella Knesset e nel suo Governo. Nonostante questo fatto, sosterrà che solo lui può esercitare un’influenza stabilizzante su Ben Gvir e Smotrich – e che qualsiasi misura in risposta agli atti di discriminazione contro i palestinesi indebolirà la sua influenza. Allo stesso tempo, come ha fatto suoi precedenti incarichi, minaccerà ritorsioni contro qualsiasi stato che prenda tali misure.

I governi israeliani che si sono succeduti hanno agito impunemente – violando a piacimento il diritto internazionale, costruendo ed espandendo insediamenti illegali ed espellendo dalla loro terra persone sotto occupazione. Questo Governo israeliano ha già dimostrato di voler intensificare queste violazioni della legge. Ne devono seguire le dovute conseguenze. La risposta alle proteste di Netanyahu e della sua coalizione dovrebbe essere che noi in Europa non abbiamo cercato un’escalation: tutt’altro. La responsabilità di qualsiasi deterioramento delle relazioni bilaterali con Israele ricadrà su coloro che violano la legge per aumentare l’ineguaglianza e la discriminazione, destabilizzando così la regione, mettendo in pericolo la sicurezza di tutti noi e cercando di eliminare la possibilità di una pace giusta.

L’Unione Europea ha assunto una posizione chiara e di principio a sostegno dell’ordine basato sulle regole, in merito all’invasione e alla parziale annessione dell’Ucraina da parte della Russia. L’acquisizione di un territorio con la forza è illegale, sia da parte della Russia che da parte di Israele. Le chiediamo di rispettare la legge senza timori o favoritismi: è l’unico modo per mantenere un’indispensabile coerenza nella nostra condotta delle relazioni internazionali.

Cofirmato da:

Parlamento Europeo:

Alviina Alametsä MEP, Vihreät-De Gröna (VIHR) in the Greens/EFA, European Parliament, Finland 

François Alfonsi MEP, Régions et Peuples Solidaires (RPS) in the Greens/EFA, European Parliament, France 

Margrete Auken MEP, Socialistisk Folkeparti (SF) in the Greens/EFA, European Parliament, Denmark  

Saskia Bricmont MEP, Ecolo-Groen in the Greens/EFA, European Parliament, Belgium 

Ignazio Corrao MEP, Independent in the Greens/EFA, European Parliament, Italy 

Clare Daly MEP, Independents for Change in the Left – GUE/NGL, European Parliament, Ireland 

Rosa D’Amato MEP, Independent in the Greens/EFA, European Parliament, Italy 

Claude Gruffat MEP, Europe Écologie Les Verts in the Greens/EFA, European Parliament, France 

Chris MacManus MEP, Sinn Féin in the Left – GUE/NGL, European Parliament, Ireland 

Karen Melchior MEP, Radikale Venstre in Renew Europe, European Parliament, Denmark 

Ana Miranda MEP, Bloque Nacionalista Galego in the Greens/EFA, European Parliament, Spain 

Grace O’Sullivan MEP, Green Party in the Greens/EFA, European Parliament, Ireland 

Mounir Satouri MEP, Europe Écologie Les Verts in the Greens/EFA, European Parliament, France 

Tineke Strik MEP, Groenlinks in the Greens/EFA, European Parliament, The Netherlands 

Belgio:

Malik Ben Achour MP, Parti Socialiste (PS)

Christophe Lacroix MP, Parti Socialiste (PS)  

Simon Moutquin MP, Ecolo-Groen 

Finlandia:

Satu Hassi MP, Vihreät-De Gröna (VIHR)

Saara Hyrkkö MP, Vihreät-De Gröna (VIHR)

Suldaan Said Ahmed MP, Vasemmistoliitto

Erkki Tuomioja MP, former Minister for Foreign Affairs, Suomen Sosialidemokraattinen Puolue (SDP)

Francia:

Hubert Julien-Laferrière MP, Nouvelle Union populaire écologique et sociale (NUPES)

Irlanda:

Senator Frances Black, Independent

Senator Michael McDowell, Independent

Patrick Costello TD, Green Party

Seán Haughey TD, Fianna Fáil 

Italia:

Laura Boldrini MP, Former President of the Chamber of Deputies, Partito Democratico (PD)

Arturo Scotto MP, Articolo Uno

Paesi Bassi:

Sjoerd Sjoerdsma MP, D66 

Tom van der Lee MP, foreign affairs spokesperson, GroenLinks

Portogallo:

Miguel Costa Matos MP, Partido Socialista (PS), Chair Juventude Socialista

Joana Mortágua MP, Bloco de Esquerda (BE)

Joana Sá Pereira MP, Partido Socialista (PS)

Carla Sousa MP, Partido Socialista (PS) 

Spagna:

Senator Gorka Elejabarrieta, Eh Bildu

José Luis Bueno Pinto MP, Unidas Podemos

Antonio Gómez-Reino Varela MP, Unidas Podemos

Oskar Matute García de Jalón MP, EH Bildu

Joan Mena Arca MP, Unidas Podemos

Enrique Santiago Romero MP, Unidas Podemos

Svezia:

Johan Büser MP, Sveriges socialdemokratiska arbetareparti (S/SAP)

Per-Arne Håkansson MP, Sveriges socialdemokratiska arbetareparti (S/SAP)

Firmatari aggiunti dopo la pubblicazione della lettera:

Manu Pineda MEP, Izquierda Unida, in the Left – GUE/NGL, European Parliament, Spain  

Questa lettera è stata inviata a:

Hadja Lahbib, Minister of Foreign Affairs, Belgium

Pekka Haavisto, Minister for Foreign Affairs, Finland

Catherine Colonna, Minister for Europe and Foreign Affairs, France

Micheál Martin, Minister for Foreign Affairs, Ireland

Antonio Tajani, Minister of Foreign Affairs, Italy

Wopke Hoekstra, Minister of Foreign Affairs, Netherlands

João Gomes Cravinho, Minister of Foreign Affairs, Portugal

José Manuel Albares Bueno, Minister of Foreign Affairs, European Union and Cooperation, Spain

Tobias Billström, Minister for Foreign Affairs, Sweden

Josep Borrell, High Representative of the Union for Foreign Affairs and Security Policy, European Union

https://www.caabu.org/news/news/european-parliamentarians-demand-action-israeli-governments-annexationist-and

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Archivi

Fai una donazione

Fai una donazione tramite Paypal alla nostra associazione:

Fai una donazione ad Asso Pace Palestina

Oppure versate il vostro contributo ad
AssoPace Palestina
Banca BPER Banca S.p.A
IBAN: IT 93M0538774610000035162686

il 5X1000 ad Assopace Palestina

Il prossimo viaggio