di Andrew Lapin,

Jewish Telegraphic Agency, 4 gennaio 2023. 

Un paio di persone che sembrano essere ebrei sono stati ripresi dalle telecamere mentre vandalizzavano decine di tombe cristiane nella Città Vecchia di Gerusalemme il 1° gennaio, suscitando la condanna dei funzionari della Chiesa e del Regno Unito.

Il video mostra i vandali che si dirigono verso una grande croce in muratura all’interno del cimitero protestante Mount Zion, fondato nel 1848 e gestito da un’organizzazione affiliata alla Chiesa anglicana. Dopo aver rovesciato la croce, i vandali, che appaiono essere giovani uomini e si vedono indossare kippah e tzitzit, tipici degli ebrei ortodossi haredi, si sono poi spostati per danneggiare altre lapidi.

A pochi giorni dal giuramento di un nuovo governo di destra che, secondo i critici, potrebbe incoraggiare gli estremisti ebrei, il vandalismo estende uno schema di attacchi ai siti cristiani in Israele. Negli ultimi dieci anni, i vandali hanno preso più volte di mira altri cimiteri, chiese e monasteri. La Chiesa e il Regno Unito hanno condannato l’accaduto; la polizia israeliana ha dichiarato che indagherà.

I leader della Chiesa in Israele sostengono da tempo che i coloni israeliani e altri gruppi estremisti ebraici stanno cercando di cacciarli dalla Città Vecchia, che l’estrema destra israeliana ritiene debba essere esclusivamente sotto il controllo ebraico. Secondo loro, alcuni gruppi estremisti ebraici hanno anche preso a sputi dei cristiani. Molti cristiani nell’area di Gerusalemme sono palestinesi, anche se tra le persone sepolte nel cimitero ci sono cristiani britannici che erano influenti nella Palestina pre-statale.

L’anno scorso, l’Alta Corte di Israele ha dato ragione a un gruppo israeliano di destra che aveva utilizzato società di comodo per acquistare tre edifici della Città Vecchia che appartenevano alla Chiesa greco-ortodossa. Il gruppo, Ateret Cohanim, cerca di trasformare le proprietà non ebraiche di Gerusalemme in proprietà ebraiche; la chiesa li aveva citati in giudizio dopo le vendite effettuate nel 2004.

Traduzione a cura di AssoPacePalestina

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